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L’Italia é sospettata a sua volta di "abbellire" i suoi conti pubblici
Publie le venerdì 10 dicembre 2004 par Open-Publishing
Dopo lo scandalo della manipolazione delle statistiche greche, la Commissione
s’interroga sulle cifre dell’indebitamento italiano. Quest’ultimo supera largamente
i limiti fissati per la zona euro, mentre il deficit di bilancio si mantiene,
ufficialmente, aldisotto della soglia del 3% del PIL.
di Jean-Jacques Bozonnet e Philippe Ricard
Dopo la Grecia é la volta dell’Italia ad essere sospettata di aver "abbellito" le sue statistiche di bilancio per rispettare gli standard europei. Joaquin Almunia, commissario europeo incaricato degli affari economici e monetari, si é detto "preoccupato", martedi’ 7 dicembre, dall’incoerenza dei dati italiani in materia di indebitamento e di deficit.
Ha domandato a Roma di "chiarire al più presto" la situazione.
I dubbi della Commissione risalgono al mese di luglio: Bruxelles si era domandata perché il debito italiano era potuto restare abissale - 106% del prodotto interno lordo (PIL) nel 2003, contro il 60% autorizzato all’interno della zona euro - mentre i deficit pubblici restavano, ufficialmente, sotto la soglia del 3% definita dal patto di stabilità.
In linea di principio, se le cifre del deficit sono esatte, il livello di indebitamento avrebbe dovuto arretrare più velocemente. "L’ampiezza delle incoerenze ha raggiunto un tale livello che é difficile giustificarlo con dei semplici scarti statistici", sottolinea la Commissione, in un recente studio interno. Il governo di Silvio Berlusconi ha fornito, dopo di allora, alcune spiegazioni, in risposta ad un questionario inviato quest’estate da Bruxelles, ma "dei punti restano da precisare", secondo l’esecutivo europeo.
PROBLEMA CONOSCIUTO
Il governo italiano vuol essere rassicurante. A margine della riunione dei ministri delle finanze dell’Unione, martedi’ 7 dicembre a Bruxelles, Domenico Siniscalco, successore di Giulio Tremonti al ministero italiano dell’economia e delle finanze, si é difeso dalla minima irregolarità. Ha affermato che questo problema era noto da tempo. Dal mese di settembre, ha precisato, i suoi servizi hanno indirizzato a Bruxelles un documento stabilito a partire dai dati della Commissione che mostra l’evoluzione dello scarto fra l’indebitamento accumulato ed il flusso del deficit per l’insieme dei paesi dell’Unione nel periodo 1994-2004. Secondo questo calcolo, l’Italia si collocherebbe aldisotto della media europea. "Solo la Gran Bretagna ha fatto meglio dell’Italia", ha assicurato Siniscalco.
Ma, sulla scia dello scandalo greco, questa faccenda puo’ assestare un nuovo colpo alla credibilità delle statistiche usate nel quadro dell’Unione monetaria. Essa conforte quanti hanno sempre ironizzato sulla "creatività" dei conti pubblici italiani.
La Commissione vuol essere tanto più vigilante in quanto ha appena lanciato una procedura di infrazione contro la Grecia per non rispetto dei regolamenti statistici. Fra il 1997 ed il 2003, Atene ha sistematicamente sottovalutato il suo deficit, dichiarandolo inferiore alla soglia del 3% del PIL fissato per entrare nella zona euro, poi per rispettarne le regole. Sperando che il caso greco fosse isolato, in questi ultimi giorni le autorità europee hanno moltiplicato le critiche contro Atene, dopo che le manipolazioni greche erano state scoperte grazie ad un cambio di governo. Ma hanno anche biasimato gli Stati membri, la Banca centrale europea, L’Ufficio delle statistiche europee (Eurostat) ed i suoi omologhi nazionali, incapaci di individuare per tempo il problema. La Commissione domanda di rinforzare i poteri di audit di Eurostat: per il momento quest’ufficio ed i suoi 700 funzionari non sono in grado di controllare seriamente i dati che vengono loro forniti dagli Stati membri.
INFORMAZIONI INESATTE
Per quanto riguarda l’Italia, Bruxelles fa ancora più attenzione dato che Roma si avvicina "pericolosamente" - ha detto Almunia - alla soglia del 3% di deficit nel 2005. La controversia rischia di animare le discussioni sul bilancio. L’opposizione italiana ha messo la situazione dei conti pubblici al centro della sua offensiva contro il governo al momento in cui Romano Prodi, ex presidente della Commissione europea, fa il suo rientro politico come principale oppositore di Berlusconi. La sinistra avanza dubbi sul reale finanziamento delle riduzioni delle imposte in programma per il 2005. Il governo si difende. Ha fatto affidamento su una crescita del 2,1%, mentre la Commissione non si aspetta più dell’1,7%. "Non é drammatico" ha sostenuto Siniscalco davanti ai suoi omologhi europei, per rassicurarli: per lui uno scarto dello 0,4% del PIL significa solo 0,2% di deficit supplementare".
Preoccupante in un contesto di rimessa in causa dei metodi statistici europei, la faccenda italiana non ha tuttavia, in questa fase, l’ampiezza del caso greco. Gerrit Zalm, ministro olandese delle finanze, il cui paese ha la presidenza dell’Unione, ha d’altronde cercato, martedi’, di sdrammatizzare: Non vi é nessuna indicazione, per quanto ne so, che lasci pensare che ci sia una cattiva notificazione delle cifre da parte dell’Italia". La Grecia aveva deliberatamente trasmesso informazioni inesatte alle autorità europee, persino nel 1999, anno di riferimento per la sua qualificazione all’euro.
Tradotto dal francese da Karl&Rosa
http://www.lemonde.fr/web/recherche_articleweb/1,13-0,36-390064,0.html