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LE PROMESSE DEL G8

Publie le venerdì 10 dicembre 2004 par Open-Publishing

Dazibao Governi Viviana Vivarelli


di Viviana Vivarelli

La farsa della cooperazione italiana.

Alla fine del governo D’Alema, Berlusconi criticò i governi precedenti perché erano stati avari verso i poveri del mondo. Nel ’69 l’OCSE dichiarò che almeno lo 0,7% del prodotto interno lordo doveva essere destinato ad aiuti allo sviluppo. Dopo 35 anni possiamo dire che questo obiettivo è stato clamorosamente mancato; del resto la più ricca potenza mondiale, gli USA, non si è degnata di firmare mai nessun impegno. Noi abbiamo aderito ma la percentuale dei fondi destinati allo sviluppo è calata rovinosamente: dall’1% fino allo 0,16 del PIL.

Insomma, gli uomini più ricchi del mondo diventano sempre più ricchi (nella graduatoria Forbes Berlusconi si piazza al 30° posto con 10 miliardi di euro dichiarati, più gli altri occulti e addirittura al 4° per ricchezza connessa a potere), i patrimoni delle multinazionali salgono a livelli record e una montagna spaventosa di denaro si riversa in armi per la distruzione di quegli stessi paesi che si dovrebbero aiutare, la globalizzazione del mercato imperversa e concentra enormi capitali nelle mani di 500 Signori della Terra, ma la povertà dei poveri diventa un abisso sempre più profondo. Ogni anno 5 milioni di bambini muoiono per fame e metà dei lavoratori di tutto il mondo guadagna meno di due dollari e di questi un terzo meno di un dollaro.

Nell’88, tra le 500 maggiori multinazionali, 176 erano statunitensi (le stesse che hanno mandato al potere Bush), esse controllano gran parte della produzione industriale, del commercio e dei brevetti del mondo.
Dal 4 al 7 novembre, con grande spiegamento di fanfare e una spesa iperbolica, il governo italiano ha voluto organizzare un evento autocelebrativo per esaltare le promesse mai realizzate di Berlusconi al G8 di Genova. Si noti che la cifra spesa per il fastoso G8 del 2001 fu pari all’intera quota che l’Italia aveva stanziato l’anno prima per tutta la cooperazione internazionale.
Ciò che constatiamo nei fatti è però molto diverso dalle sbandierate propagandistiche.

Al G8 di Genova Berlusconi si impegnò solennemente a: realizzare uno sviluppo sostenibile, risollevare la povertà, incrementare la lotta contro l’AIDS, partecipare a un piano per l’acqua, promuovere i diritti umani e le riforme giudiziarie e legali per ristabilire sistemi democratici, aiutare profughi e migranti, tutelare l’ambiente, accrescere l’istruzione, risollevare l’Africa, sostenere l’Argentina, migliorare la condizione femminile, lottare contro traffico e sfruttamento di esseri umani e minori.
Vediamo che cosa è stato fatto.

Si sono tagliati i fondi per la cooperazione e diminuiti quelli per le ONG, sono spariti i fondi per l’Africa. Sono aumentati i contributi alle imprese italiane all’estero senza controlli sul loro impiego.
E’ stata bloccata la ricostruzione dell’Afganistan e nulla più si fa per il Kossovo; per l’Irak si aumentano solo le armi, mentre forti sospetti si appuntano sulla Croce Rossa italiana.

In luogo di operare per la pace, si è lasciato affondare il trattato contro le armi batteriologiche, senza reagire alla nuova proliferazione di armi atomiche e alla contaminazione di interi stati. Del resto, al G8, Bush aveva detto chiaramente che non si potevano interdire le armi batteriologiche “perché ciò avrebbe danneggiato l’economia americana”.

Oggi Ciampi va in Cina per togliere lietamente il falso embargo sul commercio delle armi, che era l’unica remora al governo cinese per le sue violazioni permanenti dei diritti umani e senza che tali diritti siano maggiormente rispettati. Nel frattempo si censurano le informazioni sulle violazioni americane, sulle torture di Guantanamo e Abu Graib, sul massacro dei civili iracheni con armi illegali come napalm, bombe atomiche e gas tossici, si sorvola sulla verità di Beslam, si tace sui carceri turchi e sul genocidio di Curdi e Ceceni. Silenzio anche sui brogli e sulle illegalità elettorali in suolo russo e americano, mentre l’imbavagliamento dell’informazione attesta una progressiva violazione del diritto di sapere e di far sapere.

Si archivia qualunque piano di energie rinnovabili, e ci si caccia dolosamente nelle guerre per il controllo degli idrocarburi.

L’acqua è stata rigettata ai piani di privatizzazione delle multinazionali e non esistono forme di tutela nemmeno interne.

Contro i migranti si è fatta la famigerata Bossi-Fini che li chiude in lager o carceri, mentre la Moratti taglia le assistenze per l’apprendimento della lingua nelle scuole. Su 100 euro spesi sull’immigrazione, 85 vanno in repressione e nemmeno uno in aiuti.

Dei diritti umani meglio non parlare perché sono in crisi anche in Italia. La finanziaria si permette di stanziare un miliardo e 200 milioni per missioni militari spacciandole per umanitarie, in aperta violazione dei diritti umani dei popoli invasi, mentre aumenta la spesa in armi poco umanitarie di cui non sentivamo affatto il bisogno, compresa una portaerei per caccia militari.

Il modo con cui è stato ‘tutelato’ l’ambiente è grottesco: condoni e sanatorie ai trasgressori, allentamento di vincoli ambientali e leggi contro l’inquinamento, svendita del territorio. E ora si tenta addirittura di immettere gli OGM in Italia e in Europa, guastando irreversibilmente anche allevamento e agricoltura. Firmati ma mai attuati i protocolli di Kioto; e ormai di inquinamento di aria, acqua e suolo non si sente nemmeno parlare. Assente qualsiasi pianificazione di energie alternative non inquinanti, assente un piano di smaltimento rifiuti, e gli stessi, quando si può, sono rifilati a paesi del Terzo Mondo, mentre si tenta di comprare le loro quote di inquinamento accettate.

Continua l’assenteismo negli impegni internazionali. Del sistema giudiziario meglio non parlare, non solo non si provvede ad altri ma si mira anche a distruggere la separazione dei poteri e l’indipendenza della magistratura; l’Italia rifiuta il mandato di cattura europeo e l’Eurojust. Non si va verso una più rigorosa democraticità, ma piuttosto si corre verso poteri sempre più accentrati scavalcando i principi costituzionali.
Per la lotta all’AIDS, che sta falcidiando il continente africano, dopo il licenziamento di Agnoletto presidente della Lila al tempo dello stesso G8, notiamo che ci sono solo tre paesi al mondo che non hanno onorato i pagamenti: Taiwan, Corea del Nord, e Italia, l’Italia non ha nemmeno versato i 100 milioni promessi.

Berlusconi ha addirittura saccheggiato 80 milioni all’8 per mille destinato all’aiuto dei più poveri per metterli nella guerra. La legge finanziaria del 2004 assegnò 616 milioni alla cooperazione allo sviluppo e a giugno di quest’anno se ne sono tagliati 250 milioni.
La ricostruzione dell’Irak è ormai un paradosso, mentre intere città vengono rase al suolo con piccole bombe atomiche e i civili vengono fusi col napalm, di ricostruzione nemmeno l’ombra, l’Italia spende 600 milioni l’anno non si sa come ma non potremmo neanche sederci al tavolo del negoziato che spartirà la ricostruzione presunta perché non abbiamo pagato la quota di dieci milioni.

Ma cosa si è celebrato nelle Giornate della

Cooperazione? Una caterva di bugie?

Non vediamo da nessuna parte aiuti al Terzo Mondo, progresso o democrazia. Vediamo solo business e corsa al potere; persino dove gli aiuti umanitari ci sono, servono come apripista per interessi commerciali.
Per capire meglio cosa si nasconde sotto la parola ’cooperazione’, riprendiamo le illuminanti frasi finali del G8 di Genova: “La strategia più efficace per ridurre la povertà è di mantenere un’economia globale, forte e dinamica, aperta e in crescita.... libero commercio e investimento aiuteranno la crescita globale e la riduzione della povertà...L’incremento agli investimenti privati è essenziale per generare la crescita, per accrescere la produttività e per elevare il tenore di vita”. E’ il succo del neoliberismo. Abbiamo visto come è andata: guerre infinite, epidemie, distruzioni, Enron, Parmalat, OGM, brogli elettorali, genocidi, aumento della povertà e insicurezza del mondo, diminuzione dei diritti umani e della democrazia. Difficile far credere che i più poveri del mondo si sarebbero trasformati in piccoli Berlusconi grazie al libero mercato e si sarebbero tirati fuori dalla morte per fame.

Diceva quasi 30 anni fa (1978) il presidente Pertini nel suo messaggio di fine anno al paese: "Io ritengo che l’Europa potrà conoscere un domani migliore e che essa potrà svolgere opera di mediazione e di pace ... oggi si spendono per le armi nucleari 400.000 miliardi l’anno, le due superpotenze posseggono 12.000 testate nucleari che corrispondono a 500.000 bombe uguali a quelle che hanno distrutto Hiroshima e Hiroshima è là ad ammonire tutta l’umanità: la tragedia che ha conosciuto Hiroshima potrebbe conoscerla domani l’umanità intera; eppure vi sono 600 milioni di creature umane che mentre io parlo stanno lottando contro la fame.. Si svuotino gli arsenali di guerra sorgente di morte, si colmino i granai sorgenti di vita".

Cosa ci dirà tra pochi giorni il presidente Ciampi nel suo messaggio di fine anno? Che è andato con 200 industriali in Cina per riprendere allegramente il commercio di armi che ingrasserà ora anche di più il mercato della morte? Ce lo dirà sorridendo bonariamente con quel suo viso burroso da papà Natale che piace tanto agli Italiani? Ce lo dirà davanti a quel tricolore la cui retorica ama così tanto?

In questi 30 anni le sorti dei miseri sono ancora
peggiorate, mentre ogni moratoria atomica è buttata alle ortiche e sta vigorosamente riprendendo una incontrollata e funesta proliferazione nucleare. Plaude D’Alema al business mortifero promosso da Ciampi, come continua a plaudire convinto a quella globalizzazione che ha sempre elogiato, incurante dei cinque milioni di bambini che ogni anno muoiono di fame e della metà dei lavoratori di tutto il mondo che sono sotto i due dollari al giorno e un terzo di questi addirittura sotto un dollaro. Marx non è solo morto, è bestemmiato e rinnegato. Ma anche il concetto di patria e quello di religione. Defunto addirittura il concetto di umanità.

Va D’Alema in Argentina e tutto quello che vede è che l’Argentina commercia con la Cina armi più dell’Italia. Non vede o non vuol vedere un paese che proprio la sua globalizzazione ha messo in ginocchio, non vede la miseria indotta dalla Banca Mondiale o dal WTO, non vede nella Cina altro che un compratore utile e allettante, non vede o non vuol vedere nella Cina il principale boia del mondo, che giustizia ogni anno 10.000 persone, che schiaccia qualsiasi movimento religioso o dissenso, che non rispetta alcun diritto dei lavoratori.

Come dice Sergio d’Elia, di Nessuno tocchi Caino, "L’Italia (di Ciampi) si presenta in Cina con delle convenienze, lasciando a casa le proprie convinzioni". Sulle convenienze si fa il mercato. Sulle convinzioni si costruisce la propria anima e si fa la storia.
Furio Colombo scrive oggi sull’Unità: "Il mercato può vivere lunghi periodi senza democrazia, senza libertà degli individui e senza diritti umani." Ce lo mostrò ieri il Cile, ce lo mostra oggi la Cina. Non è la difesa di questo immondo mercato senza diritti umani, senza democrazia, e senza libertà individuali che ci aspettavamo da un presidente della repubblica e da un presidente della sinistra. Non vedono o non vogliono
vedere.

O la cecità del business li ha presi e li ha divorati.