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LEGGE – BAVAGLIO E ATTACCO AI BLOG

Publie le sabato 10 luglio 2010 par Open-Publishing

Ritirato l’emendamento D’Allia, che è girato inopinatamente sul web, la legge-bavaglio presenta un altro attacco ai blog.
L’Art. 1 comma 29, tratta le Rettifiche, ed equipara i diktat alla stampa a quelli dei blog:

“Le rettifiche dovranno essere pubblicate per intero e senza commenti. Per i siti informatici, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro 48 ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono. Per la stampa non periodica l’autore dello scritto provvede, su richiesta della persona offesa, alla pubblicazione, a proprie cura e spese su non più di due quotidiani a tiratura nazionale indicati dalla stessa, delle dichiarazioni o delle rettifiche dei soggetti di cui siano state pubblicate immagini o ai quali siano stati attribuiti atti o pensieri o affermazioni da essi ritenuti lesivi della loro reputazione o contrari a verità, purché le dichiarazioni o le rettifiche non abbiano contenuto di rilievo penale. La pubblicazione in rettifica deve essere effettuata, entro 7 giorni dalla richiesta, con idonea collocazione e caratteristica grafica e deve inoltre fare chiaro riferimento allo scritto che l’ha determinata”

Si noti che uno può non accorgersi della richiesta di rettifica, essendo il termine di 48 ore troppo breve e uno può essere all’ospedale o in viaggio ecc. e che, se volesse contestare giudizialmente la rettifica richiesta, in 48 ore non è nemmeno in grado di mettere su un avvocato.

La legge impone una inammissibile limitazione della libertà di manifestazione del pensiero in Rete che spingerebbe rapidamente l’Italia in una posizione ancora più arretrata di quella odierna (72° posto) nelle classifiche internazionali sulla libertà di informazione. Grazie ai baluba locali, abbiamo leggermente superato Tonga, ma siamo a livello dei Hong Kong, Benin e India. Ci aspettano Timor est, Serbia, Namibia e Bulgaria.
La norma suddetta assoggetta il responsabile di qualsiasi "sito informatico" (anche un blog amatoriale) allo stesso obbligo di rettifica che la Legge sulla stampa (n. 47 dell’8 febbraio 1948) pone a carico del direttore responsabile delle testate giornalistiche. L’omesso adempimento a detto obbligo entro 48 ore - come nel caso di una testata giornalistica - comporterebbe per il responsabile del sito informatico la condanna ad una sanzione pecuniaria. Non capisce se per i blog sarebbe di 12.500 o di 25.000 € o più, come per la stampa.

Questa legge metterebbe l’intero web italiano sotto una spada di Damocle chiaramente pericolosa: «Non si può esigere da chi fa informazione online in modo amatoriale l’adempimento ad un obbligo tanto stringente come quello di provvedere alla rettifica di ogni inesattezza eventualmente pubblicata sul proprio sito o blog, ed egualmente, non si può pretendere che a ciò provvedano i responsabili di siti informatici che ospitano contenuti pubblicati da soggetti terzi».

Come si evade da questo rischio? Non facilmente. Occorrerebbe un sito assolutamente anonimo con la capacità di spostarsi continuamente su altre piattaforme, insomma quello che fanno, per non essere perseguitati, certi siti umanitari in quei paesi dittatoriali che non rispettano le libertà umane, o come fanno, per sfuggire alla giustizia penale, i siti pedofili.

A questo è ridotta la libertà di espressione in Italia? A sfuggire a persecuzioni come vittime politiche o come pedofili?

NUOVO MASADA n° 1167. Sangue e orgoglio

http://masadaweb.org