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La recente invasione etiopica della Somalia è un prodotto della "guerra al terrore" degli USA?

Publie le venerdì 19 gennaio 2007 par Open-Publishing

Dazibao Guerre-Conflitti Governi USA Africa

Questa settimana abbiamo nuovamente visto l’elite di potere americana bombardare un paese già disastrato nel nome della "guerra al terrore" globale.

Essenzialmente l’amministrazione Bush ci sta chiedendo di credere che sta bombardando un paese nel tentativo di uccidere tre terroristi:
Fazul Abdullah Mohammed, (la presunta mente dietro gli attacchi alle ambasciate USA in Kenya e Tanzania, dove morirono 225 persone), e i complici Saleh Ali Saleh Nabhan e Abu Talha al-Sudani. Bush pensa quindi di averci fornito un ulteriore nobile pretesto, come quello delle armi di distruzione di massa in Iraq, per poter attaccare e distruggere un paese già in lotta.

Certamente al pubblico statunitense verrà semplicemente detto che stanno dando la caccia ad Al Qaeda, e loro se la berranno di nuovo… o forse gli lasceranno credere d’essersela bevuta, come hanno fatto per l’Iraq. Io purtroppo faccio fatica a digerire questa ennesima menzogna.

Ho riletto la mia premessa e mi son detta: "non sarò troppo cattivella e maliziosa"? Mi sono fermata un attimo, ho riflettuto, ma anche usando tutta la mia buona volontà sono arrivata a credere che anche questa nuova pulizia USA dalla ’tirannia’ somala, sia fatta SOLO per aprire la strada a multinazionali americane del petrolio, allo scopo di mappare e sviluppare l’immenso potenziale petrolifero del Corno d’Africa.

Troppi sono i fatti oscuri in questa nuova mossa di Bush.

Tutti sanno che prima di bombardare pesantemente i villaggi, l’amministrazione Bush ha a lungo fornito sostegno a spietati killer intenti a mantenere la Somalia in uno stato di guerra civile, dato che questo aiuta il dominio predatorio di ogni signore della guerra a mantenere la nazione divisa.

Tutti ricordano, che questi sono gli stessi signori della guerra che scacciarono le forze americane nel 1993, uccidendo e sfigurando 18 soldati statunitensi e quindi trascinando per le strade i loro cadaveri.

Sappiamo inoltre che nel 1995 le truppe americane se ne andarono, lasciando affondare la Somalia in una spirale di violenze che, fino ad oggi, ha provocato quasi mezzo milione di vittime (contando anche i morti per la carestia generata dalla guerra), continuando però a dare il sostegno all’Etiopia, le cui forze armate, probabilmente le più potenti in tutta l’Africa sub-sahariana, hanno ricevuto negli ultimi dieci anni consistenti aiuti e addestramento militari da parte degli Usa.

Quindi perché le elite di potere americane che hanno sovvenzionato i settari signori della guerra, adesso stanno bombardando le aree islamiche del paese?

La risposta mi sorge spontanea. Il Corno d’Africa è ricco di petrolio e si trova ad appena qualche miglio dall’Arabia Saudita, lo Yemen e la Somalia, sono due fianchi della stessa configurazione geologica che contiene depositi di petrolio ad alto potenziale.

Inoltre, la Somalia è di interesse geostrategico per l’amministrazione Bush, ed’è l’obiettivo delle sue operazioni e delle sue politiche fin dal 2001. Questo non lo affermo io, ma lo dice Larry Chin (giornalista indipendente ed editore associato dell’ Online Journal): "Questo obiettivo è una continuazione delle politiche a lungo termine delle amministrazioni Clinton e Bush padre. Le risorse somale sono state adocchiate dai poteri occidentali sin dai tempi dell’impero britannico", scrive Chin.

Quindi quale momento migliore di questo? C’è pure il"casus belli"...11 settembre.

LA DEMONIZZAZIONE DEL NEMICO

La guerra crea un programma umanitario. Nel corso delle vicende umane, sminuire il nemico è stata una pratica frequente. Esempio: per giustificare l’azione militare, le crociate hanno demonizzato i Turchi come eretici e infedeli.

La demonizzazione risponde a obiettivi geopolitici ed economici. La campagna contro il "terrorismo islamico" (segretamente sostenuto dai servizi segreti statunitensi) serve a conquistare le ricchezze petrolifere.

Viene dunque demonizzato un nemico che possiede i tre quarti delle riserve mondiali di petrolio. "Asse del diavolo", "Stati canaglia", "Nazioni abortite": demonizzare e denigrare sono i punti forti ideologici della "guerra al terrore".

Dicendo questo non voglio giustificare i signori della guerra. Sono infastidita e seccata che l’America nasconda dietro alla parola "democrazia" le sue azioni di guerra, che uccidono migliaia di civili innocenti.

http://www.controcorrentesatirica.com/