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La triade ricomincia a litigare

Publie le domenica 6 giugno 2010 par Open-Publishing

La consorteria cigiellecisleuil ha ricominciato a battibeccare, proprio alla vigilia dell’approvazione di pesanti provvedimenti, primo fra tutti la macelleria economico-sociale del leghista infilitrato PDL Tremonti. Ecco una grottesca sintesi della baruffa.

Ha cominciato Giorgio Cremaschi, rappresentante della "Rete 28 Aprile" della CGIL (quella che definisce una "svolta a destra" l’ultimo congresso nazionale confederale), definendo gli altri due compagni di merende "sottosegretari a tutti gli effetti del governo Berlusconi", pronti a firmare ogni atto che viene fatto passare sotto il loro naso. Forse dovrebbero fare come la ciurma di Epifani: non firmare al tavolo unitario facendo "opposizione". La firma si mette in seguito. È solo una questione di tempo (e di immagine).

Gli risponde il Segretario CISL Bonanni, dal palco dell’assemblea nazionale di quadri e delegati, affermando come "la CGIL soffre di infantilismo" e sia "lo sfasciacarrozze che chiama all’undicesimo sciopero generale senza spostare una virgola". Meno male che Bonanni c’è. Perchè non c’eravamo accorti che la CGIL avesse chiamato allo sciopero generale intercategoriale e che quello che si farà (?) sarà l’undicesimo (da quando, dal ’46?!). Se non l’intera confederazione, totalmente assente dal punto di vista pratico in più di un settore lavorativo (si pensi a scuola o poste...), almeno la storica sigla dei metalmeccanici di Cremaschi e Rinaldini si è ritagliata un capitolo a parte nella relazione della Marcegaglia per i 100 anni di Confindustria, ad inizio settimana.

Il segretario della UIL, Angeletti, non ha ancora rialsciato nessuna perla a mezzo stampa. Almeno non nel merito, dato che comunque ha definito la manovra Tremonti, con grande valutazione strategica, "un po’ più equilibrata del solito dal punto di vista dell’equità sociale". Ha usato proprio queste parole. Davvero niente male, ancora non capiamo le differenze con UGL e sindacato padano (sì, esiste anche quello, non è una barzelletta).

La triade ricomincia a fare i capricci, vuole rassicurazioni sul ruolo sociale ricoperto e rinnovato potere di scelta in campo economico. Niente di nuovo, solo che ora sono nuovamente distratti a misurarsi l’orticello. Operai, riprendiamoci le fabbriche, l’organizzazione e la parola. Cacciamoli fuori ed espropriamo i lauti compensi loro e dei loro foraggiatori: padroni, Confindustria e camere di commercio.

NUCLEO LOMBARDIA E LIGURIA - 5 giugno 2010

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