Home > Licenziare per difendere l’occupazione
Licenziare per difendere l’occupazione. E’ sicuramente un paradosso. Una
antinomia coniugata per nascondere la verità. Come fare la guerra per
pacificare. o le convergenze parallele . Da sempre utilizzata, questa
mistificazione verbale per confondere a far digerire verità scomode. Ma
in tempi di crisi e di concorrenza sleale può diventare un’arma nelle
mani di un’azienda per contrastare il sommerso. La Natuzzi ha licenziato
in tronco due suoi cassintegrati. Non era mai accaduto dal 2002. Anno in
cui la società leader nel settore del mobile imbottito era ricorsa
all’istituto dell’integrazione salariale. I due dipendenti lavoravano in
nero per una ditta concorrente di Santeramo, la «Poltrone e Divani» srl.
«Anche se a malincuore, siamo stati costretti a risolvere il rapporto di
lavoro» dicono dalla Natuzzi. «Comprendiamo bene che per un padre di
famiglia non è facile vivere con 800 euro al mese. Ma occorrono misure
drastiche per combattere l’illegalità in un settore in crisi dove alcune
aziende usano ogni mezzo per erodere fette di mercato. Abbiamo voluto
dare l’esempio. Un messaggio forte e chiaro, che serve a iniettare
fiducia negli stessi lavoratori».
Quindi anche viene motivato dialetticamente la posizione. Per combattere
il sommerso, la concorrenza sleale, l’evasione fiscale, chi si colpisce?
Colpirne uno per educarne mille. Il colpevoli sono loro i lavoratori che
per poter pagare l’affitto o il mutuo, il vitto o le bollette si
arrabattano pé campà. E chi difende i lavoratori? " Non si può
pretendere che dei lavoratori restino con le braccia conserte» è il
massimo che ci si può aspettare da parte di Silvano Penna, segretario
generale di Fillea Cgil Bari. Che continua peggiorando al sua posizione
«Ne va della dignità delle persone. Come sindacato non vogliamo in
nessun modo giustificare il comportamento dei due dipendenti»
Non si denuncia la Poltrone Divani , non intervengono i finanzieri o la
magistratura. D’altronde come si può visto che In passato la stessa
Natuzzi ha affidato commesse a ditte esterne che si servivano per suo
conto di operai cassintegrati.