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Mazara del vallo :castello di bugie mitragliato dal RIS

Publie le venerdì 17 settembre 2010 par Open-Publishing

Castello di bugie mitragliato dai RIS

http://www.pugliantagonista.it/openarea/peschereccio.htm

Che le bugie di Frattini e Maroni avessero le gambe corte lo sapevamo tutti, ma che queste gambe dovessero finire segate da una sventagliata dei RIS, sinceramente nessuno se lo sarebbe aspettato in un paese abituato ai muri di gomma e agli armadi della vergogna, dove dietro nascondere i peggiori segreti di Stato su stragi e tentati golpe.

Alla luce di ciò che trapela dal rapporto dei RIS ( che d’ora in poi dai berlusconiani saranno additati come Raggruppamento Indagatori di Sinistra) chiamati in causa dalla procura che indaga per il tentato omicidio, nei confronti dei pesacatori mazaresi, possiamo dire che ben poco rimarrà di misterioso o che possa smentire la ricostruzione dei fatti da parte del capitano del peschereccio mitragliato.

Sì, perchè di mitragliatrice si deve parlare e non di armi portatili, dicono i RIS che, smentendo quanto detto dai nostri ministri, confermano che non sono state usate armi portatili come pistole o mitra nella tentata strage contro il peschereccio Ariete, ma bensì di un’arma capace di sparare proiettili con una rosa abbastanza ristretta su un bersaglio in fuga, e colpirlo più volte, a brevi raffiche in parti ben precise dello scafo, ovvero la cabina di comando e parti basse della tolda.

Insomma qui non si è trattato di sparare sulla poppa per colpire timone o motori o paranchi da pesca, neanche tirare a prua per intimidire e bloccarne la fuga, qui , come diceva il comandante di Mazara del Vallo si è cercato di ammazzare, punto e basta.

Si è sparato sul fianco , con un ottima precisione e quindi con un’arma in dotazione al mezzo navale libico e quindi direttamente sotto la responsabilità del comandante della motovedetta.

Quando trapelerà il rapporto ufficiale completo dei RIS , dall’analisi delle traiettorie dei proiettili attraverso le differenze di inclinazione dei fori entranti e quelli uscenti dallo scafo, si potrà riuscire a capire anche a che distanza il tirassegno è avvenuto e… a nostro avviso non deve essere da distanza elevatissima, visto che si è sparato da un mezzo che inseguiva un altro, che aveva imballato i motori al massimo.
I misteri naturalmente si infittiscono. L’analisi delle foto disponibili in rete sullo scafo del peschereccio, quel colpo che non era riuscito a forare la bombola del gas , la relativa non eccessiva grandezza dei fori , si parla di circa dieci mm di diametro ma potrebbero essere leggermente di meno, fanno pensare all’uso di una mitragliatrice leggera, con un calibro variante dal 5,56 al 7,62 NATO come quelle in nostra dotazione e questa circostanza ha fatto in molti gridare all’ennesima scandalosa bugia. Ci era stato assicurato che le motovedette gliele avevamo fornite disarmate ed invece…???
Insomma, noi che abbiamo varato pochi giorni fa il nuovo codice della strada che multa salato chi tarocca i motorini, abbiamo poi autorizzato un taroccamento di Stato, montando di nascosto e con il beneplacito dei finanzieri a bordo, una bella mitragliatrice multiuso antimmigrati, pescatori di frodo ecc, eccc…!

No! Non può esser opera nostra!!! Se i libici han montato una bell’arma NATO , in dotazione alle nostre FFAA o prodotta dalle nostre industrie questo non lo sapevamo!I nostri finanzieri che da mesi sono lì a bordo lo avrebbero segnalato e oggi non staremmo a discutere il sesso della mitragliatrice impazzita!

Peccato però che quello del taroccare le nostre imbarcazioni militari montandogli mitragliatrici leggere in funzione antipirati, anti-traffici illeciti e nelle operazioni di controllo di naviglio sospetto in mari “sensibili” è una pratica che le nostre FFAA ed in particolare la Marina fa da diversi anni,

Spesso nei nostri porti abbiamo visto nostre corvette e fregate incaricate di missioni di questo genere , subire modifiche strutturali, con l’impianto di postazioni di mitragliatrici sulle fiancate, munite anche di protezioni leggere. E’ possibili che questo sia avvenuto direttamente in Italia, presso qualche arsenale o stabilimento compiacente ? Se ciò è avvenuto chi ha pagato queste modifiche ? I libici o l’Italia?

Quante sono le motovedette libiche munite di armi fisse? Per sapere ciò basterebbe che la procura richieda non il solo interrogatorio dei finanzieri presenti sulla motovedetta incaricata, bensì tutti quelli che a turno si occupano dell’intero lotto di sei motovedette da noi regalate a Gheddafi.

I misteri di un inseguimento che ufficialmente non c’è stato

A detta del capitano del motopeschereccio, vi è stata una comunicazione in chiaro in italiano sul canale 16 tra le due imbarcazioni e poi dopo gli spari la fuga che si è configurata come un inseguimento durato quasi tre ore, con molti cambi di rotta mentre l’equipaggio si teneva al riparo in coperta.

Sarebbe interessante sapere se le comunicazioni tra italiani e libici possano essere state intercettate sul canale 16, da altri, tenendo conto che il canale 16 è mantenuto in ascolto da qualunque natante essendo un canale di servizio internazionale.

Pur con i limiti di portata delle radio di bordo e relative antenne , possibile che nessuno abbia ascoltato nulla? Poi, una volta vistosi mitragliato per che il capitano del peschereccio non ha lanciato un mayday sul canale di soccorso e capace di essere intercettato anche dal satellite geostazionario?

Ed infine, nessuno a bordo era dotato di un telefono satellitare o comunque un telefonino capace di raggiungere l’Italia e chiedere il soccorso anche di unità navali nostrane?In un luogo in cui i migranti, appena lasciate le acque territoriali africane , con i loro barconi chiamano mezzo mondo per far sapere che qualcuno deve rimorchiarli sulle sponde italiane, un moderno peschereccio non riesca a lanciare un grido di soccorso è cosa per lo meno singolare!!!

Che il terrore di esser colpiti in cabina fosse forte lo comprendiamo, ma se è vero che il peschereccio è stato inseguito sino sotto Lampedusa cioè a portata della postazione radio navale del luogo, perché il capitano non ha chiesto aiuto? Possibile che ormai la rassegnazione tra i pescatori siciliani perennemente sequestrati dai libici in quel tratto di mare conteso sia così consolidata da far rinunciare loro di chiamare aiuto?

Sino a questo momento ciò non trapela dai giornali e fa infittire il mistero.

Immaginatevi la sorpresa di una nostra unità della guardia costiera,eventualmente intervenuta, nello scoprire che sulla motovedetta assassina impazzita c’erano dei “colleghi” resi ciechi, sordi e muti da chissà quale ordine superiore!!!

L’altro mistero è quello che riguarda le modalità dell’inseguimento: che l’Ariete sia un bel peschereccio, moderno , con apparecchiature sofisticate lo ha detto lo stesso armatore , ma che avesse il motore delle Ferrari in corpo, bè diciamo che è anche una sorpresa , tenendo conto che, se è vero quello che dice il capitano, è riuscito a far mordere la polvere…pardon , l’acqua ad una bestia di motovedetta come quella della classe Bigliani che lo ha inseguito per ore !!!….

E’ vero che quest’ultima è stata costruita negli anni 80, però pur sempre capace di correre a 40 nodi e star dietro al miglior scafo contrabbandiere!

Che cosa è successo ai libici? Han voluto correre con il freno a mano tirato e giocare al tirassegno o gli abbiamo regalato una nave con il motore bolso?

L’utima ipotesi, la più pietosa è quella che magari un nostro finanziere, preso da una crisi di coscienza, col rischio di esser lapidato dai libici, abbia fatto in modo che non potesse correre più di tanto….

Osservatorio sui Balcani di Brindisi

Brindisi 16 settembre 2010