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Ho sempre considerato Antonio Albanese ben altro dal solito comico/attore.
Ci sono personaggi suoi talmente veri che a me non sono riusciti, per esempio, a strappare neppure un sorriso.
Non vuol dire che non mi sono piaciuti, anzi.
Trovo però che non sia molto facile "vedere" solo come apparizione comica il "Perego" o i tre dell’ottimimiso "Antonio, Manuela e Paolo", quelli con il cielo azzurro dietro e le nuvole bianche, calati in dialoghi vicinissimi a Ionesco e alla Cantatrice Calva. L’assurdo del nostro quotidiano politico che diventa rappresentazione spietata.
"Noi stiamo veramente bene, da qualche mese a questa parte. Ottimamante! Divinamente. Ah! Siamo realisti. Ottimisti. Entusiasti. Noi lo sappiamo, anche voi… da qualche mese a questa parte: non ci sono più problemi. Problemi? Via! Si chiacchierava al circolo del tennis di aumenti dei prezzi. [Risate dei tre]. Aumenti? Prezzi? Non ci sono più aumenti. Non ci sono più prezzi. Ma dov’è il problema? Da qualche mese a questa parte non aumenta più niente. Non esistono più registratori di cassa. E’ molto vero. Via i registratori di cassa! Si paga con la simpatia. Ah! Evviva il baratto. Si paga con il realismo. Ah! L’ottimismo. La libertà. Si parla di aumenti dei prezzi, ma ne parlano gli anziani. Anziani? Da qualche mese non si invecchia neanche più…"
E’ talmente così vero questo dialogo che ti inchioda.
Altro che comicità.
Perché i tempi sono davvero cambiati, mister Tamburino, rimettiamoci la maglia.
I giornalisti italiani diventano i veri comici.
I politici sono approssimativi figuranti tragicamente buffoneschi di questa italiota.
I TG televisivi hanno preso il posto di "Oggi le comiche".
Alla fine rimangono solo gli attori comici satirici ad essere autentici rivelatori dei fatti.
Non è un caso che siano così avversati e censurati dal regime berlussoniniano. Ha fatto sparire Sabina Guzzanti. Troppo intelligente e precisa in analisi politiche e sociali per essere "ammessa" ai palinsesti televisivi.
Il caso di Daniele Luttazzi lo ricordiamo tutti. Il premier e la sua rappresentanza di cortigiani spettacolari tristissimi sono stati condannati a risarcire al Luttazzi un bel pacco di soldi.
Ma questo nessuno ve lo dice.
E il sire è talmente ricco che se ne fotte delle condanne pecuniarie. Piuttosto che far emergere anche una sola verità su di lui e la sua corte paga, e salato!, ma certi "comici" non devono più essere visti.
Editti bulgari.
Via anche giornalisti come Enzo Biagi. Tanto poi la Disinformazia negherà che sia stato licenziato con una raccomandata. L’Agenzia di Stampa Globalizzata dello Stato attuale racconterà un sacco di balle, i quotidiani di famiglia le riprenderanno sbattendole in prima pagina e trasformandole in proclami che neppure il ventennio avrebbe invidiato. I boccaloni, tanti, italiani ci crederanno, perché "l’hanno detto alla televisione", lo dicono i giornali del cavaliere, ergo: è tutto vero.
Gli idioti in massa rivoteranno per l’orrore e saranno sempre pronti a difendere, urlando in piazza, nelle manifestazioni riempite anche poco, seppur piene di comparse pagate dall’organizzazione delle Libertà, il niente.
E com’è vero, reale, assolutamente così uguale, ancora meglio dell’autentico, il "Ministro della Paura" di Albanese.
Ancora di più, calandosi nella cloaca puzzolentissima dei politicanti cialtroni con la faccia di bronzo, emerge Cetto Laqualunque: specchio riflesso fedelissimo della sporcizia etica, saldo politico, mafia nello Stato, prevaricazione e prepotenza sicumerosa delle macchiette ai ministeri, dei portaborse e sottosegretari, di quelli che ridevano durante la scossa di terremoto a L’Aquila, dei puttanieri di Stato e degli appalti pubblici assegnati a via di marchette…
E’ per questo che Cetto La Qualunque è l’uomo politico dell’anno.
Perché almeno questo personaggio "comizia" dicendolo chiaramente che prende per il culo la gente e non ha problema ad eleggere la figa come mediatrice politica ed ago della bilancia di questo gran bordello che è diventata l’Italia [per dirla alla Dante].
Cchiu’ pili pì tutti, ponti di pili e fanculu anche alla Sanità Pubblica, fanculu pure alla democrazia e alla Costituzione.
Prima votatemi e dopo pensate.
Eleggetemi e vi costruirò viali di pili, vi porterò via l’immondizia da Napoli e stenderò sulle strade tappeti persiani di pili, cazzu cazzu.
Scatta immediatamente qui agli occhi il Cosentino o’ Mericano intoccabile, quello per il quale le procure delle Repubbliche stanno chiedendo da due anni l’arresto per Camorra, ma resta al suo posto, perché è cosa buona e giusta.
Penso a Dell’Utri e alla sua strafottenza tipica dei massoni sporchi e mafiosi, stracondannato, cacciato dalle manifestazioni pubbliche, che non si preoccupa, tanto è senatore di questa Repubblica bananara somala. Riesce anche, cazzimmo, a dire che "la mafia non esiste". Lo dice in un italiano diverso da quello usato da Toto’ U’ Curtu Riina di fronte ai giudici dei maxiprocessi, ma l’affermazione è identica. Riina e Dell’Utri negano entrambi l’esistenza della mafia.
Sta a vedere che pure questa è un’invenzione della "metastasi magistratura rossa" e dei "giornalisti di sinistra" che tanto li stanno perseguitando e che magari dovranno sparire, così come chiede Licio Gelli nel suo Piano di Rinascita Democratica P2.
Sta a vedere che qualcuno farà ancora la fine di De Mauro o di Pasolini, di Pinelli o Carlo Giuliani.
Perché ci siamo di nuovo, la Storia ciclica voluta dagli italiani che non sanno scegliere altro se non il manganello, si ripete.
Ed è qui, manifestata concreta, la tragedia nera e fascista che la nostra Italia sta di nuovo vivendosi.
Una tragedia attuata da tizi che non sappiamo neppure chi fossero, pericoli pubblici assoluti del male, incapaci e semianalfabeti che si illudono di saper governare, pressappochisti che stanno facendo divertire il resto del mondo civile.
Ministri della Difesa che insultano, minacciano, intimidiscono in diretta televisiva, volendo fare pure una lezione sul vero fascismo.
Non serve quella lezione. Perché l’autentico e più becero fascismo, quel ministro lo rappresenta e lo applica tutto, ne è il volto ufficiale delle nuove camicie brune.
Farnesina in mano all’ex maestro di sci dei figli del premier che riesce a parlar bene solo di Putin e Gheddafi, chissà perché, e poi ci scaraventa in figure di merda internazionali, assecondando le minacce dei suoi colleghi ai dicasteri al governo brasiliano per non aver consegnato Battisti al regime per nulla democratico e garantista italiano.
L’altra tizia, la piccola balilla, che oggi è scandalizzata dai silenzi della sinistra [PD, NdA], sempre sul caso Battisti, e scenderà in piazza per dire no.
Ma no a che cosa?
Alla Convenzione di Ginevra? Al trattato dell’Aia? Alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo?
In pratica scenderebbe in piazza per dire no al governo stesso che rappresenta, ma la poveretta non se ne può rendere conto; fa parte della scuola di Iva Zanicchi.. e si sa ormai: prendi questo pilu zingara… che ti do un posto all’europarlamento o ti incollo il culo sull’alcantara rossa di una poltrona di Stato.
Per dirla alla Cetto La Qualunque: questi prima se ne sono stati zitti perché dovevano inciuciare con i trattati economici Brasile/Italia e l’amicale concordia; e ora si svegliano, fintamente e minchiatamente incazzati… fanculu pure alla Meloni!
E per finire c’è il caso FIAT: Marchionne che è diventato improvvisamente operaista giallo e ci tiene ai suoi operai, come ci tengono Sacconi, Bonanni, Angeletti… li tengono proprio i metalmeccanici: a 90° e ci danno dentro a più non posso, perché anche questo è un atto del Partito dell’Amore Globale.
’Nto culi a tutti.
Cetto La Qualunque: Politico dell’Anno 2010!
Lucio Galluzzi
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Messaggi
1. ’NA BEATA MINCHIA, 3 gennaio 2011, 11:32, di Sandro
Albanese e’ troooooppppo forte!Un altro livello proprio!E ci azzecca!...Io l’ho conosciuto...e’ pure una persona umile e alla mano!
2. ’NA BEATA MINCHIA, 4 gennaio 2011, 07:38, di e = mc2
Cetto è atrocemente veritiero; più della realtà sotto i nostri occhi.
Ciò preoccupa; ma non tutti.