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Nicaragua: e’ prioritario l’Investimento in Capitale Umano e Sviluppo Umano?

Publie le martedì 30 novembre 2004 par Open-Publishing

Dazibao America Latina


di Giorgio Trucchi

In Nicaragua si sta per approvare il Bilancio Generale della Repubblica per il
2005.
Il Presidente Enrique Bolaños vuole destinare una buona parte dell’Abbuono al
Debito estero e delle Entrate Fiscali per pagare il Debito interno cioè per i
banchieri nicaraguensi.
Quasi niente resterà per la lotta contro la povertà in Nicaragua, per la sanità ed
educazione.
Un’interessante analisi dell’economista indipendente Adolfo Acevedo Vogl mette
al nudo la situazione del paese.

Introduzione

Totale di popolazione in Nicaragua 5.300.000 persone.

La popolazione che sopravvive con meno di US $2 al giorno é passata da 3.693.600 persone nel 1998 a 4.049.500 persone nel 2001.

La popolazione che sopravvive con meno di US $1 al giorno, é passata da 1.993.300 persone nel 1998 a 2.217.3000 persone nel 2001.

La popolazione che sopravvive con meno di US $0.50 al giorno, é passata da 566.800 persone nel 1998, a 640.200 persone nel 2001.

Nel frattempo il 29 per cento dei nicaraguensi soffrono di fame e denutrizione.

12 peggiori distribuzioni di entrata nel mondo:

N° País Coeficiente di Gini

1 Namibia 70,7
2 Botswana 63,0
3 Sierra Leone 62,0
4 Rep. Centroafricana 61,3
5 Swaziland 60,9
6 Brasile 60,7
7 Nicaragua 60,3
8 Sud Africa 59,3
9 Honduras 59,0
10 Paraguay 57,7
11 Cile 57,5
12 Etiopia 57,2

(Fonte: Relazione di Sviluppo Umano PNUD, 2003)

L’enorme disuguaglianza nella distribuzione delle entrate ha implicazioni molto gravi per lo sviluppo futuro del paese:

1) L’assicurata riproduzione intergenerazionale della povertà e le disuguaglianze.
La disuguale distribuzione delle entrate si traduce e si rialimenta con un’enorme disuguaglianza nell’accesso all’educazione e la sanità, la nutrizione, le risorse produttive, etc.
Le famiglie con entrate molto basse non possono assicurare un adeguato minimo livello di educazione, salute e nutrizione ai propri figli che devono anche abbandonare la possibilità di studiare per lavorare a partire da un’età molto precoce. Questi bambini, quando cresceranno, non potranno accedere ad occupazioni ben rimunerate che richiedono una maggiore qualificazione ed avranno solo accesso ad impieghi precari e con entrate molto basse che li condanneranno alla povertà

2) In termini strettamente economici una disuguaglianza molto ampia nella distribuzione delle entrate rende impossibile l’accumulazione di livelli minimi adeguati di capitale umano per estesi segmenti della popolazione cosa che significa un livello medio di dotazione di capitale umano molto basso. Ciò impedisce le prospettive di crescita della produttività e delle entrate procapite.

3) Questo significa un basso livello medio di dotazione di capitale umano per il paese e pertanto, significa che la popolazione ed il paese verranno inevitabilmente "lasciati fuori". Nemmeno il paese e la popolazione avranno accesso alle conoscenze, alla formazione e alle capacità che si esigono per inserirsi in maniera più "competitiva" nel mercato mondiale. Il paese si trova così senza basi per il proprio futuro.
Nei bambini e nelle bambine minori di cinque anni, appaiono come cause principali di malattia e morte, la denutrizione, la tubercolosi, la parassitosi intestinale e gli incidenti. Questi problemi sono vincolati alla situazione di povertà, all’insicurezza alimentaria, all’insufficiente copertura e qualità dei servizi sanitari e alla scarsa infrastruttura igienico sanitaria.
I tassi di mortalità infantile sono superiori negli strati di maggiore povertà (50 per mille) che in quelli di minore povertà (16 per mille).
Un comportamento simile si osserva nella mortalità tra i minori di 5 anni (64 per mille nel settore di maggiore povertà e 19 per mille in quello con maggiori entrate).
Questi dati diventano preoccupanti quando si apprezza che, il comportamento tra 1998 e 2001, è stato di una maggiore discesa della mortalità infantile nel gruppo con maggiori entrate in relazione a quello di entrate inferiori.

L’Inchiesta sul Lavoro Infantile del 2000 (ENTIA 2000), ha rimarcato che in Nicaragua più di 314.000 bambini, bambine ed adolescenti tra i 5 e i 17 anni sono lavoratori; più di 100.000 bambini, bambine ed adolescenti realizzano attività lavorative tipificate come di alto rischio.
6 di ogni 10 giovani in età per frequentare le scuole superiori rimangono fuori delle aule scolastiche ed il 23 percento dei giovani nelle aree urbane sono disoccupati.
Secondo l’Istituto Nicaraguense di Sondaggio e Censimento (INEC), la distribuzione degli Ingressi é peggiorata.
La concentrazione delle entrate si è aggravata radicalmente: il 10 percento delle famiglie più ricche che prima si appropriava del 39 per cento delle entrate, si appropria ora del 45 per cento. Il 20 per cento più ricco, che si appropriava del 54 per cento, ora si appropria del 60 per cento delle entrate totali.
Al contrario, il 20 per cento più povero, che sopravviveva appena col 3.5 per cento delle entrate, ora lo fa col 3.3 percento.

Ora vediamo le priorità di assegnazione di risorse nel Bilancio Generale del Nicaragua:

1. Le Entrate Fiscali del Governo Centrale passano da 670 milioni di dollari nel 2003, equivalente al 16,2 percento del Prodotto Interno Lordo (PIL), a 795 milioni nel 2005, equivalente al 17,1 percento del PIL. L’aumento delle Entrate è di 125 milioni di dollari tra il 2003 e il 2005.

2. L’Abbuono al Debito estero dell’Iniziativa per i Paese Poveri Altamente Indebitati (HIPC) per la Lotta contro la Povertà passa da 99 milioni di dollari nel 2003, equivalente al 2,41 percento del PIL, a 123 milioni nel 2005, secondo i calcoli del Governo, equivalente al 3,1 percento del PIL. L’aumento dell’Abbuono al Debito estero, secondo i calcoli ufficiali, è di $24 milioni di dollari.

3. Le Entrate Fiscali più l’Abbuono al Debito estero sarebbero aumentate di 149 milioni tra il 2003 e il 2005.

4. Intanto il Debito interno passa da 151 milioni di dollari nel 2003, equivalente al 3,65 per cento del PIL ed a 27,55 dollari per ogni abitante del paese, a 183 milioni nel 2005, equivalente al 3,94 per cento del PIL ed a 31,74 dollari per ogni abitante.

5. Il Bilancio del Ministero di Sanità (MINSA) passa da 134.6 milioni di dollari nel 2003, equivalente al 3,25 per cento del PIL, ed a 24,55 dollari per ogni abitante del paese, a 132,3 milioni nel 2005, equivalente al 2,85 per cento del PIL, ed a 22,96 dollari per abitante.

6. Il Bilancio del Ministero dell’Educazione (MEDC) passa da 120 milioni di dollari nel 2003, equivalente al 2,9 per cento del PIL ed a 21,94 dollari per ogni abitante, a 123,7 milioni nel 2005 equivalente al 2,66 per cento del PIL ed a 21,4 dollari per abitante.

La spesa per alunno del MEDC passa da 84 dollari nell’anno 2000 a 74 dollari nel 2003 ed a un importo previsto di 70 dollari per alunno nel 2005.

Questo è ancor più grave se si tiene in conto la gravità degli indicatori del paese in termini di educazione e sanità, i quali risultano essere semplicemente drammatici.
Attualmente, più di 850.000 bambini rimangono fuori del sistema educativo, il 29 per cento dei centri di insegnamento non hanno acqua, il 68 per cento non ha elettricità e il 76 per cento non ha i requisiti elementari per l’insegnamento.
6 di ogni 10 giovani tra i 13 e i 18 anni non frequentano le medie e le superiori. Questo è grave in un paese in cui la maggior parte della popolazione è giovane ed in cui esiste anche un altissimo tasso di disoccupazione tra i giovani, specialmente nelle zone urbane.

I salari dei maestri sono miserrimi, equivalenti a poco più di due dollari al giorno.
Di 100 bambini che entrano alle elementari, solo 29 passano alle medie e di questi, appena 23 passano alle superiori, arrivando a un diploma solo in 11. Di questi, solo 6,7 entrano all’università e solo 2,5 raggiungono la laurea.

In media, un nicaraguense frequenta solo 4,6 anni di scuola. I poveri non "estremi" hanno solo 3,3 anni, mentre chi si trova in povertà "estrema" ha ancora meno: appena 1,9 anni, molto sotto il minimo di 4 anni che é quello che ci sarebbe bisogno per acquisire conoscenze basilari di lettura ed aritmetica.

Il tasso di analfabetismo della popolazione maggiore di 15 anni oscilla tra un 20 per cento ed un 30 per cento della popolazione.

Il 43.5 percento dei poveri estremi non hanno nessuna scolarità.

Il tasso netto di scolarità elementare, secondo il MEDC, é passata dal 85,5 per cento nel 2002 al 83,5 per cento nel 2003 ed al 82,5 per cento nel 2004.
La breccia tra la spesa per l’educazione per persona del Nicaragua rispetto al Costa Rica é passata da 4,4 volte nel 1983-85 a 8,75 volte nel 1999-2000.
Rispetto a Panama, la stessa breccia é passata da 3,6 volte nel 1995 a 7 volte nell’anno 2000.

Questo basso investimento in educazione é aggravato dal profilo demografico del paese. Così, mentre più del 50 per cento della popolazione é in età scolare, questa proporzione si avvicina a solo il 30 per cento negli altri paesi latinoamericani.

7. Secondo stime ufficiali, la Spesa per la lotta alla povertà che si finanzia con risorse interne, si é contratta di 4,7 milioni di dollari tra l’anno 2000 e l’anno 2003.

Nel frattempo, le risorse interne che potrebbero e dovrebbero destinarsi ad aumentare detta spesa, sono aumentate di 174 milioni di dollari nello stesso periodo. In altre parole, nemmeno un solo centesimo dell’aumento nelle risorse interne (aumento nelle Entrate Fiscali più l’Abbuono al Debito estero della HIPC), é stato destinato all’aumento delle Spese per la lotta contro la povertà finanziato con risorse interne le quali, al contrario, si sono ridotte per un importo di 4,7 milioni di dollari.

Detto in un altro modo, le risorse interne che si destinano alla Spesa per la lotta contro la povertà passerebbero dal 42 per cento delle risorse interne totali nell’anno 2000, a rappresentare unicamente il 33 per cento di dette risorse nell’anno 2005, una percentuale simile a quella del 1997.