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Nicaragua : repressione Generalizzata

Publie le venerdì 2 luglio 2004 par Open-Publishing

Dazibao


Giorgio Trucchi

1) SOTTO PROCESSO LAVORATORI E SINDACALISTI DELLA ZONA FRANCA
La impresa coreana King Yong, salita alla ribalta negli ultimi mesi in Nicaragua
per aver licenziato l’intero consiglio di fabbrica appena formato e circa 150
lavoratori e lavoratrici che in qualche modo avevano avuto a che fare con esso,
continua la sua personale lotta per impedire che le persone licenziate tornino
al loro posto e che il sindacato del settore le continui a difendere.
Durante il mese di maggio il Ministero del Lavoro (MITRAB) ha emesso una risoluzione
a favore dei lavoratori licenziati, disconoscendo il licenziamento e riconoscendo
la validità della Giunta Direttiva che si era formata all’interno dell’impresa.
E’ importante ricordare che la libertà di formare consigli di fabbrica all’interno
delle imprese e la libertà sindacale in generale é garantita dal Codice del Lavoro
e dalla stessa Costituzione Politica del paese. Pochi giorni dopo i lavoratori,
accompagnati da alcuni sindacalisti della Federazione Tessile, si sono presentati
ai cancelli della King Yong per chiedere il rispetto della risoluzione del MITRAB
e quindi la reintegrazione ai loro posti di lavori. La risposta dell’impresa é stata
la presenza di decine di guardie private armate che hanno impedito l’entrata
ai lavoratori e sindacalisti e quindi la consegna della risoluzione ai proprietari
dell’impresa.

Il tentativo di forzare l’entrata ha visto la violenta reazione delle guardie a cui é seguita una colluttazione durante la quale ci sono stati colpi e spinte.
E’ immediatamente intervenuta la Polizia, che probabilmente era già stata avvisata dall’impresa, che in modo insolitamente veloce ed "efficiente" ha arrestato il Segretario Nazionale della Federazione Tessile, Pedro Ortega e il coordinatore Harling Bobadilla che sono poi stati rilasciati.

La King Yong ha ora presentato una denuncia contro tutto il Consiglio di Fabbrica e contro i sindacalisti per violazione della proprietà privata e lesioni.
La manovra dell’impresa coreana é un chiaro tentativo di tagliare la testa al movimento sindacale che difende i diritti dei lavoratori e lavoratrici della Zona Franca e di trovare un nuovo movente per far riconoscere i licenziamenti già effettuati nonostante la negativa del Ministero del Lavoro.

In attesa del processo, i denunciati hanno chiesto al giudice di poter effettuare un incontro di mediazione (previsto della legge) per cercare di risolvere la situazione senza bisogno di arrivare ad un processo.

Intanto i lavoratori e le lavoratrici licenziate hanno presentato la denuncia in Tribunale per costringere l’impresa coreana a rispettare la risoluzione del MITRAB. Questa é purtroppo l’unica risorsa che resta ai lavoratori, ma é anche la misura preferita dalle imprese di Zona Franca in situazioni come queste dato che i processi si dilungano per anni e molto spesso sono gli stessi lavoratori che, presi dalla necessità di lavorare per sfamare le proprie famiglie, abbandonano la causa in corso per cercarsi un altro lavoro.

Questo, come molti altri, é uno dei vergognosi casi in cui sono coinvolte le imprese di Zona Franca che, oltre a non rispettare i diritti lavorativi e umani dei lavoratori e lavoratrici, violano in modo spudorato le leggi nazionali senza che nessun organo dello stato intervenga in modo energico.

Questo é il futuro che il governo nicaraguense sta prospettando per i nicaraguensi attraverso la politica di apertura incontrollata del paese alle imprese di Zona Franca, che é uno dei punti fondamentali del Plan Nacional de Desarrollo, del Plan Puebla Panama e del CAFTA.

Nei prossimi giorni l’Associazione Italia-Nicaragua, che da anni é al fianco dei lavoratori e lavoratrici della Zona Franca in Nicaragua, pubblicherà sui giornali locali un Campo Pagado firmato anche da organizzazioni locali della società civile e dai sindacati per aumentare la pressione sulla King Yong e per lanciare a livello nazionale la denuncia su quanto sta accadendo.

2) LETTERA APERTA AL POPOLO HONDUREÑO

Di fronte alle dichiarazioni ed alle accuse che sono state fatte nei diversi mezzi di comunicazione in questi ultimi giorni, noi, come stranieri di differenti nazionalità che appoggiamo comunità, assunti dei diritti umani, progetti sociali di sviluppo e organizzazioni popolari nelle diverse regioni del paese, esprimiamo che é legittimamente preoccupante la campagna di disinformazione e manipolazione che si é lanciata dai mezzi di comunicazione, nel presentare gli stranieri come incitatori all’instabilità in questo paese.

Noi veniamo, la maggior parte come volontari, per accompagnare il popolo honduregno, lavorando in progetti sociali nelle comunità e nelle organizzazioni popolari e nei diritti umani. Stiamo lavorando in questo senso, appoggiando processi che portano al vero sviluppo, come lo definiscono le comunità ed i settori popolari – uno sviluppo integrale che rispetta il popolo, i suoi diritti, i suoi sogni ed il medioambiente.

In molte occasioni é stata chiesta la nostra presenza in mobilitazioni, come per esempio per l’azione pacifica che si terrà fra qualche giorno, la Marcha por la Vida. E’ stata chiesta la nostra presenza, non per lanciare azioni terroriste, ma per controllare che siano rispettati i diritti umani dei partecipanti e per documentare qualunque violazione o abuso che possa succedere. Il governo ha riconosciuto che le richieste della Marcia sono giuste, però ironicamente minaccia di espellere qualsiasi straniero che vi parteciperà.

Nuovamente stanno accusando le organizzazioni di essere finanziate da stranieri, addirittura che il denaro proviene da Cuba o dal governo di Hugo Chávez in Venezuela. Queste dichiarazioni possono avere due obiettivi: uno, affermare che la crisi sociale ed economica nel paese é provocata o causata da agitatori stranieri, e due, suggerire che il popolo honduregno, attraverso le sue organizzazioni popolari, non sia capace di sviluppare le proprie conclusioni, richieste ed azioni di fronte a questa crisi, ma che la risposta organizzata a questa situazione che stiamo vedendo é orchestrata da governi stranieri - specificamente da governi latinoamericani che non lavorano per gli interessi degli Stati Uniti.

Un elemento di tutto questo discorso che vale la pena essere analizzato, é che si, ci sono stranieri che stanno finanziando le inquietudini di questo paese, sebbene si tratti di un altro gruppo di stranieri. Ci riferiamo alle grandi istituzioni internazionali, come nel civile hanno a che vedere direttamente con il programma di “ajuste estructural”, istituzioni che impongono come condizione ai prestiti: le privatizzazioni, l’eliminazione dei sussidi ai prodotti della canasta basica, cambi alle leggi del paese, etc.

Non possiamo nemmeno dimenticare gli investitori stranieri che stanno causando grandi danni al medioambiente ed alla salute. Prendiamo come esempio le imprese multinazionali delle miniere. Comprando concessioni di enormi terreni honduregni, hanno il diritto di sfollare le comunità che vi vivono, hanno il diritto di importare macchinari senza pagare tasse, hanno il diritto di usare le fonti d’acqua che vogliono, installano operazioni usando il metodo di miniera a cielo abierto con enormi quantità di cianuro ed altre sostanze che contaminano l’aria, i fiumi e la vita stessa.

E mentre gli stranieri delle istituzioni internazionali obbligano il governo ad agire contro il popolo, mentre gli stranieri investitori sfruttano le risorse naturali del paese, mentre comunque ci sono stranieri delle forze armate degli Stati Uniti stazionati in Palmerola, a noi, quelli che appoggiamo di buon cuore lo sviluppo integrale comunitario, i diritti umani, e le organizzazioni popolari, ci vogliono espellere dal paese.

Che il popolo honduregno giudichi se meritiamo una campagna di diffamazione e minacce di espulsione.

Arthur Sherwood
Membri della comunità internazionale di solidarietà con il popolo di Honduras.

3) PIUTTOSTO MORTI CHE SMETTERE DI GRIDARE!

La Corte di Appello ha rifiutato il ricorso fatto dall’avvocato di Marcelino e Leonardo Miranda, riconfermando la condanna a 29 anni per assassinio ed altro. Le accuse sono chiaramente false ed i giudici sono corrotti, quindi é evidente che la loro detenzione é di stampo politico.

Marcelino e Leonardo sono due leader indigeni Lenca della comunità di Montagna Verde, riserva silvestre ubicata nelle montagne occidentali di Honduras. Zona ambita da una famiglia ricca e potente che ha attuato tutta questa messa in scena, con tanto di testimoni falsi, di aggressioni nella stessa comunità, per eliminare i due leaders che sono i più forti oppositori ai loro piani e quindi per potersi impadronire delle terre.

Da oggi iniziano nuove azioni per denunciare questa ulteriore mancanza di rispetto dei diritti umani e seguirà la campagna internazionale per la difesa dei due compañeros innocenti.

Ieri siamo andati a trovare Marcelino e Leonardo nel centro penale di Gracias. Sono sereni e pronti a tutto. Volevano iniziare uno sciopero della fame indefinito per protestare contro l’ingiustizia dimostrata nei loro confronti e per denunciare la situazione di Montagna Verde. Siamo però riusciti a convincerli che lo sciopero della fame indefinito non é la migliore soluzione perché significa morte sicura, perché questo governo e questo potere giudiziale sono indifferenti, perché tutti noi li vogliamo LIBERI e soprattutto VIVI!!!

Vi invio una lettera che hanno scritto prima che ce ne andassimo.

Oggi hanno iniziato uno sciopero della fame simbolico di tre giorni ed anche il Copinh, organizzazione di cui Marcelino e Leonardo fanno parte, si é piazzato a tempo indefinito nella capitale, sotto l’edificio della Corte Suprema, chiedendo giustizia per i due fratelli e dichiarando lo sciopero della fame di un gruppo di compagni e compagne solidali. Si sono mosse quasi trecento persone, delle differenti comunità indigene per solidarizzare con i due leaders Lenca. (ALBA)

Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indigenas de Honduras (COPINH)

La injusticia y la violación de derechos humanos prevalece contra los pueblos Indígenas en Honduras!!

Il COPINH denuncia davanti al Governo della Repubblica, la comunità nazionale e internazionale quanto segue:

Il nostro paese continua la politicizzazione del potere giudiziale da parte dei signori che ostentano il potere politico, economico e militare con la recente ratificazione della condanna di 25 anni di prigione contro i fratelli Miranda, in un processo manipolato, razzista, parziale ed ingiusto, quando é chiaro che la vera ragione di questa violazione ai diritti umani più fondamentali, é la lotta che questi leaders indigeni hanno sviluppato per la territorialità e per essere membri del COPINH.

I nostri compagni sono in prigione da 17 mesi, al momento di essere sequestrati furono torturati in diverse forme da 28 elementi della polizia e paramilitari in un atto repressivo contro tutta la comunità di Montaña Verde, i torturatori stanno godendo dell’impunità, alcuni furono perfino citati per testimoniare contro i nostri compagni, che si mantengono con fermezza nei principi del loro popolo, nonostante la tortura selvaggia, nonostante elementi dell’ “inteligencia” del Ministerio de Seguridad li abbiano minacciati con le armi dentro il carcere di Gracias, nonostante le condanne giudiziali e gli ostacoli alla giustizia del Pubblico Ministero ed il suo accanimento permanente contro di loro.

La Corte di Appello di Santa Rosa de Copan, al posto di riorientare verso la legalità il caso di condanna contro i nostri compagni Lencas del COPINH Marcelino e Leonardo Miranda, ha ufficializzato l’arbitrarietà del Giudice di Gracias confermando i fatti, che non hanno sostegno probatorio, addirittura contraddicendo pareri periziali.

La sentenza approvata persiste nel violentare il dovuto processo convalidando come prova la dichiarazione di testimoni, le cui testimonianze furono ottenute senza citazione, senza convocazione della difesa e fuori dal periodo probatorio, contrario a quanto stabilito per legge.

Le formalità, i diritti e le garanzie stabilite nella Costituzione della Repubblica, per proposta ed esecuzione della prova, non sono osservate, nonostante siano adempimenti obbligatori per tutti.

Quanto sopra, dimostra che quando si tratta di amministrare la giustizia in accuse contro gli Indigeni, la legge e la vera giustizia vengono meno se ci sono da proteggere gli interessi dei gruppi di potere, con ciò si evidenzia che il Poder Judicial si é strumentalizzato a favore dei poderosi.

Perciò, la nostra organizzazione ha deciso di continuare in maniera energica un processo di lotta, di denuncia, di resistenza davanti alla Corte Suprema di Giustizia, davanti al resto dei poteri dello stato, davanti alle instanze internazionali, in tutte le forme che i nostri diritti costituzionali, storici e ancestrali ci permettono ed uniti ai nostri compagni Marcelino y Leonardo in carcere, dichiaratisi in Sciopero della Fame da oggi alle 5:00 fino alle 17:00 del 2 luglio del 2004.

Condanniamo il Governo del burattino e dittatore Ricardo Maduro, condanniamo l’operato della Corte di Appello di Santa Rosa de Copan ed esigiamo che si detti la libertà immediata dei nostri compagni, che sono chiaramente prigionieri politici in Honduras.

Ci uniamo in maniera attiva alla richiesta di esigere i 12 punti presentati al governo ed alle azioni giuste intraprese dalla Coordinadora Nacional de Resistencia Popular, della quale siamo membri, e dal Magisterio Nacional. Chiamiamo il popolo hondureño a lottare con forza e con dignità.

¡Con la fuerza ancestral de Iselaca, Lempira y Etempica se levantan nuestras voces de vida, justicia, libertad, dignidad y paz.!!

¡!Libertad inmediata para Marcelino y Leonardo Miranda!!

Dado en Intibucá, Intibucá, 30 de junio del 2004

02.07.2004
Collettivo Bellaciao