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Pacifisti sì ma non fessi

Publie le lunedì 3 gennaio 2005 par Open-Publishing
4 commenti

Dazibao Manifestazioni-azioni Governi


di Viviana Vivarelli

Volevo ribadire anche una cosa:
in questo momento di risate omeriche e di orgoglio resuscitato, particolarmente fastidiosi mi sono i finti moderati, quelli che esibiscono il loro perbenismo e, credendo ancora di vivere in un salotto di buone maniere, esortano virtuosamente i più bollenti a tornare al bon ton e al galateo di Donna Clara.

Si illudono costoro che non sia successo ciò che quotidianamente mette alla prova gli spiriti più duri, che lo sfascio immane del paese sia una invenzione retorica, che l’economia e il diritto non siano ridotti a pezzi e che davanti alla ghigliottina dello stato si possa ancora dire: “Prima lei... no, prego, prima lei!”

Ma più fastidioso ancora è che la loro mancanza di coraggio si rivesta di finto pacifismo.

A meno che i loro richiami incongrui alla pace, dopo l’emblematico cavalletto, non significhino altro che una resa a capo basso a qualunque oscenità.

Ad essi rispondiamo: siamo pacifisti, non vittime sacrificali!

Siamo pacifici ma non fessi!

Dalle fiere, con gentilezza, andateci voi!

Vorrei ricordare a tutti una cosa: quella guerra che l’articolo 11 della Costituzione ripudia, è stata dichiarata, e non solo allo stato iracheno ma anche allo stato italiano, consenzienti Lega, AN e scampoli fedifraghi del centro.

Et à la guerre comme à la guerre.

E’ un diritto di difesa di ogni popolo! Questo io penso.

Messaggi

  • Canti popolari spontanei sul cavalletto

    Ei fu, Roberto è immobile
    Trattiene anche il respiro
    Di quel "contratto" memore
    - Orpo! Va che lo miro!
    È una minaccia endemica
    Il mondo capirà! -

    Muto, il pensier va all’ultima
    Cazzata di Natale
    Roberto si concentra,
    non pensa al Capitale
    al comunismo in polvere
    o al mondo che verrà.

    Sospinto, Lui, da accolito
    Ride alla bolsa claque
    Sempre adorante e assidua
    Quasi che a separar l’acque
    Il Silvio fosse solito
    E invece non lo fa.

    Stufo del servo encomio
    Che sente come oltraggio
    Sorge, Roberto, al subito
    Deciso a fargli omaggio
    Di un tosto cavalletto
    Che a filo lancerà

    Dall’Alpi alle Cariatidi
    Dal Flumendosa al Reno
    Di quel treppiedi, un fulmine
    Fece Roberto, almeno.
    Riser da Scilla a Bozen
    Dall’uno all’altro mar.

    Fu buona mira? Ai posteri
    L’ardua sentenza: nui
    Un colpo in fronte al massimo
    Avremmo dato a Lui
    Invece che alla nuca
    Più vasta orma stampar.

    La frocellosa e trepida
    Sinistra senza impegno
    Depreca in coro docile
    Serva, pensando al regno;
    al muratore un premio
    era follia sperar!

    Roberto, a te la gloria
    Del gesto, fu un periglio,
    non sfuggi alla questura
    al minaccioso esiglio
    per loro nella polvere
    per noi sei sull’altar.

    — 

    Lo lancio per me
    lo lancio per te
    il cavalletto rosso....
    è trendy e ti dà
    è trendy e ti dà
    la felicità

    Il testa ti va
    ti spacca qua e là
    il cavalletto rosso...
    piu’ è grosso, si sa,
    più male gli fa
    al quaqquaraquà

    (chi ricorda il brandy in questione?)

    Metti che tu conosci una compagna e dici:
    "io uso bene il cavalletto"
    metti che lei capisce un’altra cosa e dice:
    "fai le foto al comizietto"
    metti che sei un compagno puro e questa cosa
    non fa certo un bell’effetto:
    "il cavalletto... quello che serve per tirà tirà tirà"
    Metti che lei non è movimentista
    e non è d’accordo col progetto
    il cavalletto si butta un po’ giù

    Non c’è emozione, né soddisazione,
    a usare solo per le foto il cavalletto!
    è uno strumento un po’ particolare,
    se vuoi usarlo sotto quell’aspetto...
    Ma dove stanno i miei compagni,
    per lanciare tutti insieme il cavalletto
    per fare un bel lancetto
    per fare un po’ tirà tirà tirà tirà
    La cerco come la Titina
    quella bella testolina
    per farci sdeng,
    mentre il cavalletto lanc,
    così nasce un bel blues

  • caro roberto.un rimprovero:non era meglio scagliare la
    macchina fotografica(seppur piu costosa)ma molto piu
    pesante, al nano? avrei volentieri partecipato a una
    colletta per rimborsartela.ciao

  • Oh che giubilo, che gaudio!

    Me ne stavo sul divano

    con un bicchierino in mano

    quando sento di quel nano

    e del prode mantovano

    che con mira assai perfetta,

    quasi fosse una saetta,

    un treppiede tosto lancia

    senza chiedere la mancia

    contro il collo di quel tizio

    sì, per togliersi lo sfizio

    di cambiare i connotati

    con la colla appiccicati

    di quel rudere avvilente

    che s’incula tanta gente.

    Oh che giubilo, che gaudio!

    non mi serve neanche l’audio

    per mandar dovuto omaggio

    a un esempio di coraggio

    a un novel Gaetano Bresci!

    Santo sdegno, quando cresci?

    Quando sorgi dalle masse

    rimbambite con le tasse

    che van giù sempre più giù,

    col lavoro in abbondanza

    sol che ti gratti la panza,

    soldi, donne e tanto swing

    sol che faccia un bel liftìng?

    Parchi buoi dell’occidente

    come dice sorridente

    quel bel tomo del Ferrandi

    non più miseri e nefandi

    insorgete in piena luce

    contro quel novello duce!

    Non avete baionette?

    E nemmeno mitragliette?

    Né le vanghe né i forconi

    da infilzargli nei coglioni?

    Non temere, anima bella!

    È il treppiè l’arma novella!

    Lo strumento proletario

    da cacciar nel tafanario

    di quell’essere arrogante

    che del "ben" si fa garante!

    Certo, il "ben" del capitale

    che non batti col pitale

    che c’ha in mano la "sinistra"

    quando con la faccia trista

    si fa avanti mesta mesta

    per non apparir molesta

    proclamando a monte e a mare

    che "bisogna dialogare"!

    Su i treppiedi, su, compagni,

    chè nessuno poi si lagni

    che "non si può fare niente"

    né di panza né di mente

    contro questo malfattore

    miliardario sfruttatore!

    Non siam parco, non siam buoi,

    tutti al passo del Pordoi!

    Coi treppiedi nelle mani,

    coi treppiedi anco fra i denti,

    siam novelli resistenti!

    Oh Roberto, grande amico

    sei migliore dell’Enrico

    quello che con la stampella

    fe’ una gran figura bella

    nostra speme rilucente

    nuovo faro tra la gente!

    Tu la strada c’hai indicata,

    la faremo lastricata

    di borghesi boccheggianti

    di attorucoli rampanti

    di veline mezzo ignude

    di Lattanzi da palude .

    Il Ferrara giù nel fosso?

    Sì, per fare almeno un dosso!

    .e l’Emilio nazionale

    con nel culo un bel fanale

    che rischiari col Tiggì,

    quando è notte e cala il dì

    su ’sto mondo da finire,

    il BEL SOL DELL’AVVENIRE!

  • Sono molto daccordo con Viviana.
    Forse è davvero il momento di smetterla di fare i buonisti a fronte di attacchi quotidiani
    continui alla nostra vita. E, solo perchè non provoca ecchimosi, non è questa violenza?
    A LA GUERRE COMME A LA GUERRE

    Massimo Bordonaro