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«Perché dovete chiamarmi compagno»
Publie le mercoledì 30 giugno 2010 par Open-Publishing3 commenti
Cari Compagni,
sì, Compagni, perché è un nome bello e antico che non dobbiamo lasciare in disuso; deriva dal latino “cum panis” che accomuna coloro che mangiano lo stesso pane. Coloro che lo fanno condividono anche l’esistenza con tutto quello che comporta: gioia, lavoro, lotta e anche sofferenze. È molto più bello Compagni che “Camerata” come si nominano coloro che frequentano stesso luogo per dormire, e anche di “Commilitone” che sono i compagni d’arme.
Ecco, noi della Resistenza siamo Compagni perché abbiamo sì diviso il pane quando si aveva fame ma anche, insieme, vissuto il pane della libertà che è il più difficile da conquistare e mantenere. Oggi che, come diceva Primo Levi, abbiamo una casa calda e il ventre sazio, ci sembra di aver risolto il problema dell’esistere e ci sediamo a sonnecchiare davanti alla televisione.
All’erta Compagni! Non è il tempo di riprendere in mano un’arma ma di non disarmare il cervello sì, e l’arma della ragione è più difficile da usare che non la violenza. Meditiamo su quello che è stato e non lasciamoci lusingare da una civiltà che propone per tutti autoveicoli sempre più belli e ragazze sempre più svestite. Altri sono i problemi della nostra società: la pace, certo, ma anche un lavoro per tutti, la libertà di accedere allo studio, una vecchiaia serena; non solo egoisticamente per noi, ma anche per tutti i cittadini. Così nei diritti fondamentali della nostra Costituzione nata dalla Resistenza.
Vi giunga il mio saluto, Compagni dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e Resistenza sempre. Vostro Mario Rigoni Stern
Mira (Venezia) 20 gennaio 2007
Messaggi
1. «Perché dovete chiamarmi compagno», 30 giugno 2010, 17:59, di Nando
Un saluto fraterno dal compagno Nando, che trova la tua sintesi giusta e ancora di attualità ’’compagno’’in questo periodo ’’fuori moda... Ma che c’è ne vorrebbero di compagni veri in questo momento abbastanza critico della nostra società. Nando.
2. «Perché dovete chiamarmi compagno», 30 giugno 2010, 23:04, di Roberto Faralli
La Resistenza ha reso "compagni" tutti, per sempre.
Ciao compagno Mario.
3. «Perché dovete chiamarmi compagno», 4 luglio 2010, 00:12, di Nuccio
Grazie Mario, per avermi dato lo spunto; ..Oltre a postare su fb la tua nota, mi sono permesso di usarla per farne un commento personale!!! Oggi nessuno ha colto il vero significato di essere compagni, anche perche
una vera sinistra non esiste piu
...si sono perse le tracce!!!! ...Tutti cercano una propria identitasolo per protagonismo, megalomanie di corse al potere e verticismi inutili, dettati da interessi personali!!!! Tutto questo, ha portato alla divisione, con la formazione di gruppi e gruppetti, anzicjhe
all’unita` che ci ha sempre caratterizzato....http://www.facebook.com/album.php?aid=2039777&id=1335647559&ref=mf
Un caro saluto da New York