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Perché un doposcuola popolare a Genova. Da comunisti.
Publie le giovedì 9 settembre 2010 par Open-PublishingAutorganizzazione popolare e mutuo soccorso
Questi sono i giorni della protesta dei precari della scuola che in tutta Italia manifestano contro i tagli dovuti alla riforma Gelmini. Questa lotta è in corso da molto tempo e lo scorso anno ha portato allo sciopero degli scrutini che il PRC a Genova ha promosso, sollecitato e sostenuto attivamente. Le riforme della scuola, non solo del Governo Berlusconi, ma anche dei precedenti governi, ci consegnano una scuola di sempre minore qualità, con classi affollate, impossibilità di svolgere recuperi e attività didattiche integrative. E’ del tutto evidente come la logica dei tagli colpisca indiscriminatamente la scuola pubblica e statale. Negli anni che precedono l’avvento della destra, pur con storture e difficoltà, è stato possibile conservare un forte carattere pubblico per la scuola e l’università. In anni pur difficili le conquiste sono andate di pari passo con il permanere di nodi irrisolti. Tra le prime segnaliamo a titolo di esempio il tempo pieno e la scuola media unica. I problemi si chiamavano (e si chiamano) precariato, elevata dispersione scolastica, ed altri se ne potrebbero citare. E’ evidente che l’obiettivo della destra è ridurre la scuola pubblica ad un livello tale da giustificare future privatizzazioni. Manovra questa non contestata attivamente da opposizioni disattente quando non complici.
Come PRC siamo assolutamente convinti che su questo terreno la scuola pubblica si salva solo attraverso la lotta sociale. Ciò significa organizzare e sostenere scioperi, presidi, manifestazioni. Crediamo inoltre che occorra una forte mobilitazione nelle singole scuole andando a svolgere una azione sindacale che porti a bloccare il funzionamento dell’istituzione. Tutto questo ovviamente deve essere fatto spiegando la situazione e chiedendo la solidarietà delle famiglie, degli studenti, di tutta la popolazione interessata a difendere un baluardo di democrazia: la scuola pubblica, statale, laica. Tutto questo è parte del nostro lavoro quotidiano di militanti.
In questi anni è però evidente che nel complesso della società si è fatto prepotentemente avanti un modo di pensare che azzera nella percezione popolare la consapevolezza dei propri diritti. In una società dove, ci viene spiegato, non ci sono alternative gli strati popolari sono sempre più spesso in preda di uno sconforto che crea disillusione, azzera la volontà di lotta.
Per certi versi un simile pensiero ricorda quello della classe operaia che, prima dell’avvento degli ideali socialisti o anarchici e il conseguente sviluppo del movimento operaio, non aveva strumenti e alternative allo sfruttamento e alla schiavitù. Fin dagli inizi il movimento socialista immaginò una società diversa che per forza di cose, rivolgendosi a un popolo non politicizzato, non poteva rimanere solo sulla carta dei libri ma doveva tradursi in azioni concrete. Qui nasce l’esperienza del mutuo soccorso operaio e l’autorganizzazione delle prime leghe di contadini o operai. Luoghi in cui il nascente movimento rivoluzionario non sostituiva lo stato o i padroni delle ferriere, ma dimostrava che una società diversa e più giusta era possibile e andava reclamata a gran voce.
Il partito sociale che Rifondazione in questi anni sta provando a ricostruire, attraverso molteplici e diffuse attività quali i gruppi di acquisto popolare (GAP), le Brigate di solidarietà o le casse di resistenza per il sostegno alle lotte, fa riferimento a quella tradizione. Sono esperienze lontane anni luce da idee di carità, di sostituzione o affiancamento dello stato. Il doposcuola popolare del PRC a Genova si inserisce in questo ambito politico.
A nessuno di noi è mai passato per la testa di sostituire lo Stato. A nessuno è mai venuto in mente di fare una piccola scuola privata. I ragazzi che vengono al doposcuola vengono aiutati perché lo stato non lo fa, perché lo stato lo deve fare, affinché loro e le loro famiglie capiscano che è lo stato che deve fornire il diritto all’istruzione. In questi anni abbiamo avuto l’onore di aiutare ragazzi stranieri e italiani. Abbiamo cercato di spiegare a genitori in difficoltà con la lingua italiana che la scuola pubblica e di tutti era un loro diritto. Abbiamo aiutato famiglie ad iscrivere i loro figli nella scuola pubblica spiegando loro che era cosa ben diversa dalla scuola privata. Abbiamo avuto contatti con famiglie che volevano formare un comitato per avere nel loro quartiere una scuola pubblica. Abbiamo iniziato ad insegnare a ragazzi stranieri appena arrivati quel poco di lingua italiana che gli serviva per iniziare da cittadini la loro vita nel nostro paese.
Proviamo con le nostre forze, da comunisti, ad applicare quel che anni fa ci insegnavano persone molto migliori di noi. Le conquiste sociali non sono per sempre. Purtroppo la lotta per condizioni di vita migliori ci impone di non mollare mai con le rivendicazioni, anche quando i governi sono o sembrano amici. Purtroppo la scuola italiana sta ritornando ad essere una scuola che accentua le divisioni di classe. In cui le famiglie meno abbienti sono costrette a pagare ripetizioni in nero perché le istituzioni non garantiscono recuperi. Non è un caso che anche il diritto all’istruzione venga a mancare soprattutto a coloro che per condizione sociale ne avrebbero maggior diritto o beneficio.
Non pretendiamo che questo concetto venga capito da tutti. Vogliamo solo spiegare perché da due anni un gruppo di insegnanti e militanti sta portando avanti questa esperienza, perché vogliamo estenderla a quartieri diversi, perché vogliamo metterla a disposizione di tutti coloro che immaginano e pretendono un mondo e una società diversa. Che è possibile se ritroviamo innanzitutto la consapevolezza dei nostri diritti di cittadini e lavoratori.
Per questo al doposcuola popolare non cerchiamo volontari, ma cerchiamo militanti. Perché quello che ci siamo guadagnati lo abbiamo fatto con la lotta e con la consapevolezza dei nostri diritti. Perché è solo una piccola parte di ciò che ci spetta di diritto. E che un giorno forse ci prenderemo.
Per informazioni sul doposcuola e per tutte le altre attività del partito sociale a Genova è possibile rivolgersi ai numeri presenti sul sito e ai contatti riportati nella sezione dedicata al doposcuola popolare.
www.prcentrostorico.altervista.org/joomla
Roberto Pardini Dipartimento scuola PRC Federazione di Genova