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Si’ all’Europa, no ad una costituzione antisociale

Publie le giovedì 16 dicembre 2004 par Open-Publishing

Dazibao Sindacati


E’ iniziato il dibattito in seno alle nostre strutture ed é una buona cosa!
Un appello contro il trattato costituzionale europeo é in corso. Solidaires e
Sud Rail hanno elaborato e distribuito testi riguardanti il trattato. La Fondazione
Copernico si pronuncia per il No. Era tempo, poiché da 6 mesi i sostenitori del
Si’ non hanno scrupoli ad organizzare un’enorme campagna sui mass media. Arrivano
a predire una catastrofe planetaria in caso di sconfitta! Si cade nel ridicolo.


di Sud Rail

Senza entrare nel dettaglio del testo del trattato costituzionale europeo, dato
che si tratta di più di 700 pagine, esso contiene un certo numero di principi,
come


 1. "L’unione offre
alle sue cittadine ed ai suoi cittadini un mercato unico dove la concorrenza é libera
e non falsata". E’ la legge del mercato.

 2. "L’unione e gli stati membri s’impegnano particolarmente a promuovere una manodopera qualificata, formata e suscettibile di adeguarsi a mercati del lavoro adatti a reagire rapidamente all’evoluzione dell’economia". Quale? L’economia liberale!

 3. L’azione in favore dell’occupazione e del miglioramento delle condizioni di lavoro deve essere condotta: "tenendo conto della necessità di mantenere la competitività dell’economia dell’unione". Tale azione "evita di imporre limiti amministrativi, finanziari e giuridici tali da contrastare la creazione e lo sviluppo delle piccole e medie imprese".

 4. Nel settore dei trasporti, tutti i rapporti ufficiali affermano che il trasporto terrestre si caratterizza per uno squilibrio crescente in favore del trasporto stradale, a detrimento del trasporto ferroviario o fluviale e che tale squilibrio deve essere corretto, ma cozzano subito contro l’articolo III-56, che stabilisce che : "Ogni misura nel settore dei prezzi e delle condizioni trasporto adottata nel quadro della costituzione deve tener conto della situazione economica dei vettori". Nessun riferimento ai rischi umani ed ai guasti ambientali che una tale misura rischia di creare.

 5. I servizi pubblici, chiamati nel testo "servizio d’interesse economico generale", saranno soggetti all’economia di mercato ed alla libera concorrenza. Gli aiuti pubblici sono vietati: il che comporterà inevitabilmente la sparizione dei servizi pubblici. D’altronde anche in quel settore la distruzione é stata accelerata: France Telecom, Air France, Renault, EDF/GDF, La Posta, la SNCF e presto la pubblica istruzione, la sanità, etc...

Solo il MEDEF puo’ fregarsi le mani. L’unione non parla in nessun caso delle retribuzioni, del diritto d’associazione, del diritto di sciopero o della serrata. Che ipocrisia da parte di certi responsabili politici di destra o di sinistra che manifestano in Corrèze contro la sospensione dei servizi pubblici (Posta, Stazione) e non esitano a pronunziarsi per il Si’ alla Costituzione!

Quanto alla carta dei diritti fondamentali, é in regresso rispetto alla maggior parte degli Stati membri ed arretrata rispetto alla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo del 1948:

1. Dal diritto alla casa si passa ad un diritto all’aiuto per la casa.

2. Il diritto al lavoro é sostituito dal diritto di lavorare.

3. Non c’é il diritto alla pensione. Tali servizi non possono essere creati quando non esistono.

4. L’interdizione del lavoro minorile é in regresso poiché non vi é un’età minima.

5. Il salario minimo é una nozione che non é stata ripresa. L’armonizzazione sociale é esplicitamente vietata.

In conclusione, le disposizioni sociali non potranno frenare in nessun caso lo sviluppo pieno ed intero della libera concorrenza. E’ sempre la legge del mercato! Ogni impedimento del mercato sarà anticostituzionale.
Queste poche righe sono, da sole, abbastanza esplicite per respingere e dire No con forza a questa costituzione europea.

Non é l’Europa che desideriamo. Noi vogliamo un’Europa sociale, un’Europa dei lavoratori dove il cittadino e le sue condizioni sociali, il suo ambiente, passino davanti al mercato.

La CES (Confederazione Europea dei Sindacati), di cui sono membri le 5 confederazioni francesi, si é pronunciata per il Si’. In un quadro sindacale indebolito, movimentato, diviso, abbiamo il dovere di informare tutti i cittadini sui rischi che corriamo se questa costituzione fosse applicata. E’ sempre bene ricordarsi delle promesse fatte nel passato in occasione del mercato unico, della moneta unica, quando la disoccupazione non ha smesso di crescere, le ineguaglianze di approfondirsi e le delocalizzazioni di proseguire... In Francia, il referendum dovrebbe aver luogo nel 2005. Non possiamo sottrarci alle nostre responsabilità in quanto attori sociali. Questo voto non sarà elettivo. Consisterà nel dire si’ o no ad un insieme di regole, di valori, di politiche. Senza perdere tempo, dobbiamo prendere posizione per il No e fare di tutto per far fallire l’adozione di questa costituzione.

L’Europa che ci propongono, un esempio

Un progetto di direttiva sulla libera circolazione dei servizi in seno all’Unione europea é attualmente in discussione. La sua adozione significherebbe che tutti i servizi forniti sarebbero considerati come prodotti economici ordinari. Cosi’, settori come la cultura, l’educazione, le cure mediche e tutti i servizi previsti dai sistemi nazionali di protezione sociale sarebbero soggetti alle stesse forme di concorrenza economica delle merci.

Una tale evoluzione rappresenta il deterioramento dei sistemi legali di pensione, di aiuto sociale o di copertura delle spese mediche a vantaggio di sistemi privati. E’ anche la deregulation dei nostri sistemi educativi e la fine della diversità culturale. L’applicazione di questa direttiva significa rimettere in causa i diritti dei lavoratori stabiliti dalle leggi nazionali dei paesi dell’Unione europea.

Un’ampia maggioranza di Stati membri é favorevole alla rapida adozione di questo progetto. Trattandosi di una decisione per la quale l’unanimità non é richiesta, nessun governo e tanto più nessun partito politico puo’ impedire da solo l’adozione di questa direttiva.

Un primo dibattito di orientamento sul progetto di direttiva era previsto al Consiglio Competitività il 25 e 26 novembre. Solo una forte mobilitazione della società civile potrà impedire una tale evoluzione. Dire NO ad un’Europa del regresso sociale é un primo passo in questa direzione.

Le lien du retraité N°9 - Dicembre 2004
Sud Rail

Tradotto dal francese da Karl&Rosa de Bellaciao