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Tasse, L’Aquila si fa sentire

Publie le domenica 13 giugno 2010 par Open-Publishing
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Il 16 giugno manifestazione per le vie del centro storico

La città è chiamata a raccolta per la mobilitazione generale dei comuni dell’area del cratere, finalizzata a promuovere una piattaforma alternativa alle disposizioni dettate sulla manovra correttiva sulle agevolazioni fiscali per le zone colpite dal terremoto del 6 aprile 2009.

La manifestazione si svolgerà all’Aquila, mercoledì 16 giugno. L’appuntamento alla villa Comunale è in programma alle 16. Da lì partirà il corteo alla volta della Fontana Luminosa attraversando le vie del corso. Da via delle Medaglie d’Oro, secondo quanto hanno riferito gli organizzatori in sede di consilio comunale, si aggiungeranno delegazioni di agricoltori con tanto di trattori in testa per arrivare a viale della Croce Rossa, una delle arterie principali del capoluogo.

"Non chiediamo privilegi ma equità rispetto ad altri terremoti", scrive Ezio Bianchi, dell’assemblea cittadina, "dove per equità deve intendersi quello che hanno già avuto i terremoti della Repubblica: ricostruzione vera, sostegni economici concreti: detassazione, zona franca, tassa di scopo, se serve". Alla manifestazione hanno aderito buona parte dei comitati spontanei, i sindacati, i rappresentanti di categoria, parte dei sindaci del cratere.

Adesione confermata dall’università e dal consiglio comunale dell’Aquila che sfilerà con il gonfalone, mentre i consiglieri dell’opposizione hanno richiesto l’adesione della Provincia.

"Abbiamo avuto adesioni anche dalla Curia", ha spiegato il tributarista Luigi Fabiani, mentre già si parla di non pagamento come forma di "sciopero fiscale". L’incontro conclusivo per definire i dettagli organizzativi è convocato per lunedì 14 alle 17.

fabioiuliano.wordpress.com

Messaggi

  • PER EVITARE LE CONTESTAZIONI IN UNA FINTA INAUGURAZIONE DI FACCIATA, BERTOLASO SI FA APRIRE LA PORTA SANTA!

    L’Aquila è diventata uno specchio del paese. Al centro di interessi economici e mediatici, è lo specchio di come vengono usati informazione e potere in Italia.
    Ieri, un impressionante schieramento di potenti cariche, civili ed ecclesiastiche, si è dato appuntamento nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, una delle più antiche e note della città, per inaugurare con una messa la facciata appena restaurata.

    Il sottosegretario Gianni Letta, il capo della Protezione Civile Bertolaso, il Presidente della Regione e Commissario per la ricostruzione Chiodi, il sindaco e vice Commissario Cialente, l’Arcivescovo Molinari, il Prefetto, il Questore, un ex onorevole, insomma tutte le personalità più in vista impegnate nell’emergenza del terremoto prima e nella ricostruzione poi, sono andate a inaugurare un restauro iniziato molto tempo prima del terremoto e che nulla ha a che vedere con i lavori post sisma, essendo stato effettuato e finanziato dalla Sovrintendenza.

    All’inaugurazione, che avviene alle tre del pomeriggio,in un caldo soffocante, non assiste nessuno, se non un imponente schieramento di sicurezza. Naturalmente ci sono giornalisti e telecamere di media locali e nazionali.

    E’ chiaramente una grande operazione di immagine: queste personalità vogliono legare la loro immagine a qualunque fatto positivo accada a L’Aquila, anche a prescindere dal loro diretto impegno o intervento.

    Sono andata a protestare, pacificamente, “armata” di un solo cartello che dice: OPERAZIONE DI FACCIATA. BASTA PASSERELLE.

    Le forze dell’Ordine mi hanno allontanato dal piazzale antistante la Basilica, sia prima della funzione, all’entrata delle personalità, sia dopo, quando tutti sono usciti nel piazzale. In questo caso un poliziotto mi ha stretto in un vero placcaggio fisico, assai poco piacevole.

    Ma la cosa più incredibile è accaduta all’arrivo del capo della Protezione Civile, Bertolaso. Al fine di impedire che anche una sola persona lo contestasse, sia pure nella maniera più civile e pacifica del mondo, E’ STATO FATTO ENTRARE DALLA PORTA SANTA, sbarrata a chiunque da transenne e da un imponente cordone di sicurezza.

    All’interno, uomini della Protezione Civile aprivano quella Porta che non si apre mai, se non un solo giorno all’anno, tra il 28 e il 29 agosto, in base alla Bolla del Perdono emanata da Celestino V quando nel 1294 venne incoronato papa proprio qui, a Collemaggio e concesse la Perdonanza, che si celebra ancora oggi.

    Dunque, una delle TRE PORTE SANTE del mondo E’ STATA DECLASSATA A PORTA DI SERVIZIO per un potente timoroso di qualunque contestazione.
    Timoroso, si badi bene, non certo per motivi di sicurezza (nulla avrebbe potuto minacciare la sua incolumità), ma perché doveva difendere la propria immagine, a qualunque costo.

    Bertolaso è ossessionato dalla propria immagine. Non permette che venga catturato un solo fotogramma in cui è associato a elementi negativi, contestazioni o proteste.

    Si fa fotografare in chiesa, con lo sguardo rivolto verso l’alto, la luce alle spalle, in un’aura di spiritualità; o mentre un’anziana donna, dall’aspetto dimesso, lo abbraccia e gli bacia la mano.

    Si ferma, in Chiesa, ad abbracciare Giustino Parisse, il giornalista divenuto un’icona del terremoto, a cui il sisma ha strappato i due figli, quella “vittima della disinformazione” di cui la Protezione Civile porta parecchia responsabilità.

    Bertolaso ha ostentato, in quel passaggio, tutto il suo potere. Per salvare la sua immagine, non certo la sua anima.

    E la Chiesa, come sempre, lo ha soccorso.

    Dopo essersi prestata ad avallare, o forse promuovere un’operazione di evidente mistificazione della verità.

    Quella stessa Chiesa del Cristo povero, del papa eremita e santo.
    A noi aquilani, vittime del terremoto prima e dei “Protettori” poi, non resta che cercare di salvare almeno la nostra dignità.

    Anche se all’Aquila protestare non si può. E se riesci comunque a farlo i potenti ti sfuggono e la censura fa il resto. In molti TG nazionali la protesta è sparita.

    Perciò condividete.

    La lotta è dura, ma noi di più.

    Anna Lucia Bonanni

    www.site.it

    • Un primo risultato della mobilitazione ... CHE COMUNQUE CONTINUA ....


      Tasse, Letta: "Prorogato il pagamento nelle zone colpite dal terremoto"

      Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha annunciato la proroga al 2011 della sospensione del pagamento delle tasse nelle zone terremotate. Trovati i 600 milioni per la copertura finanziaria, ora l’emendamento alla manovra.

      ROMA. "Abbiamo trovato la soluzione e ci sarà un emendamento alla manovra. Abbiamo fatto un lungo incontro al ministero dell’Economia per trovare una soluzione. Voglio ribadire che dal governo non verrà mai meno l’attenzione verso l’Abruzzo". Lo ha dichiarato Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che ha annunciato la proroga al 2011 della sospensione del pagamento delle tasse nelle zone terremotate in Abruzzo. L’annuncio è stato fatto nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi con il governatore dell’Abruzzo Gianni Chiodi. Il sindaco dell’Aquila Cialente: "Bene, ma la mobilitazione continua. Servono soldi per la ricostruzione".

      Emendamento da 600 milioni. "L’emendamento alla manovra deciso oggi sull’Abruzzo permetterà di prorogare la sospensione delle tasse per i cittadini colpiti dal terremoto fino alla fine dell’anno ed ha una copertura pari a 600 milioni di euro", ha spiegato Letta. "L’entità della cifra spiega la ragione per la quale questa operazione è stata divisa in due fasi. Nel decreto legge mancava una copertura adeguata e perciò la norma non è stata messa. Ora è stata adesso trovata la copertura, che non è stato facile trovare perchè si tratta di una bella cifra, e l’emendamento è coperto per 600 milioni di euro".

      Si paga dal primo gennaio 2011. "Il governo ha deciso di fissare al primo gennaio 2011 il termine per la restituzione delle imposte e tasse sospese per il terremoto nei comuni del cosiddetto cratere", ha spiegato il presidente Gianni Chiodi. "Gli aquilani dovranno restituire le tasse finora non versate dal primo gennaio 2011 anziché dal primo luglio 2010 in almeno 60 rate. E sottolineo ’almeno’, perché già da ora c’è una chiara disponibilità del governo ad aumentare le rate per la restituzione e dunque il periodo di versamento degli arretrati". Il presidente della Regione e Letta hanno poi confermato che "il versamento delle tasse rimane sospeso fino al 31 dicembre 2010 per gli autonomi che hanno un fatturato inferiore ai 200 mila euro. In questo modo il Governo ha voluto tutelare e avere un occhio particolare per i piccoli imprenditori".

      Cialente: "La mobilitazione continua". "Il governo conosce bene le condizioni della nostra città, è fondamentale fare in modo che famiglie sfollate non si trovino a pagare le tasse". Il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, ha commentato così l’annuncio del sottosegretario Letta. "La nostra mobilitazione andrà avanti", ha detto comunque il sindaco, "in quanto l’emergenza non riguarda solo le tasse, ma i fondi che non arrivano e il fatto che la ricostruzione vera ancora non riparte con 32 mila persone ancora assistite".

      http://ilcentro.gelocal.it/laquila/terremoto2009/2010/06/15/news/tasse-letta-prorogato-il-pagamento-nelle-zone-colpite-dal-terremoto-2090193

    • IL NOSTRO FUTURO E’ ORA

      Un nostro volantino in distribuzione durante la manifestazione in corso di oggi 16 Giugno

      Siamo di nuovo per strada, siamo tanti e più forti di chi ci vorrebbe in ginocchio. Di nuovo in piazza per opporci al meccanismo che ci prende alla gola e ci ricatta. L’ennesima proroga di sei mesi nella restituzione delle tasse arretrate è solo un ulteriore presa in giro. Dover pensare ogni 6 mesi a ripagare le imposte serve a fiaccare energie. Ancora non si vuole stabilire in che forme e in che tempi questo debba avvenire e ciò costituisce un ulteriore incertezza che si scaglia sulle nostre esistenze già da sé iper precarie qui a L’Aquila e nel cratere sismico. Questa strategia di sistematica produzione dell’incertezza deve interrompersi. Pretendiamo il diritto ad una relativa tranquillità che ci permetta di pianificare le nostre vite investendo tempo e energia su ciò che ci interessa e di cui abbiamo veramente bisogno. Tutto ciò è impossibile se non si danno delle certezze come è accaduto per la restituzione delle tasse per il terremoto umbro e come la piattaforma di questa manifestazione suggerisce. Certezze che devono dirci quanti soldi ci sono per questo territorio, dove sono, come e quando vengono stanziati. Il sistema delle ordinanze è un altro dei meccanismi di ricatto che ci permette di avere il minimo solo quando siamo affamati e tirano venti di rivolta.

      Qui non c’è lavoro, non c’è una prospettiva. Invece di elemosinare l’autonoma sistemazione si potrebbe attuare una così detta microzonazione sociale che permetta di individuare le misure giuste per differenti situazioni come ad esempio un reddito sociale garantito.

      Non vogliamo altro assistenzialismo. Sappiamo che sarà dura e vogliamo essere messi in grado di rialzarci in maniera autonoma senza dover aspettare sempre l’intervento dello Stato. Siamo stufi di essere trattati da terremotati sfortunati. Siamo persone in carne ed ossa con i nostri corpi e i nostri desideri, individui liberi e pensanti e per questo contro il fascismo, la xenofobia, il razzismo, l’omofobia, la segregazione. Che sanno bene di trovarsi in una situazione particolare ma simile a tante altre di disagio. Che non ci stanno però a soccombere, ad abbassare la testa e ad accettare i privilegi e le ingiustizie. Vogliamo vivere!!! al di là del terremoto Vogliamo che smettano le parate di governo su questo territorio e si smetta definitivamente di parlare di miracoli. Fate quello che vi spetta fare, sinceramente. Senza operazioni solo di facciata e per il proprio tornaconto.

      Come si capiva già dal decreto Abruzzo i soldi – e ora iniziano a dirlo anche le istituzioni - non bastano a causa degli sprechi di quest’emergenza affrontata male. “Dalle tende alle case” il dogma assoluto del governo, è significato quasi un miliardo di euro per un assistenzialismo forzato e non ancora terminato che ha assicurato solo ad una parte degli sfollati il diritto ad una abitazione degna. La disgregazione scientifica di una città in 19 quartieri dormitorio lontani dalla città e in cui ognuno, ogni nucleo familiare, è lontano dai luoghi che prima viveva e dai vicini di sempre. A fronte di una cifra spropositata per costruire quartieri senza nessuna logica e definitivi, migliaia di persone vivono da un anno e mezzo ancora negli alberghi lontani dalla città e nelle caserme. Gli anziani e i più deboli in generale vengono lasciati ai margini. Gli adolescenti stanno crescendo in una non-città con l’unica attrattiva del centro commerciale.

      Manca un’idea di città. A L’Aquila attualmente non esiste una piazza. I militari fastidiosamente ancora sulla strade fanno sembrare questo un territorio di guerra. Intanto si è rivoluzionato un territorio in maniera permanente senza prevedere un piano urbanistico. Sembra che tutti girino dappertutto alla ricerca di tutto come atomi impazziti o restino nella funzionale solitudine di una TV al plasma in comodato d’uso. Una (ri)costruzione quella del piano c.a.s.e., priva di ogni significato sociale e culturale in una città che almeno fino al 6 Aprile era soprattutto Universitaria e che vogliamo ci rimanga. Ma dove sono gli alloggi per gli studenti fuorisede? Quali sono le strutture e i luoghi che possano in qualche modo supplire alla non agibilità del centro storico, la vera attrattiva per gli studenti.

      E’ chiaro che se le cose sono andate così e ci ritroviamo nell’attuale situazione è soprattutto a causa di una classe politica locale inconsistente e incompetente che si è facilmente lasciata imporre un modello, incapace nemmeno di ottenere qualcosa in cambio. Lo spettacolo del miracolo dell’Aquila è stato possibile grazie alla sistematica prostrazione del sindaco dell’Aquila, della provincia e della regione verso i poteri forti che venivano dall’alto. Sindaco che se oggi partecipa alla manifestazione – sappia- che lo fa anche contro se stesso, verso i suoi errori che ci hanno condotto fin qui.

      Su questo territorio manca ogni tipo di progettazione e prospettiva economica e sociale. Molti piccoli comuni e frazioni il loro terremoto lo vivevano già da tempo, da prima del 6 Aprile e si chiamava spopolamento. Cosa sarà di tutti i borghi? Ci si è resi conto della vera entità del danno? C’è la vera intenzione di ripararlo e con quale progetto? Sono problemi la cui risposta non va delegata alle istituzioni ma di cui si deve far carico la cittadinanza costruendo esperienze di partecipazione dal basso.

      Come 3e32 da più di un anno ci battiamo per il 100% di ricostruzione, della partecipazione e della trasparenza. In maniera drammatica e sistematica si è andati dall’inizio in un’altra direzione. Ma forse ancora non è troppo tardi.

      Comitato 3e32 @ CaseMatte - L’Aquila

      volantino in distribuzione durante il corteo di oggi 16 Giugno

    • UN IPOTETICO EMENDAMENTO ALLA FINANZIARIA – CHE RINVIEREBBE DI SOLI SEI MESI LA RESTITUZIONE – SPACCIATO PER “SOLUZIONE DEL PROBLEMA TASSE” DA LETTA

      UNA NUOVA “OPERAZIONE DI FACCIATA” CON LA QUALE ANCHE CHIODI E DE MATTEIS PROVANO A SALVARSI LA FACCIA

      Il governo interviene con la solita strategia dell’ultimo minuto e dirama un comunicato stampa – peraltro nebuloso nel contenuto – in cui viene sbandierata come soluzione sul problema tasse quella che pare essere semplicemente una proposta di emendamento alla finanziaria per una proroga di sei mesi della restituzione.

      Riparte comunque il pagamento delle tasse per tutti, tranne per i lavoratori autonomi con fatturato inferiore a 200.000 euro ( e sulla base del 2008, anche se nel 2009 non hanno lavorato).

      E’ solo un finto provvedimento tampone (piuttosto un bluff di parola), pasticciato in tutta fretta con l’unico intento di sgonfiare la protesta crescente all’Aquila e nei comuni colpiti dal sisma. Protesta che ha avuto numerosissime adesioni: forze sindacali, politiche, associazioni, forze economiche, numerosi comuni del territorio e tutte le istituzioni locali.

      La proroga ipotizzata dal Sottosegretario Letta (sempre che diventi effettiva) ha una portata insignificante per l’economia del territorio e suona come una beffa e una presa in giro. Un misura propagandistica con la quale anche il Commissario Chiodi e il vice presidente della Regione De Matteis tentano di salvare in qualche modo la faccia. Uno specchietto per le allodole, che non potrà ingannare i cittadini, alle prese con problemi reali, al di là di ogni propaganda.

      Si vorrebbe dividere gli aquilani, che stanno invece trovando forza nell’unità.

      Il governo agisce pensando di poterci comprare con un”tozzo di pane” e farci passare ancora una volta per lamentosi e ingrati.

      Vogliono continuare a tenerci per il collo, sottoposti al ricatto perenne delle concessioni date col conta goccia.

      Non è così che può rinascere l’economia di un territorio. Non è così che si può impedire lo spopolamento.

      Non è in questo modo che si potrà ricostruire la città dell’Aquila, i suoi tanti borghi e le decine di Comuni dell’enorme cratere del sisma.

      Chiediamo l’esenzione dalle tasse, che non è elemosina né assistenzialismo: è semplicemente darci gli strumenti veri per ripartire.

      Riguardo alla restituzione, chiediamo l’equità di trattamento rispetto agli altri territori colpiti da calamità, come è stato per esempio in Umbria.

      CHIEDIAMO CERTEZZE : leggi chiare, soldi veri, tempi ragionevoli per una ricostruzione che non è mai cominciata.

      Chiediamo sostegno all’occupazione e all’economia del territorio.

      Non vogliamo concessioni, ma il trattamento che uno stato civile riserva ai suoi cittadini in difficoltà. I

      Il governo continua a navigare a vista e dimostra mancanza di idee e di una strategia globale: di sei mesi in sei mesi, non si può programmare il futuro.

      Sara (3e32)

      16 Giugno 2010