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UN’ALTRA CRESCITA / INTRODUZIONE

Publie le venerdì 11 febbraio 2005 par Open-Publishing

Dazibao Consumo-Pubblicità Movimenti Economia-Budget

di Matt Lechien tradotto dal francese da karl&rosa

Questo testo fa parte di un documento completo in corso di redazione sull’altracrescita. Potete trovare la parte che precede cliccando sul link qui sotto.

PREAMBOLO

Per avere un massimo di efficacia, ho scelto di far procedere questo documento lungo tre direttrici. Lo scopo é quello di mettere a punto un vero piano d’azione che permetta ad un tempo di attaccare e di difendersi, riunendo più persone possibile. Lamentarsi non serve, occorre sapersi autogestire perfettamente. E’ per questo che useremo l’aïkido per ritorcere la forza dell’avversario contro di lui, piuttosto che attaccarlo di fronte senza alcuna possibilità di successo.

Per finirla al più presto con i conservatori di questo sistema in agonia occorre usare un’arma terribile: l’ignoranza. Passare il tempo a criticare sistematicamente la destra, qualunque cosa faccia o dica, é forse il punto debole della sinistra, ma in ogni caso non é il mio. Per dirvela tutta, sono arrivato al punto in cui non me ne frega quasi niente di sapere quello che fanno i liberisti. Loro vivono la loro vita ed io la mia, va bene cosi’. Quel che voglio dire con questo é che, piuttosto che passare il proprio tempo a subire le posizioni del capitalismo, é meglio farne uso per pensare, proporre, avvicinarsi, scambiare, creare e progredire tenendosi alla larga dal tumulto mantenuto da una società scombussolata dove l’ultimo che ha parlato ha quasi sempre ragione. Il modo migliore di non essere sempre trincerati in difesa é quello di passare all’attacco.

Non potete comunque rimproverare a qualcuno che é stato eletto su un programma di destra di fare una politica di destra. E’ stupido. Non sperate nemmeno che un capitalista possa cambiare mentre é in posizione di forza, anche questo é stupido. Che fare allora? Occorre partire a testa bassa ad ogni provocazione del mondo mercantile, diventato maestro nel rincretinire la sinistra, o pagarlo con la stessa moneta e metterlo di fronte alle sue numerose contraddizioni? Ecco una domanda da porsi! E dato che ci sono, un’altra ancora: come mai l’ideologia di sinistra, che si ritiene serva gli interessi della grande maggioranza, é caduta tanto in basso da non arrivare più neppure a sedurre quelli che ne hanno più bisogno? Lascio la cura di rispondere ai cinici che se ne sono impadroniti a fini personali.

Come l’autogestione, l’ideologia di sinistra non puo’ funzionare che in modo orizzontale e democratico nel senso nobile del termine. Quando non é cosi’, il sogno diventa incubo. Quello che é bello sulla carta puo’ esserlo altrettanto nella vita, non dipende che da voi autogestirvi perché il sogno diventi realtà. Tutto qui. Il vero rivoluzionario lo é per le sue idee e le sue azioni, non per un’etichetta. Il pessimismo non ha posto a sinistra, si vince essendo visionari. Il rivoluzionario che in realtà é un reazionario che ignora di esserlo ha tante probabilità di rivoluzionare la società quante ne ha un elefante di volare in cielo con le proprie ali.

1) Consumare altrimenti

Come ho già accennato nel preambolo, é arrivato il momento di liquidare la radicalità e di scendere sulla terra. Il problema non é quello di cessare di consumare, al prezzo di genocidare l’insieme della specie umana, ma di farlo altrimenti. Per i puntigliosi, che amano entrare nei minimi dettagli, tengo a precisare che non uso la parola "consumare" nel senso economico del termine, ma in senso largo. Consumo dunque vivo, e viceversa, é ineluttabile.

Per farlo, ci sarà molto utile la filosofia applicata. Tanto peggio per i florilegi che fanno entrare i letterati nel pantheon dell’onanismo, in materia di ricerca della verità il contenuto é ben più importante del contenitore. L’essenziale é che funzioni. Ecco perché non saro’ avaro di esempi pratici. Evidentemente é escluso che vengano citati tutti in questo documento, tanti ce ne sono. E dunque parlero’ prioritariamente dei più spettacolari e anche di quelli che conosco meglio. Dopo starà a voi esplorare questa via .

Ad uso di quelli che non hanno ancora capito: evidentemente provoco un po’ usando abusivamente il verbo consumare. Lo scopo é quello di mettere di fronte alle loro numerose contraddizioni gli ultra-radicali della decrescita che, dietro il verbo, non hanno neppure un’oncia di progetto sociale da proporre. Si decresce, OK. Fino a li’ va bene. Ma dopo?... Non si lavora più? Ognuno per sé, il minimo vitale cade dal cielo? E dato che ci siamo, si torna all’età della pietra? Fa sorridere, ma purtroppo sono in tanti a fare questo genere di ragionamento che sarabbe più saggio lasciare allo stadio di finzione piuttosto che imporlo agli altri.

Autogestione non vuol dire ciascun per sé e decrescita non vuol dire deliquescenza. Altrimenti si cade nel capitalismo alla rovescia, chiodo scaccia chiodo. Mentre quel che ci vuole é una reale alternativa che sia positiva al 100% per l’interesse comune. Detto questo, non resta che far lavorare i nostri neuroni per costruire un progetto umanista che funzioni, il famoso altro mondo possibile.

2) La leva della decrescita

La leva della decrescita sarà azionata unicamente per combattere il capitalismo facendo ben attenzione affinché la sua azione resti in questo quadro perché ci siano meno danni collaterali possibile. Lo vedremo nel dettaglio nel prossimo capitolo.

3) La qualità della vita

Suppongo che fare qualcosa di sgradevole non vi attiri molto, esattamente come me. Tanto vale allora cercare di migliorare il corso delle cose, farlo con piacere piuttosto che sacrificandosi, tanto più che é molto più logico. Come dire: per acchiappare le mosche una goccia di miele vale più di un barile d’aceto. Significa che se vi mettete in una posizione poco invidiabile e invitate qualcuno ad unirvi a voi, a parte i casi accertati di masochismo, riceverete sicuramente un rifiuto. Se l’altro mondo dev’essere migliore del precedente, bisogna che si veda da ora. Il cittadino scottato ha paura dell’acqua calda, si sa. Non bisogna dimenticarlo, é importante per quello che viene dopo.

I veri rivoluzionari non sono alle serate di gala della LCR (Lega Comunista Rivoluzionaria, una piccola formazione di ispirazione trotskysta, NdT), ma nei quartieri-ghetto, presso le persone qualunque, i giovani disillusi, tutti quelli che subiscono... Per farla breve, tutti quelli per i quali si decide, al posto loro, quello che va e quello che non va bene. Il buon popolo da a volte l’impressione di essere un moccione (montone-piccione) (vedi immagine alla fine del testo), ma cosa gli si propone esattamente? Quelli che credono di essere politicamente più illuminati di lui fanno lo sforzo di essere comprensibili o parlano a loro stessi?

Per me la risposta é chiara, se il buon popolo non aderisce ad idee tanto progressiste come l’autogestione é perché nessuno é stato capace finora di spiegargli chiaramente che cos’é. Il 60% che non va a votare o ci va molto raramente non si disinteressa della gestione collettiva perché si tratta di sciocchi, non si muovono più perché sono diventati abbastanza maturi per non credere più alle stupidaggini che vengono sia da destra che da sinistra. Ecco perché le cose non procedono e le vendite di neurolettici vanno bene. Il buon popolo ha paura del cambiamento, perché biasimarlo? La storia gli da in gran parte ragione, il recupero in malafede é vecchio almeno quanto il politichese. Finora, ogni volta che gli si promette qualcosa e ci crede, presto abbassa la cresta e di accorge che si tratta solo di belle promesse che impegnano solo quelli che ci credono.

Ecco perché ci vogliono idee solide. Idee immediatamente assimilabili, come 1 + 1 = 2. Idee di cui si possa sentire la forza. Idee di cui ci si possa appropriare. Idee che diano fiducia nell’avvenire. Idee che diano la voglia di muoversi. Idee rapidamente e semplicemente applicabili da tutte e tutti. Idee facilmente dimostrabili. E perché funzioni, bisogna che queste idee non vengano strumentalizzate, bisgona che, al contrario, siano totalmente democratizzate. Ecco la base di una rivoluzione/evoluzione senza violenza che ci farà uscire dal sopruso capitalista per andare verso un sistema molto più benefico per tutti.

So che la frase che seguirà puo’ scioccare i pudibondi della sinistra frustrata, ma non mi curo del politicamente corretto, facciamo l’amore piuttosto che la guerra. Per farla breve, occorre che la cittadina venga e che il cittadino la faccia venire (e viceversa, NdT), ecco la posta in gioco dell’altermondialismo. L’altro mondo si diffonderà come una macchia d’olio quando saremo capaci di dire, prove alla mano: "Prima vivevo come una merda, mi trattavano come una merda, ma da quando sono completamente uscito dal sistema vivo bene, sereno, ho voglia di alzarmi la mattina, so perché lo faccio e sono contento di andare a letto la sera. Non mi manca niente e tutto va bene. Mi sento utile e realizzato." A questo bisogna arrivare e a forza di discutere siamo vicino a sapere come fare, siamo alla meta.

Conclusione

Una conclusione che puo’ piacere ai pubblicitari: l’altracrescita é un detersivo con tre principi attivi per combattere il capitalismo più in profondità e toglierne le tracce più tenaci senza prelavaggio.