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Alla fine hanno gettato la maschera, le chiacchiere stanno a zero: l’Unione Europea e la moneta unica sono un progetto fallimentare, ancora non fallito solo per adesso. Da Novembre 2009 a Maggio 2010 la posta sul tavolo è passata dai ridicoli 10 miliardi di euro per aiutare la Grecia ai 750 miliardi per salvare il salvabile. E lo stillicidio continua: adesso tocca alla Spagna che perde la tripla A. Per chi non avesse ancora capito sta per arrivare un conto salatissimo, altro che politica di austerity dei conti pubblici stile lacrime e sangue ! Direi molto, ma molto peggio.

Cominciamo con lo svegliare il risparmiatore italiano che confida eternamente sulla sicurezza dei titoli di stato, al momento se c’è un paese al mondo che ha la possibilità di bissare il default dell’Argentina a distanza di dieci anni, lo troviamo proprio dentro ai confini europei. Eh sì, perché ormai tutta l’attenzione mediatica è incentrata sulla inquietante architettura debitoria che hanno tutti gli stati europei, nella fattispecie preoccupano gli intrecci debitori sulle detenzioni dei titoli di stato che i paesi virtuosi hanno nei confronti dei paesi periferici.
Sostanzialmente il debito dei paesi strutturalmente deficitari è in mano ai paesi virtuosi: quindi la vita di questi ultimi è strettamente collegata a quella dei paesi al momento in difficoltà. Il destino del debito dei PIGS (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna: preferisco l’Italia all’Irlanda) rappresenta il destino dell’Euro e dell’Europa.
Quello che sta accadendo il tutto il mondo è proprio una perdita di credibilità dell’euro in considerazione delle incapacità che avranno i paesi europei nel futuro per onorare questi debiti. E questa incapacità è dettata oltre che da evidenti deficienze strutturali (forse insuperabili) anche da oggettive problematiche legate allo sviluppo dei trend demografici della popolazione europea: è un po’ come avere una trave nel culo e voler andare a fare un giro in bicicletta. Direi che è abbastanza arduo oppure molto doloroso. Giorno dopo giorno la verità viene centellinata goccia a goccia per evitare fenomeni tipo le bank runs o la fuga dai titoli di stato, qualunque essi siano. Il debito infatti, prima o poi, qualcuno lo dovrà rimborsare. Quelli che scrivono che non vi è da preoccuparsi o che attraverso finanziarie che non avranno impatto sulle tasche dei contribuenti mi sembrano opinionisti improvvisati che filosofeggiano in un campo di letame.
Altro che manovre lacrime e sangue: in Europa è ormai in atto un progressivo impoverimento, il quale ha già raggiunto e superato in alcuni stati il punto di non ritorno. Quanto stiamo vivendo è il frutto della convergenza molto spiacevole di due gradienti evolutive: da una parte il processo di apertura ad Oriente senza alcun tipo di controllo o limite (che ha portato a regalare posti di lavoro una volta europei agli orientali) e dall’altra, il progressivo invecchiamento della popolazione europea, con l’Italia e la Spagna che fanno da apripista. Un modello economico (il nostro), basato su un protezionismo sociale sfrenato, purtroppo non ha futuro: il ridimensionamento del gettito fiscale dovuto ad una mutazione del tessuto produttivo e della disoccupazione giovanile sta diventando una bomba con la miccia accesa.
Vi è di più: le attuali generazioni di pensionati, a cominciare da quelli italiani, non si rendono conto di quello che sta accadendo, hanno visto in passato la giostra della cuccagna che ha sempre elargito regali a tutti e ora borbottano spazientiti perché non riescono più a conseguire le rendite finanziarie di un tempo o perché non riescono ad affittare l’appartamento che hanno ai prezzi di cinque anni fa. Purtroppo nella maggior parte dei casi abbiamo a che fare con persone stupide, ignoranti ed avide. Di certo la loro generazione al momento non può essere chiamata in causa per risolvere proprio quello che ha creato. I ragazzi di oggi che sono interinali a singhiozzo devono beffardamente ringraziare i loro nonni o i loro genitori per quello che sta accadendo o per il lavoro che non hanno. Purtroppo non può avere futuro un paese in cui sono (per adesso) i nonni a prendersi cura dei nipoti, e non il contrario. Il peggio deve ancora arrivare: l’unica incertezza è il quando.
Eugenio Benetazzo
5.06.2010
Messaggi
1. VENDI TUTTO !, 7 giugno 2010, 19:56
Prima leggevo con attenzione Benetazzo, ma i più seri e credibili sono il gruppo che ogni mese invia i bollettini GEAB.
Anche se condivido il suo giudizio negativo sui cosiddetti "risparmiatori anziani", di fatto lo zoccolo duro della base berlusconiana .... l’articolo di Benetazzo è a senso unico ........ la colpa sarebbe secondo lui tutta dello "stato sociale" .... mentre GEAB spiega la vera situazione, sono gli Stati Uniti al collasso che vogliono fare collassare noi prima di loro ....
Inoltre iniziano ad attuare il Dividi et Impera in Medio Oriente, obiettivo causare una guerra in quella zona del mondo, dividere i popoli di quell’area ed indebolire l’Europa che con quei paesi commercia, fare in modo che si scannino, dopo di che attendere e vendere armi, con lo scopo che il nuovo trend economico passi dalle vittime immolate al Dio Marte.
Involuzione neoliberista a parte, però su una cosa Benetazzo ha ragione ... se avete qualche titolo, di stato e non, VENDETE TUTTO !!! E’ l’unico modo per salvare il poco salvabile !
Radisol
1. VENDI TUTTO !, 7 giugno 2010, 20:05
UN ESEMPIO DI BOLLETTINO GEAB
E badate bene, questo articolo è del 17 Febbraio, quando della Grecia e di tutto il resto i nostri giornali non parlavano proprio ... anzi, secondo Berlusconi, la crisi era passata .....
GEAB 42 Secondo trimestre 2010. Aggravamento brutale della crisi sistemica globale. Rafforzamento di 5 tendenze negative fondamentali.
traduzione di G.P. ( scusate le note rimaste in francese)
Secondo LEAP/E2020, l’effetto delle migliaia di miliardi spesi dagli stati “per attraversare la crisi„ hanno fatto una fiammata. Queste somme immense avranno permesso di rallentare per alcuni mesi l’ evoluzione della crisi sistemica globale; ma, come previsto nelle GEAB precedenti, questa strategia non sarà servita, infine, che a trascinare definitivamente gli stati nella crisi generata dalle istituzioni finanziarie.
Il nostro gruppo anticipa dunque in questa GEAB N°42 un aggravarsi brutale della crisi per il secondo trimestre 2010, generata da un doppio effetto di recupero dei fenomeni che sono stati temporaneamente "congelati„ nel secondo semestre 2009 e dell’impossibilità di mantenere le misure palliative per l’anno scorso. D’ altronde, in questo mese di febbraio 2010, un anno dopo il nostro annuncio che la fine dell’anno 2009 avrebbe segnato l’inizio della fase di smembramento geopolitico mondiale, ciascuno può constatare che tale processo è in corso: Stati al limite dell’insolvenza, aumento inesorabile della disoccupazione, caduta di milioni di persone al di fuori delle reti di protezione sociale, ribassi di salari, soppressioni di servizi pubblici, smembramento del sistema di governance globale (fallimento del vertice di Copenaghen, confronto crescente Cina/USA, ritorno del rischio di conflitto Iran/Israele/USA, guerra monetaria globale, ecc.…) (1).
Tuttavia, non siamo che al principio di questa fase di cui LEAP/E2020 fornirà un calendario di previsione nel prossimo numero del GEAB. L’ aggravarsi brutale della crisi sistemica globale sarà caratterizzato da un’accelerazione e/o un rafforzamento di cinque tendenze negative fondamentali:
l’ esplosione della bolla dei disavanzi pubblici e l’aumento aggiuntivo delle insolvenze statali
la collisione inevitabile del sistema bancario occidentale con l’aumento delle insolvenze e il muro dei debiti che arrivano a maturazione
la risalita inevitabile dei tassi d’ interessi
la moltiplicazione dei motivi di tensione internazionale
l’ insicurezza sociale crescente.
In questa GEAB N°42, il nostro gruppo sviluppa le prime tre tendenze di questa evoluzione e presenta una previsione sull’ evoluzione della Russia di fronte alla crisi; naturalmente con le nostre raccomandazioni mensili.
Ed in questo comunicato pubblico, abbiamo scelto di analizzare “il caso greco„, da un lato, perchè ci sembra emblematico di ciò che ci riserva il 2010; e, d’ altra parte, poiché illustra perfettamente l’evoluzione dell’informazione sulla crisi mondiale nel senso “di una comunicazione di guerra„ tra blocchi ed interessi sempre più conflittuali. Chiaramente, è “un must„ per riuscire a decifrare l’informazione mondiale dei mesi ed anni a venie che sarà un vettore crescente di operazioni di manipolazione.
Le cinque caratteristiche che fanno del “caso greco„ l’albero con il quale si prova a nascondere la foresta
Veniamo nel frattempo “al caso greco„ che agita i mass media e gli esperti da alcune settimane. Ma prima di entrare nel dettaglio delle evoluzioni in atto, precisiamo immediatamente cinque punti essenziali della nostra previsione in materia:
come indicato nelle nostre previsioni per il 2010, apparse nella GEAB N°41, il problema greco sarà scomparso dai radar mediatici internazionali da qui ad alcune settimane. E’ l’albero utilizzato per nascondere allo stesso tempo una foresta molto più pericolosa di debiti sovrani (quelli di Washington e Londra), e l’inizio di una ricaduta dell’ economia mondiale, Stati Uniti in testa (2).
il problema greco è una questione interna alla zona euro ed all’ Ue e la situazione attuale offre un’occasione unica ai dirigenti dell’euro zona per costringere infine la Grecia (paese che si qualifica di “allargamento mancato„ dal 1982) ad uscire dalla sua feudalità politica ed economica. Gli altri paesi della zona euro, Germania in testa, faranno di tutto per costringere le elite greche ad adattare il loro paese al XXI° secolo in cambio del loro aiuto. Così facendo, giocando sul fatto che la Grecia rappresenta soltanto il 2,5% del PNL della zona euro (3), esplorano i meccanismi di stabilizzazione in tempo di crisi di cui la zona euro ha bisogno (4).
I dirigenti ed i mass media anglosassoni utilizzano la situazione (come l’ anno scorso con il cosiddetto tsunami bancario venuto dall’Europa dell’est che colpì la zona euro (5)) per mascherare l’evoluzione catastrofica delle loro economie e dei loro debiti pubblici, e per tentare d’indebolire l’ attrattiva della zona euro nel momento in cui USA e Regno Unito hanno difficoltà ad attirare i capitali di cui hanno un bisogno urgente. Parallelamente, Washington e Londra (che, dall’ entrata in vigore del trattato di Lisbona, è completamente esclusa dalla gestione dell’Euro) sarebbero contenti di vedere il FMI, che controllano perfettamente (6), introdursi nella gestione della zona euro.
I dirigenti della zona euro sono attualmente contenti di vedere l’Euro abbassarsi a 1,35 rispetto al dollaro. Sanno molto bene che questo non è duraturo poiché il problema tendenziale è il crollo del valore del dollaro (e della lira sterlina), ma apprezzano questa “boccata d’ ossigeno„ per gli esportatori.
Gli speculatori (hedge-funds ed altri) e le banche largamente impegnate in Grecia (7) hanno un interesse congiunto nel tentare di provocare un aiuto finanziario rapido dell’Eurozona alla Grecia poiché, se gli europei si rifiutano di staccare assegni (nel modo scandaloso del tandem Paulson-Geithner con AIG e tutta Wall Street nel 2008/2009), le agenzie di rating avranno involontariamente giocato loro un tiro mancino. Infatti, il deterioramento dei voti della Grecia immerge questo piccolo mondo nei tormenti delle perdite finanziarie importanti se, per le banche, il valore dei loro prestiti alla Grecia si trova diminuito di altrettanto o se le loro scommesse contro l’Euro non funzionano a termine (8)
Goldman Sachs protagonista della tragedia greca… e dei prossimi fallimenti sovrani
“Nel caso greco„, come in qualsiasi avventura a suspense, occorre “un cattivo„ (o per riprendere la logica della tragedia antica, “un Deus ex machina„). Ma, in questa fase della crisi sistemica globale, il ruolo “del cattivo„ è in generale tenuto dalle grandi banche d’investimento di Wall Street, ed in particolare da parte del loro leader, Goldman Sachs. E “il caso greco„ non sfugge alla norma poiché sembra che la banca d’ affari newyorkese è stata direttamente implicata nel gioco di prestigio di bilancio che ha permesso alla Grecia di accreditarsi per entrare nell’Euro mentre i suoi disavanzi di bilancio reali avrebbero dovuto eliminarla. E sì! E’ Goldman Sachs che, nel 2002, ha organizzato uno di questi astuti assemblaggi finanziari di cui ha il segreto (9) e che, in modo quasi sistematico ormai, si rivoltano alcuni anni più tardi contro il cliente stesso.
Ma, che importa dal momento che GS (Goldman Sachs) ha potuto aumentare il suo profitto! Nel caso greco, ciò che la banca di affari ha proposto era molto semplice: montare un prestito invisibile dal punto di vista di bilancio (accordo swap che permetteva di ridurre fittiziamente l’ampiezza del deficit pubblico greco) (10). La responsabilità dei dirigenti greci dell’epoca è, ben inteso, totalmente concreta e dovrebbero, secondo LEAP/E2020, essere sottoposti ad indagini politiche e giudiziarie, da parti greche come europee, per avere fuorviato l’Ue ed i loro cittadini nel quadro di un processo storico fondamentale, la creazione della moneta unica europea. Ma, siamo molto espliciti, la responsabilità della banca di affari newyorkese (per complicità) lo è altrettanto, soprattutto quando si sa che il vicepresidente per l’Europa di Goldman Sachs all’ epoca era un certo Mario Draghi (11), attuale presidente della banca centrale italiana ed attuale candidato (12) alla successione di Jean-Claude Trichet alla testa della banca centrale europea (13).
Senza pregiudizio del ruolo del sig. Draghi nell’ affare del prestito manipolatore di statistiche alla Grecia (14), ci si può chiedere se non sarebbe utile interrogarlo su quest’argomento (15). In democrazia, la stampa (16) come i Parlamenti (in questo caso, greco ed europeo) sono tenuti ad incaricarsi di questo compito. Data l’importanza assunta da GS negli affari finanziari mondiali in questi ultimi anni, nulla di ciò che questa banca ha fatto dovrebbe lasciare indifferenti i governi ed i legislatori. E’, d’altronde. Paul Volcker, l’attuale patron dei consulenti economici di Barack Obama, che è diventato uno dei critici più rigorosi delle attività di Goldman Sachs (17). Ora, come abbiamo già avuto occasione di scrivere al momento dell’elezione dell’ attuale presidente americano, si tratta della sola persona nel suo entourage che possiede un’esperienza ed un’attitudine ad adottare le misure difficili (18) e che, all’occorrenza, sa di che, o piuttosto di chi, si parla. In questa stessa logica, e con l’ illustrazione del ruolo nocivo di Goldman Sachs e delle grandi banche di affari in generale, in materia di trasparenza delle attività finanziarie e di bilancio pubbliche, LEAP/E2020 ritiene che sarebbe molto utile all’Unione europea ed a suoi 500 milioni di cittadini, proibire l’accesso di tutte le funzioni dirigenti finanziarie, di bilancio ed economiche (BCE, commissione, banche centrali nazionali) agli ex responsabili di queste stesse banche d’ affari (19). La confusione dei ruoli non può condurre che ad una più grande confusione degli interessi pubblici e privati, che non può farsi che a scapito dell’interesse pubblico europeo. Per cominciare, la zona euro potrebbe d’altronde chiedere fin da oggi al governo greco di smettere di ricorrere al servizio di Goldman Sachs poiché dopo il Financial Times del 28/01/2010, Atene continua sempre a ricorrere ai loro servizi. Se il proprietario di Goldman Sachs crede di essere “dio„ come egli ha detto in una recente intervista (20), è prudente supporre che la sua banca ed i suoi omologhi possano comportarsi come diavoli, e dunque di premunirsi di conseguenza. Questo consiglio, secondo il nostro gruppo, è valido per l’ Europa ma anche per tutti gli altri continenti. Ci sono “servizi privati„ che vanno contro l’ “interesse collettivo„: chiedete ai cittadini greci ed ai proprietari americani di case prese dalle banche! In conclusione, il nostro gruppo propone un gioco edificante a quelli che vogliono sapere dove si trova la prossima crisi del debito sovrano: cercate quale stato è ricorso a Goldman Sachs in questi ultimi anni, ed avrete un tracciato serio (21)!
Notes:
(1) Les récentes déclarations de l’ancien secrétaire d’Etat au trésor de G. W. Bush, Hank Paulson, selon lesquelles la Russie et la Chine auraient comploté pour faire chuter Wall Street à l’automne 2008 illustrent le degré de méfiance qui habite désormais les grands acteurs globaux. Source : DailyMail, 29/01/2010
(2) Depuis quatre ans, notre équipe expose régulièrement les aberrations du système de mesure du PNB US ; nous ne reviendrons donc pas ici sur cet aspect très « grec » des statistiques américaines. Pour ce qui est de l’évolution de l’économie américaine dans les prochains mois, il suffit de constater que l’indice sectoriel du tonnage des transporteurs routiers est en chute libre en Janvier 2010, comme il l’avait été en fin de premier semestre 2008. Source : USAToday, 11/02/2010
(3) Voir le graphique ci-dessous pour ramener le « cas grec » à de justes proportions en matière de PIB de la zone Euro.
(4) Et dont le GEAB souligne la nécessité depuis quatre ans, ainsi que le large soutien public (à plus de 90% en moyenne d’après les GlobalEuromètres mensuels) dont bénéficierait une gouvernance économique de la zone Euro.
(5) Nous rappelons à ce sujet que le GEAB n°33, au Printemps 2008, avait été l’un des rares médias a dénoncer le caractère mensonger et manipulateur de la grande peur d’un « tsunami bancaire » venu d’Europe de l’Est et qui était supposé emporter le système bancaire de la zone Euro. A l’époque, l’Euro avait plongé à des niveaux bien plus bas que ceux d’aujourd’hui … pour se relever quelques semaines plus tard. Nous invitons d’ailleurs ceux qui souhaitent bien comprendre la situation médiatique actuelle à relire le communiqué public du GEAB N°33.
(6) Et le fait qu’un Français soit à sa tête ne change rien à cette situation.
(7) Sources : Le Figaro, 12/02/2010
(8) Cela dit, en la matière, la manipulation médiatique est remarquable. Ces derniers jours, on a vu/lu/entendu un peu partout que des sommes énormes étaient engagées contre l’Euro (pariant l’Euro à la baisse) … soit huit milliards de Dollars US. En fait de « sommes énormes », c’est une goutte d’eau dans l’océan du marché mondial des changes qui chaque jour se monte à plusieurs centaines de milliards USD. Source : Financial Times, 08/02/2010
(9) Dans le même esprit hautement constructif pour les pays où elle exerce que celui qui l’a conduit aux Etats-Unis en 2006/2007 à jouer à la baisse pour son propre compte les produits financiers basés sur l’immobilier qu’elle vendait à ses clients.
(10) Sources : Spiegel, 08/02/2010 ; Le Temps|1, 13/02/2010 ; Reuters, 09/02/2010
(11) Pendant la préparation de l’entrée de l’Italie dans l’Euro, il était directeur général du Trésor italien. Sources : Banque d’Italie ; Wikipedia ; Goldman Sachs.
(12) Très activement soutenu par les milieux financiers londoniens et américains comme nous nous en étions déjà fait l’écho, il y a quelques mois, dans notre bulletin… et bien entendu par Silvio Berlusconi. Source : Sharenet/Reuters, 10/02/2010
(13) Son concurrent le plus sérieux est Axel Weber, actuel patron de la Bundesbank.
(14) Quoiqu’il serait étonnant que le patron pour l’Europe de la banque en charge d’un prêt destiné à masquer une partie du déficit public d’un pays, et lui-même ancien patron du Trésor d’un pays voisin, ne soit pas au courant de l’opération.
(15) Et, au vu de ses responsabilités passées, on ne peut qu’apprécier son sens de l’humour lorsqu’il appelle à un renforcement de la gestion économique de la zone Euro. Source : Les Echos, 13/02/2010
(16) Qui se contente pour l’instant de recopier les articles anglo-saxons faisant jouer au cas grec le rôle du « tombeur des marchés mondiaux », et qui répète à longueur d’article que l’Euro tombe … alors qu’il est à un niveau que cette même presse estimait impossible à atteindre il y a seulement quatre ans.
(17) Source : Reuters, 12/02/2010
(18) Il appartient à ces générations d’Américains qui ont construit l’ « empire US » d’après-guerre, qui savent sa fragilité et qui connaissent parfaitement son mode d’emploi, à la différence des Summers, Geithner et autres Rubin. Notre équipe fait rarement de compliments à Barack Obama, mais s’il continue à écouter des gens comme Paul Volker, il est indéniablement dans la bonne direction.
(19) Notre équipe sait, pour en avoir connu, qu’il y eut une époque, il y a une trentaine d’années, où les banquiers d’affaires savaient intervenir en ayant à l’esprit l’intérêt à long terme de leurs clients. Cette époque est bien révolue et ils n’ont désormais en vue que leur propre intérêt à court terme. Il faut donc en tirer toutes les conséquences et leur interdire l’accès aux fonctions publiques-clés, plutôt que de prétendre réformer leur comportement. S’il y avait des enfants-banquiers d’affaires (comme il y a des enfants-soldats), on pourrait espérer en sauver certains de leur addiction aux profits à court terme ; mais pour les banquiers d’affaires adultes, c’est bien trop tard.
(20) Source :
Times, 08/11/2009
(21) Du côté du secteur privé, demandez à Lehman Brothers, AIG, … ils pourront confirmer que c’est un bon indice.
http://www.appelloalpopolo.it/?p=1237
2. VENDI TUTTO !, 10 giugno 2010, 12:30
LE DOMANDE DA UN MILIONE DI DOLLARI
A CURA DELLA AUSTRALIAN BROADCASTING CORPORATION
John Clarke e Bryan Dawe calcolano il costo della crisi del debito europeo
Il video originale si trova a questo link:
http://www.informationclearinghouse.info/article25521.htm
Trascrizione
KERRY O’BRIEN, Presentatore: E’ il momento di John Clarke e Bryan Dawe, con alcune riflessioni sui problemi finanziari europei.
BRYAN DAWE: Il tuo nome è Roger vero?
JOHN CLARKE: Roger
BRYAN DAWE: Ah, quello è il tuo nome?
JOHN CLARKE: Roger
BRYAN DAWE: Bene. E che cosa fai Roger?
JOHN CLARKE: Sono un consulente finanziario.
BRYAN DAWE: Ah, consulente finanziario, eh?
JOHN CLARKE: Roger, si.
BRYAN DAWE: Magnifico e come vanno gli affari al momento, Roger?
JOHN CLARKE: Non male grazie. Un po’ tranquilli ultimamente
BRYAN DAWE: Che intendi per ultimamente ?
JOHN CLARKE: Dalla guerra. Un po’ tranquilli.
BRYAN DAWE: Sono d’accordo. Va bene Roger, il tuo argomento speciale di stasera è: le economie della Comunità Europea. Il tuo tempo inizia ora. Buona fortuna.
JOHN CLARKE: Grazie.
BRYAN DAWE: Di quanto è indebitata la Grecia, Roger?
JOHN CLARKE: 367 miliardi di dollari.
BRYAN DAWE: Giusto. E a chi li deve?
JOHN CLARKE: Principalmente agli altri sistemi economici europei.
BRYAN DAWE: Giusto. Di quanto è indebitata l’Irlanda?
JOHN CLARKE: 865 miliardi di dollari.
BRYAN DAWE: Giusto. A chi li deve? JOHN CLARKE: Principalmente agli altri sistemi economici europei.
BRYAN DAWE: Giusto. Di quanto sono indebitate la Spagna e l’Italia?
JOHN CLARKE: Mille miliardi di dollari ciascuna.
BRYAN DAWE: Giusto. Con chi?
JOHN CLARKE: Soprattutto Francia, Gran Bretagna e Germania
BRYAN DAWE: Giusto. E come stanno andando, Roger, la Germania, la Francia e la Gran Bretagna?
JOHN CLARKE: Stanno un po’ lottando, non è vero?
BRYAN DAWE: Giusto. Perché?
JOHN CLARKE: Perché tutte hanno prestato ingenti quantità di denaro alle altre economie europee che non sono assolutamente in grado di restituirgliele.
BRYAN DAWE: Giusto, quindi che hanno intenzione di fare?
JOHN CLARKE: Hanno intenzione di tirarle fuori dai guai.
BRYAN DAWE: Giusto. Dove prenderanno i soldi per fare questo Roger?
JOHN CLARKE: Questa è una bella domanda. Non conosco la sua risposta. (ride)
BRYAN DAWE: Di quanto è indebitato il Portogallo?
JOHN CLARKE: Solo un minuto, qual è stata la risposta a quella precedente domanda?
BRYAN DAWE: Rispondi solo alle domande, Roger. Dove ha intenzione il Portogallo di trovare il denaro che deve alla Germania se la Germania non riesce a recuperare il denaro che ha prestato all’Italia?
JOHN CLARKE: Un attimo. Qual’era la risposta alla precedente domanda [la frase è interrotta]? La domanda era: come possono le economie in bancarotta prestare denaro ad altre economie in bancarotta che non hanno denaro perché non possono restituire il denaro che, economie in bancarotta hanno prestato ad altre nella stessa situazione e non avrebbero dovuto prestarglielo, in primo luogo perché un’economia in bancarotta non può restituirlo?
BRYAN DAWE: Stai perdendo tempo prezioso Roger. Quanto deve la Spagna all’Italia?
JOHN CLARKE: 41 miliardi di dollari. Ma dove hanno intenzione di prenderli?
BRYAN DAWE: Giusto. Quanto deve l’Italia alla Spagna?
JOHN CLARKE: 27 miliardi di dollari ma non li hanno, sono in bancarotta.
BRYAN DAWE: Giusto. Come si possono pagare tra loro se nessuna di loro ha denaro?
JOHN CLARKE: Hanno intenzione di fare un salvataggio, vero?
BRYAN DAWE: Giusto. E da dove proviene il denaro per il salvataggio?
JOHN CLARKE: E’ quello che ti sto chiedendo!
BRYAN DAWE: Giusto. Perché la gente sta vendendo la valuta europea e sta comprando il dollaro americano?
JOHN CLARKE: Perché l’economia degli USA è molto più forte di quella europea.
BRYAN DAWE: Giusto. Perché Roger?
JOHN CLARKE: Perché è dominata dalla Cina.
BRYAN DAWE: Giusto, molto bravo! E dopo quel ciclo hai perso un milione di dollari.
JOHN CLARKE: Ho perso un milione di dollari? Pensavo avessi detto bravo!
BRYAN DAWE: Sì, molto bravo hai perso solo un milione di dollari. E’ una prestazione eccezionale, Roger.
JOHN CLARKE: Ho perso solo un milione di dollari.
BRYAN DAWE: Molto bravo.
JOHN CLARKE: Questo è abbastanza buono, vero?
BRYAN DAWE: Oh, è eccellente.
JOHN CLARKE: Vendi tutto immediatamente. Presto!
KERRY O’BRIEN: Penso che questo si chiami “ridere mentre si affonda”.
Titolo originale: "Clarke and Dawe ask the million dollar questions"
Fonte: http://www.informationclearinghouse.info
20.05.2010
Traduzione a cura di MARIA GABRIELA DE PAOLA