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VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A PAOLO BOLOGNESI

par La nonviolenza e’ in cammino

Publie le mercoledì 21 settembre 2011 par La nonviolenza e’ in cammino - Open-Publishing

Sperando di far cosa gradita diffondiamo come anticipazione l’intervista a Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980, che apparira’ domani sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e’ in cammino"


[Paolo Bolognesi (Monghidoro, 1944) e’ presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980]

 "La nonviolenza e’ in cammino": Quale e’ stato il significato piu’ rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

 Paolo Bolognesi: A mio parere la grande richiesta di pace e di giustizia e un grande bisogno di vicinanza con persone che da ogni parte del paese e del mondo con vari orientamenti politici e religiosi si sentono unite da questa esigenza.

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 "La nonviolenza e’ in cammino": E cosa caratterizzera’ maggiormente la marcia che si terra’ il 25 settembre di quest’anno?

 Paolo Bolognesi: Credo che al fondo ci sia una grande speranza di cambiamento. La marcia e’ sempre stata caratterizzata dalla prevalente presenza di giovani e questo a mio parere da’ il senso di una volonta’ di partecipazione per cambiare. Tanti schemi soprattutto politici sono obsoleti e non danno piu’ risposte adeguate; la marcia vole rimarcare e sottolineare che non si possono mettere in campo i soliti schemi per superare la situazione e dare speranza alle future generazioni.

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 "La nonviolenza e’ in cammino": Quale e’ lo "stato dell’arte" della nonviolenza oggi in Italia?

 Paolo Bolognesi: La mancanza di giustizia e la mancanza di speranza per le giovani generazioni fanno aumentare la volonta’ di partecipare per essere sempre piu’ artefici del proprio futuro. Noi vittime del terrorismo e delle stragi abbiamo fondato delle associazioni di familiari del tutto nonviolente e contrastiamo la violenza costante dei vari governi, che impediscono di arrivare alla completa verita’ e non attuano le leggi che prevedono la tutela delle vittime.

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 "La nonviolenza e’ in cammino": Quale ruolo puo’ svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

 Paolo Bolognesi: A mio parere un compito prevalente dovrebbe essere di informazione e di intervento per far si’ che tutte le forme di ingiustizia vengano segnalate, contrastate e "combattute" naturalmente con metodi nonviolenti. Ricordiamo che anche il silenzio e’ violenza, e molti telegiornali e organi di informazione in questo sono estremamente violenti.

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 "La nonviolenza e’ in cammino": Quali i fatti piu’ significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

 Paolo Bolognesi: Un evento estremamente significativo lo sciopero sull’isola dei cassintegrati. Operai che hanno perso il lavoro che hanno trovato una forma nonviolenta molto intelligente per contrastare e far conoscere la violenza subita.

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 "La nonviolenza e’ in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l’impegno nei prossimi mesi?

 Paolo Bolognesi: Per me la risposta sarebbe secca: l’informazione sulla giustizia. La giustizia negata o piegata a favore dei potenti di turno deve essere contrastata con una informazione capillare. Credo che la giustizia sia un punto cardine per la tenuta di una nazione e noi oggi, con la metodica volonta’ di asservirla ai potenti di turno o con le leggi personali, siamo veramente al limite.

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 "La nonviolenza e’ in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e’ la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

 Paolo Bolognesi: La ricerca di avere un dialogo costruttivo per contrastare ogni tipo di violenza senza che vi siano ostacoli dovuti alle religioni e all’appartenenza politica.