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Dazibao Movimenti Guerre-Conflitti Internazionale Governi Doriana Goracci
di Doriana Goracci
Delegazioni, ong, volontariato di ogni genere e grado, e per chi non può andare lontano manifestazioni, sit-in, appelli : sassi qui-sassi là che sono stati lanciati nel mare magnum dell’indifferenza globale.
L’intifada , la resistenza non hanno vinto un bel nulla, non hanno taciuto le armi e l’imperialismo americano trova costantemente nuovi fidi alleati. Noi continuiamo ostinati a fare fiaccolate, lettere a poteri locali, nazionali ed internazionali, invochiamo giustizia disvelando patti scellerati e prostituzioni mai fuori moda.
Ci si dice di non dimenticare Genova, quel luglio del 2001: ci autoconvocammo lì, come oggi 15 luglio.
Andammo con il casco e senza casco, contro il potere del G8 , contro la loro violenza arrogante ed illegale sul mondo. E andammo a Genova perché per l’incontro avevano scelto la nostra città italiana, diventata fortino di guerra, che sarebbe stata annunciata di lì a pochi mesi.
Non dovevano esserci mutande appese alle finestre. Niente doveva segnalare una presenza umana sul percorso dei convitati di pietra.
Facemmo di tutto invece, per far capire quanto eravamo umani con la nostra rabbia. In mutande, con le mutande sopra la testa, appese agli zaini, ai fili delle finestre, contestarono anche i genovesi rimasti, gli emigranti nei loro "palazzi altri".
Oggi siamo ad un giro di boa, i giornali del 15 luglio parlano di guerra totale in Libano.
La guerra è dovunque.
Pezzi di movimento resistente sono oggi a Roma, magari solo col cuore, per telefono od in rete.
Vogliamo dire ai delegati in Parlamento e al Senato che chi annuncia di votare, magari in maniera sofferta e consapevole, le "missioni di pace", voterà per la guerra.
Noi chiediamo con forza sdegno orgoglio dignità debolezza rabbia -noi chiediamo.
Molti che vent’anni oggi ce l’hanno, non si aspettano niente da questo potere, non sono abituati a chiedere niente al governo e forse neanche a lottare.
Ma io sono stanca di chiedere, in 30 anni di lavoro non ho mai chiesto al padrone qualcosa. Ho dovuto lottare in prima persona per affermare il mio essere prima che donna, persona.Gli anni passati imbiancano i capelli e tradizione vuole che dovrei sentirmi più mite, paziente, riflessiva, accomodante. Niente di tutto questo mi accade, io bollo, mi ribello, disobbedisco alle regole del "saper vivere", "saper fare politica".
E parto da dove ho cominciato, da Genova. Con quelli intorno a vent’anni e quelli che si divertono a fare somme anagrafiche.
Ma non mi presto ad essere usata come alibi, guastafeste irresponsabile, pura icona pacifista.
Nessun governo centro destro sinistro può dirmi come resistere e lottare.
Mi impegno a far uscire dal silenzio quelle donne e uomini che non lo possono fare,a resistere e lottare insieme senza se e ma.Molti, tanti si sono turati il naso ed hanno votato il 9 aprile, ora il lezzo dell’opportunismo è divenuto intollerabile.
Gli occhi li abbiamo aperti e non possiamo più chiuderli.
Sono in strada, porto appresso la gioia ed il dolore di sentirmi viva su un treno qualunque di pendolari del mondo che hanno solo voglia di tornare a casa in pace e mettersi in mutande.
Messaggi
1. IN 600 A ROMA PER UN’ASSEMBLEA AUTOCONVOCATA, 16 luglio 2006, 09:16
http://www.ilgiornale.it:80/a.pic1?ID=105102
In 600 a Roma per un’assemblea autoconvocata che rilancia il no al
rifinanziamento dei nostri soldati all’estero. Beppe Grillo, Gino
Strada e padre Zanotelli infiammano la platea Si allarga il fronte
contro la missione a Kabul Tutti i parlamentari pacifisti firmano un
documento per lasciare subito l’Afghanistan. E per l’esecutivo la
strada è sempre più in salita Luca Telese da Roma
In fondo la sintesi è semplice: bastano seicento persone e tre
telefonate per mandare la sinistra in tilt. Seicento sono tante,
perché immaginatevi una riunione politica, a Roma, il 15 luglio, con
un caldo africano. E tre telefonate, perché una arriva
dall’Afghanistan e dall’altra parte della cornetta c’è un signore che
si chiama Gino Strada, l’altra arriva da Genova, e a parlare è un
signore che sia chiama Beppe Grillo, l’ultima arriva da Napoli, e a
tirare giù il teatro per gli applausi è un prete ribelle come don
Alex Zanotelli.L’assemblea era ufficialmente promossa dal comitato di
parlamentari «autoconvocati», senza partiti, anzi: soprattutto
contro i parti della sinistra ufficiale. Non più solo Ds e
Margherita, ma anche Rifondazione, Pdci e Verdi, a cui questa ventata
di movimento estivo, pacato ma furente chiede solo una cosa: «votare
contro il decreto legge sulla missione in Afghanistan, «Senza se e
senza ma».
Al microfono e in tribuna, ovviamente, c’era un nutrito drappello di
parlamentari: gli uomini delle due minoranze di Rifondazione, da
Salvatore Cannavò a Gigi Malabarba (della sinistra), a Claudio Grassi
(della cosiddetta «destra»), da Loredana De Petris, Giampaolo
Silvestri e Daniele Bulgarelli (Verdi) a Franca Rame (Italia dei
valori) e Dario Fo, a leader dei Disobbedienti come Luca Casarini, ma
anche un ex ministro dei Ds come Cesare Salvi. Un ventaglio di
posizioni molto diverse, certo, ma che si ritrovavano tutti sotto il
cartello del no alla piattaforma proposta dal governo.
Le parole più infuocate, però, sono state sicuramente quelle di Gino
Strada, che - pur senza citarle esplicitamente, ha censurato le
sinistre radicali che per «ragion di Stato» si preparano a votare a
favore del decreto legge sulle missioni afghane: «Essere contro la
guerra - ha proseguito il fondatore di Emergency - non è di destra
né di sinistra». E ancora: «Bisogna abolire la guerra come si fece
con la schiavitù; cacciarla dalla storia degli uomini prima che lei
li cacci dalla storia». E poi, durissimo contro i dirigenti
dell’Unione: «Per molti in Italia, essere pacifisti significa fare
compromessi che ammettono la guerra. Allora, oggi, non chiamiamoli
più pacifisti! Perché non si può essere pacifisti a giorni alterni,
non esistono alchimie dialettiche, nessuna guerra è giustificabile o
negoziabile». Poi, fra gli applausi, l’ultima benedizione ai ribelli:
«Per fortuna questa manifestazione dimostra che c’è ancora qualche
parlamentare che ha a cuore la Costituzione!». Boato. Lo stesso che
aveva accompagnato le parole di Grillo, quando il comico genovese
aveva fatto cadere la mannaia del suo sarcasmo sul concetto di guerra
umanitaria: «Il governo ci ha mandato lì per marketing, mettendo
davanti la parola pace. Così ci sono stati e ci saranno morti in nome
del marketing. Si parla tanto di memoria - ha concluso Beppe Grillo -
ma ogni tanto bisognerebbe dimenticare per perdonare, anche per dare
un esempio ai giovani». E ci sono applausi anche per Salvi quando
aggiunge: «L’articolo 11 della nostra Costituzione dice che l’Italia
ripudia la guerra, sempre. Non che la ripudia solo se non lo vogliono
la Nato e l’Onu!».
Ed è altrettanto applaudito un sindacalista della Cgil come Giorgio
Cremaschi, leader carismatico dei metalmeccanici, e oppositore di
Fausto Bertinotti all’ultimo congresso: «Dal 1991 a oggi non una
delle guerre americane ha risolto i problemi di sicurezza del mondo.
Questo vuol dire che il no alla guerra non è una posizione morale ma
una posizione politica». La conclusione è del verde Bulgarelli: «Ci
hanno detto che siamo ribelli, inaffidabili, irresponsabili. Ebbene
sì, siamo ribelli!» (applauso). «E se la coerenza è stupidità,
siamo anche stupidi». Dopo il bagno di folla, un po’ di conti: il
plotone dei ribelli aumenta. Tutti i parlamentari pacifisti firmano un
documento per chiedere il «via subito» da Irak e Afghanistan. E,
dopo la legittimazione di piazza, dentro i ribelli, aumenta anche il
numero di coloro (tutti quelli di Rifondazione, Franca Rame, lo stesso
Bulgarelli) voteranno no: se continua così, la maggioranza
autosufficiente dell’Ulivo, a Palazzo Madama, è già un sogno
impossibile, per Romano Prodi.
1. > IN 600 A ROMA PER UN’ASSEMBLEA AUTOCONVOCATA, 16 luglio 2006, 14:33
Beppe Grillo, Gino Strada, padre Zanotelli, Bulgarelli, Salvi, Salvatore Cannavò, Gigi Malabarba,
Dario Fo, Loredana De Petris, Giampaolo Silvestri, Franca Rame...e chi più ne ha più ne metta.
Io non chiedo niente ai Parlamentari e ai "nomi importanti", posso giusto aver piacere che ci sia uno schieramento(minuscolo) all’interno di quella bolgia di DANNATI che chiede il non-finanziamento alla guerra in Afghanistan chiamata "pace", ma io non mi rivolgo a loro.
Posso pure riconoscere che all’interno dei nomi importanti ci siano persone degne(gino Strada mi pare il pù degno senz’altro) che fanno la parte loro affinchè non si arrivi a quello che a me appare inevitabile dopo l’invasione del libano da parte dei governanti boia israeliani, con il proboabilissimo attacco alla Siria e all’Iran(che spero vivamente gli rispondano a suon di bombe vere, come vere son le bombe che già hanno fatto oltre 100 vittime civili libanesi e chisà quanti sono i morti "non civili" ma "combattenti").
Ma io non chiedo niente a loro e a nessun parlamentare. Io se devo chiedere qualcosa a qualcuno, lo chiedo agli italiani "normali" e la mia attività, sia negli scritti che in quelle situazioni altre(manifestazioni e simili) che si tengono e si terranno(partecipate o meno) spingo col massimo della mia forza affinchè gli italiani ESPLODANO IN PRIMA PERSONA, CANCELLANDO DALLE LORO MENTI CHE I "NOMI IMPORTANTI" POSSANO SERVIRE A CAPOVOLGERE LA SITUAZIONE. No! i "nomi importanti" non capovolgeranno nulla, al massimo(se ne hanno l’umiltà e molti di loro non ce l’hanno perchè si credono Dio) parteciperanno, i migliori di loro, a un moviemnto contro la guerra o meglio: della III GUERRA MONDIALE. Ma loro, i "nomi importanti", non possono capovolgere nulla. SOLO UN ENORME MOVIMENTO DI MASSA, ASSOLUTAMENTE DETERMINATO E CAPACE DI SCIOGLIERE IL NODO DEL PACIFISMO D’ACCATTO(TIPICO IN ITALIA) E DI "ATTACCARE" CON TUTTI I MEZZI A DISPOSIZIONE(VIOLENZA COMPRESA), POTRA’ CAPOVOLGERE UNA SITUAZIONE, CHE, ALTRIMENTI, NON LA CAMBIERA’ NESSUNO.
Aggiungo che questo continuo riferimento ai "nomi importanti" ha un aspetto assolutamente deleterio: mantener gli italiani nella convinzione che solo con l’apporto fondamentale di "nomi importanti" l’ordine delle cose può essere cambiato.
QUALE GRAVE ERRORE CONTIENE QUESTA PRESUNZIONE! Al contrario ci si deve auto-organizzare, auto-gestire la propria vita, partendo dal presupposto che TUTTI I POLITICI DI PROFESSIONE, TUTTE LE ISTITUZIONI SONO DA ABBATTERE PERCHE’ NON POSSONO ESSERE CAMBIATE. E quindi i "nomi importanti" praticamente non solo non servono, ma nel momento in cui giocano il ruolo da "importanti" sono letteralmente deleteri perchè spingono gli italiani alla "delega" sempre. Ed è proprio la "delega", il principio della "delega" che va abbattuto affinchè gli italiani abbiano peso nelle scelte dei BOIA Istituzionali perchè SE 10.000 ITALIANI COMINCIANO, IN UNA MANIFESTAZIONE, A SPACCARE TUTTO CIò CHE TROVANO DAVANTI, IL GOVERNO E I BOIA VARI DEL PARLAMENTO DEVONO PRENDERE ATTO CHE C’E’ UN PROBLEMA VERO: LA RIVOLTA.
Ciò è tutto
Gesù Bambino in accordo con i Diavoli Rossoneri(niente a che fare col Milan, naturalmente)
2. i nomi importanti..., 16 luglio 2006, 16:10
Dal momento che tu li definisci tali. Importanti per le cose che dicono e/o quelle che hanno fatto?
Per la loro visibilità o per il ruolo che hanno?
Di fatto, ti piaccia o non ti piaccia 8 senatori si sono detti pochi giorni fa contro la guerra e a quel sit in eravamo forse in cento, alcuni di quei nomi erano sconosciuti ai più.
Il 17 credo che saremo in più di cento ma non è una questione di numeri, siamo sempre pochi.
Ma io mi chiedo perchè sei così suscettibile a questi nomi, e non ad "altri" che con le loro dichiarazioni ed il loro pensiero invadono i media dipendenti ed indipendenti?
E sopratutto credi che ci sia bisogno di "dividere" le lotte sociali da quella contro la guerra? Pensi che siano mondi opposti e non parte di un tutto?
Si può sognare una grande rivolta popolare, violenta o non violenta.
I Semterra hanno occupato le terre e si ostinano a farlo ancora, non hanno ammazzato Lula, anzi.
Ma hanno cominciato da dove iniziava la loro emergenza.
Se queste date ti sembrano poco importanti, anzi nuocciono al popolo perchè lo drogano, questo è un tema che devi affrontare con chi attende le masse urlanti e ribelli. Potrebbe essere vicino il tempo...
La guerra fa anche di questi scherzi, ed i nomi importanti e quelli oscuri ben più importanti, al servizio dell’economia globale godono nel minimizzare, ironizzare e frustrare un movimento ben più eterogeneo di quello che descrivi.
diavoli e angeli si somigliano a volte, ma io non li ho incontrati mai, figuriamoci gesù bambino...
Doriana
2. 17 luglio-autoconvocata, 16 luglio 2006, 09:46
Grazie a quant* hanno dato un contributo economico perchè potessi partecipare all’autoconvocata di Roma "via dall’Afghanistan senza se e senza ma".
Conto di trascrivere e di mettere in rete almeno il testo dell’intervento di Gino Strada, che ho registrato (almeno spero.......).
E’ stata una cosa molto bella, sono contentissima di aver partecipato.
Norma
3. da caserta news: Vescovo Nogaro, 16 luglio 2006, 10:12
Dal portale "casertanews"
Sabato 15 Luglio 2006 Nogaro: "No a finanziamento missione in Afghanistan" Caserta –
No al rifinanziamento all’Afghanistan perché "in ogni caso le bombe sono le stesse
dell’Iraq e il numero di morti in percentuale agli abitanti maggiore". E’ duro il
commento del vescovo di Caserta, monsignor Raffaele Nogaro, sulla discussione in corso
per il rifinanziamento della missione in Afghanistan. "Il fatto che questa guerra sia
sotto l’ombrello dell’Onu - osserva il vescovo all’agenzia Adista - che poi l’ha
appaltata alla Nato è solo una finzione giuridica. In ogni caso le bombe sono le stesse
dell’Iraq, il numero dei morti in percentuale agli abitanti maggiore". "In nome della
coscienza e della vita di ogni uomo - afferma ancora il prelato - non credo si possa
tacere sulla missione militare in Afghanistan, dove la pace viene sistematicamente
distrutta. L’Afghanistan è più lontano dell’Occidente da tutti i punti di vista, è
molto meno popolato e fa meno notizia dell’Iraq. Non passerà molto che i crimini
sistematici commessi in Afghanistan saranno riconosciuti e universalmente condannati". Il
vescovo ha parole di particolare apprezzamento per l’impegno e la testimonianza di Gino
Strada e per il rigore con cui, anche recentemente, il fondatore di Emergency è tornato
a condannare l’intervento militare in Afghanistan ed il rifinanziamento della missione
italiana. "Ciò che desta orrore - aggiunge monsigno Nogaro - è che le stesse forze
politiche che contestavano il sostegno di Berlusconi alla guerra in Afghanistan oggi
presentano come necessità inevitabile la partecipazione italiana. Tutto questo in nome
di impegni morali derivanti da alleanze. Un appellarsi alla morale - prosegue il vescovo
– per fare la cosa più immorale di tutte: la guerra! Ai parlamentari andrebbe ricordato
che è nelle loro mani la vita e la morte di migliaia di esseri umani (il che è già una
condizione inaudita perché si sostituisce a Dio), e che ogni calcolo del minor danno
parte da un presupposto assolutamente sbagliato: le inevitabilità dell’intervento
militare. La minaccia della caduta del governo è un ricatto ignobile, perché non di un
cataclisma inevitabile si tratta o di una crisi economica sopranazionale ma di una
decisione umana e italiana, e come tale modificabile. In ogni caso la Costituzione (art.
11)- conclude il vescovo - viene prima di qualsiasi alleanza".
1. > da caserta news: Vescovo Nogaro, 17 luglio 2006, 12:31
concordo con ciò che dice gino strada, sul terribile errore di entare in afganistan, ma sarebbe un terribile errore chiamarla una guerra illegale, perchè ha avuto " ahime avvallo del onu, io penso che
dice parisi sui termini, non infinita l’intervento in afganistan sia stato chiaro, ora penso intervento la dove ci asia realmente bisogno sia giusto, ricordo a tutti, che prima del 11 settembre nessuno parlava del afganistan, ricordo, che nessuno fece manifestazioni della pace per la povera clemantina, rapita in afganistan, nessuno parlò prima del 11 settembre de ingerenza del amerika, in quella area e anche della russia, ora la guerra è ingiusta, e si spera che non ci siano altri morti tra i nostri militari, che si possa arrivare ad una conferenza di pace, come la parte minoritaria richiede, ma ripeto qui si gioca il futuro del nostro governo,
by guido arci camalli arci bergamo arci fuori orario arci peppino impastato arci guernica arci ceriana arci cervo visitate i loro siti e cominciamo a dialogare per una sinistrra unita senza più bisticci, perchè così fate solo il gioco delle destre grazie peace