Home > dove sbaglia Giorgio Bocca?

dove sbaglia Giorgio Bocca?

Publie le lunedì 26 luglio 2010 par Open-Publishing
2 commenti

  dove sbaglia Giorgio Bocca? -
di Paolo De Gregorio, 26 luglio 2010

Nell’ultimo numero de “l’Espresso”, intitolando “dove sbaglia Marchionne”, Giorgio Bocca appare spiazzato e smarrito di fronte alla nuova strategia americana e ricattatoria della FIAT, inaccettabile da gente come lui che ha visto i rapporti industriali e la democrazia in eterno “progress”, e ora si trova con la logica della globalizzazione e una democrazia trasformata in dittatura da chi possiede i media.
La illusione di vedere un capitalismo regionale e civile traspare tutta da questa frase di Bocca: “Marchionne è certamente un manager intelligente, come lo fu prima di lui Cesare Romiti, e magari i toni ricattatori e autoritari possono servire nel tempo breve, ma non alla creazione di una durevole crescita civile”.
Si dà il caso che un manager pagato dagli azionisti Fiat ha come missione quella di aumentare i profitti, e se ne sbatte della crescita civile, dunque se in Serbia o in Polonia produce di più con meno costi la scelta è obbligata.

E’ la globalizzazione, che è stata accettata dagli industriali e dalla politica, che detta le leggi delle delocalizzazioni, del libero movimento dei capitali, e in questo regime è impossibile dare regole alla economia, né pretendere sensibilità, scrupoli o patriottismi per la crescita civile italiana.
La logica oggi in atto, quella del mercato che premia chi produce a costi minori, nel medio periodo è letale per i paesi cosiddetti avanzati e, se oggi contano ancora e tengono certi segmenti di tecnologia avanzata, presto le economie cinesi, indiane, coreane, brasiliane, ecc., vinceranno anche in quei settore e qui lasceranno solo disoccupazione o una occupazione decurtata di diritti, nociva alla salute, con ritmi di lavoro alti e poco riposo, niente sindacati né politica, salari bassi.

Quando si arriverà a questo bisognerà scegliere e decidere se questa maledetta globalizzazione ci conviene, ci fa vivere meglio, o se opportuno uscirne, riconvertire l’economia per i consumi interni, impedire ai capitali qualunque trasmigrazione, creare l’autosufficienza energetica con il sole, creare l’autosufficienza alimentare con una agricoltura tutta biologica, abolire l’esercito e le enormi spese militari, creare una guardia civile di sola difesa, uscire dall’Europa.
Caro Bocca, se tu misurassi l’etica civile degli industriali attraverso il metodo con cui smaltiscono i rifiuti delle loro produzioni, affidandoli a camorristi o mafiosi che li disperdono nell’ambiente con malati e morti, saresti un po’ meno ottimista e ci aiuteresti a passare ad una economia delle REGOLE, della legalità, del rispetto assoluto dell’ambiente e della salute delle persone.

Messaggi

  • La globalizzazione è solo un espediente dell’economia capitalista per continuare a tosare le classi subalterne, importando anche in casa le logiche perverse fino ad ora imposte al terzo e quarto mondo !!

    Non è quindi vero che la globalizzazione è stata subita dall’industria e dalla politica, ma è stata da loro creata ed imposta , proprio con il fine di sfruttare le sacche di sottosviluppo, anche queste create e mantenute ad arte, per produrre a costi sempre più bassi e ricattare la manodopera dei paesi occidentali con la minaccia della perdita del lavoro !!

    In tutto questo non ci vedo alcuna ineluttabile casualità o il frutto della mano invisibile del mercato, ma una precisa scelta politica per portare alle estreme conseguenze lo sfruttamento del lavoro e per terzomondializzare anche le economie occidentali !!

    MaxVinella

    • Giorgio Bocca ha scritto un articolo bellissimo. Ricorda a quanti hanno perduto la dignità e sono pronti a prostituirsi difronte ai lestofanti della Fiat e del Governo che esistono diritti per i quali si è fatta la resistenza.

      Senza escludere una nuova resistenza a difesa della dignità della classe operaia che si vorrebbe travolgere con una ondata fascista bipartisan e plurisindacati fedigrafi