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22/09/2010 - SCHOOL DE SAC MODENA, NASCE «POLITEIA»
Tagli e precarietà, insegnanti e operai lottano insieme
Per il presidente della Repubblica è necessario
un cambiamento, da farsi col più ampio consenso:
la politica deve riformare la scuola «sanando
disparità e disuguaglianze». La qualità va
elevata «motivando gli insegnanti». Per fare
questo, avverte Napolitano, «bisogna investire»
La pratica dell’indisponibilità alla didattica
non obbligatoria si è riversata dall’università
alla scuola. Elena Pistolesi, coordinatrice della
rete 29 aprile per l’ateneo di Modena e Reggio
Emilia, conferma che la protesta dei ricercatori
contro la riforma Gelmini ha spinto il Senato
accademico a rinviare l’inizio delle lezioni al 14 ottobre.
I docenti di ruolo e quelli precari nella scuola
stanno invitando i loro colleghi di Modena e
provincia a non accettare la didattica aggiuntiva
(corsi di recupero, progetti e gite scolastiche)
oltre le 18 ore stabilite dal loro contratto.
I primi effetti si sono registrati a Vignola dove
l’assemblea sindacale del liceo Allegretti ha
deciso di non sostituire i docenti precari
tagliati dalla riforma Gelmini. Solo negli
istituti superiori modenesi sono state tagliate
225 cattedre e 150 lavoratori Ata, mentre i
precari sono oltre mille. L’orientamento dei
sindacati, incalzati dal coordinamento «Politeia»
guidato da Ioannis Lioumis - docente di ruolo in
matematica e fisica - e dal combattivo
coordinamento dei docenti precari guidato da
Fabiana Stefanoni - docente precaria di storia e
filosofia che anche quest’anno ha ottenuto una
cattedra sul filo di lana - è quello di estendere
questa nuova pratica ai 30 istituti superiori della provincia modenese.
Il soggetto connettivo di queste lotte è
«Politeia», un coordinamento a cui aderiscono
tutti i sindacati, docenti di ruolo e precari.
Nel corso dell’ultimo anno «Politeia» ha condotto
una battaglia contro il sovraffollamento delle
classi presentando al Presidente della Repubblica
Napolitano, alla corte costituzionale e alla
camera una petizione firmata da 12 mila persone
contro i tagli che hanno imposto la creazione di
classi da 35 persone e non da 25 come impone la
legge. «A differenza degli ultimi anni - afferma
Fabiana Stefanoni - cresce una nuova
consapevolezza tra i docenti, su di loro pesa il
taglio agli stipendi e l’aumento dell’età
pensionabile delle donne». Il primo segnale di
questa inversione di tendenza è venuto
dall’adesione degli insegnanti di tutte le sigle
sindacali allo sciopero degli scrutini a giugno.
La protesta autogestita dal coordinamento dei
precari è partita dall’istituto tecnico Selmi, il
più popoloso della provincia, e si è diffusa fino
a Carpi e a Finale Emilia. Trentaquattrenne di
Monzambano in provincia di Mantova, Fabiana ha
letto la Recherche di Proust viaggiando tra
Mantova e Milano dove ha frequentato la scuola di
specializzazione che oggi le permette di
insegnare. Da sei anni misura la sua vita con i
12 punti che l’insegnamento annuale aggiunge alla
sua graduatoria, ma non ha mai rinunciato all’attività politica.
Il coordinamento precari ha ricevuto la
solidarietà della Rsu-Fiom della Ferrari di
Maranello. Solidarietà ricambiata venerdì scorso
quando Fiom e Fim hanno indetto un picchetto
notturno contro i «sabati comandati». «Insieme ai
precari della scuola - afferma Elvis Fischetti,
delegato Fiom, irpino di 35 anni, da 14 in
Ferrari - facciamo parte di una generazione che
lotta contro la precarietà che è riduzione dei
costi in fabbrica e a scuola». Il 16 ottobre
saranno entrambi alla manifestazione della Fiom a
Roma per difendere la contrattazione collettiva e
dare voce ad una generazione «indisponibile».
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