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nuovi dati: VERSO I 25 MILA SCRUTINI BLOCCATI

Publie le martedì 15 giugno 2010 par Open-Publishing
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“GIU’ LE ZAMPE DALLA SCUOLA”: I COBAS AL COLOSSEO
Cobas Scuola

15/06/2010 14:42

SI VA VERSO I 25 MILA SCRUTINI BLOCCATI IN TUTTA ITALIA

I dati di questa mattina ci confermano il superamento netto dei 20 mila scrutini bloccati in tutta Italia ed è assai probabile che entro questa sera avremo raggiunto la cifra di 25 mila. Dopo lo straordinario successo, dal 7 al 12 giugno, dello sciopero nelle prime 7 regioni (gli ultimi dati sono di circa 5500 blocchi), ieri ed oggi lo sciopero degli scrutini e di tutte le attività scolastiche indetto dai COBAS ha dilagato nelle Regioni dove maggiore è il numero di docenti ed Ata come Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Campania, Sicilia, oltre a Liguria, Valle d’Aosta, Friuli Venezia-Giulia, Abruzzo, Molise, Basilicata e la Provincia di Bolzano. Nel Lazio in serata si arriverà intorno ai 2500 scrutini bloccati (solo a Roma la quota di 1500 è oramai a portata di mano), mentre in Sicilia ci si attende una cifra finale di 2200-2300; il Piemonte raggiungerà molto probabilmente quota 1300, con Torino in primo piano con almeno 800 blocchi; in Campania, Toscana e Lombardia si va da 1200 a 1500 a regione; oltre 800 scrutini fermati in Liguria e quasi 600 in Abruzzo; e circa 3000 mila blocchi sono previsti nelle altre cinque Regioni o province. Tenendo conto che mancano ancora i dati di varie piccole realtà, il traguardo dei 25 mila blocchi è davvero ad un passo.

“Hic sunt leones…hic sunt COBAS”.Edoggi i COBAS hanno portato la protesta nel luogo-simbolo di Roma ma anche nel monumento forse più famoso al mondo, il Colosseo, per raccontare appunto “urbi et orbi”, come viene devastata ed immiserita la scuola pubblica italiana. Un gruppo di docenti COBAS e del movimento dei precari ha calato dalle balconate del Colosseo uno striscione di 15 metri con la scritta “Giù le zampe dalla scuola”, segnalando la estrema rozzezza e brutalità “animalesca” della distruzione della scuola pubblica, a cui un altro striscione contrapponeva un NO gigante. I comizi e gli slogan, che hanno spiegato alle migliaia di turisti che affluivano cosa sta succedendo alla scuola italiana, e l’esposizione degli striscioni sono durati un’ora e mezzo in un’atmosfera di interesse e solidarietà soprattutto da parte dei tanti gruppi di studenti e giovani in visita al Colosseo.

Nel resto d’Italia va segnalata l’occupazione per alcune ore dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Salerno, nonché le numerose manifestazioni tenutesi davanti agli USP e USR nelle principali città.

Ricordiamo infine gli obiettivi della lotta. I COBAS chiedono che si cancellino i 41 mila tagli e la Finanziaria-massacro, il blocco degli scatti “di anzianità” e dei contratti, il furto delle liquidazioni e l’allungamento dell’età pensionabile, in particolare a 65 anni per le donne; e reclamano l’assunzione a tempo indeterminato dei precari/e, massicci investimenti nella scuola pubblica per il funzionamento degli istituti, l’annullamento della “riforma” delle superiori, la restituzione a tutti/e del diritto di assemblea.

Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS

Roma, 15 giugno 2010

Messaggi

  • I tagli indiscriminati nella pubblica istruzione hanno fatto cassa? Su 42.000 cattedre in meno ammortizzate dai 40.000 pensionamenti i licenziamenti sarebbero dovuti ammontare solo a 2.000, tutti coperti dal c.d. "decreto salvaprecari". La realtà è diversa: a perdere cattedra sono stati 44.000 docenti, quasi tutti non coperti dal decreto. Ma chi sono questi docenti esclusi dal “salvaprecari”? Sono quelli di terza fascia delle graduatorie d’istituto, privi di abilitazione all’insegnamento, requisito non indispensabile per insegnare ma essenziale per la assunzione in ruolo. Questi precari sono stati nominati dai presidi da graduatorie Ministeriali di terza fascia, solo dopo esaurimento di quelle di prima fascia; hanno svolto per anni insegnamento identico ai colleghi abilitati. I motivi per cui non si sono abilitati sono per lo più dovuti all’alto costo dei corsi abilitanti e agli obblighi di frequenza imposti. Dall’anno scolastico 2009/10 il DM 42/09 ha dato la possibilità ai soli docenti abilitati di fare domanda di insegnamento in tre province in coda alle graduatorie di prima fascia (degli abilitati) ma sempre davanti a quelle di terza fascia.
    I non abilitati sono quindi scavalcati da chi, pur abilitato, risulta sprovvisto di esperienza e quindi non avrebbe diritto all’indennità di disoccupazione. Con questo metodo, per almeno 40.000 docenti precari di terza fascia, rimasti senza supplenza, i sussidi di disoccupazione sono stati pagati per posti di lavoro in realtà esistenti. In pratica, per una supplenza nominata, si pagano due persone: il docente titolare della cattedra pagato dallo Stato e il docente perdente cattedra il cui sussidio di disoccupazione dura otto mesi, facilmente prolungato con il conferimento di qualche supplenza breve. Lo Stato ha operato forti tagli per risparmiare; invece non si è risparmiato, ma si è speso addirittura di più per dare meno risorse alla scuola!