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pensioni: l’allegro festino

Publie le venerdì 11 giugno 2010 par Open-Publishing
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  pensioni: l’allegro festino -
di Paolo De Gregorio, 11 giugno 2010

La democrazia dovrebbe vivere di PRINCIPI e di REGOLE che formano una cultura di base condivisa.
Per le pensioni assistiamo ad inauditi privilegi, tra cui il più odioso è il cumulo di pensioni e redditi, cosa che dovrebbe essere categoricamente esclusa.

 Brunetta, nel senso del ministro, percepisce una pensione di 3.000 euro al mese, maturata per l’attività di docente, che cumula allegramente con 20.000 euro al mese di parlamentare e ministro
 Di Pietro, dal 1995 è titolare di una pensione di 1.956 euro al mese che cumula con l’indennità di parlamentare
 Draghi, governatore della Banca d’Italia, percepisce dall’Inpdap una pensione lorda di 14.843 euro al mese, che cumula con l’indennità di governatore
 Andreotti dal 1992 percepisce 3.440 euro netti di pensione a cui somma l’indennità di senatore a vita.

Senza andare in stupidi e fuorvianti tecnicismi, se si vuole creare veramente una coscienza nazionale condivisa, in materia pensionistica bisogna fare riforme profonde che impediscano quella “macelleria sociale” che c’è ora.
 Per prima cosa i parlamentari non devono poter godere di alcun trattamento pensionistico. Ogni parlamentare, per la durata del suo mandato deve ricevere i contributi che egli versava per la sua attività lavorativa. Punto e sommiamo la regola di 2 legislature e poi ineleggibilità.
 divieto assoluto per chiunque di sommare reddito a pensioni. Se vuoi lavorare la pensione deve essere sospesa.

Qualunque sacrificio venga chiesto alla popolazione in materia pensionistica deve essere preceduto da altrettanto rigore da riservare a parlamentari e classe dirigente.
Cerchiamo, ogni volta che facciamo delle critiche, di fare anche delle proposte, serie, fattibili, concrete, visto che nel nostro paese l’opposizione è sparita e un programma alternativo dovremo scriverlo noi.
Paolo De Gregorio

p.s.
ho riportato alcuni significativi casi di cumulo reddito con pensioni Inpdap. Occore tener conto anche delle pensioni Inps e dei vitalizi dei parlamentari che vengono cumulati con altri redditi.
Il divieto deve essere rigoroso e senza deroghe.

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