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5 giugno Washington DC : Dimostrazione di Massa & Corteo
Publie le mercoledì 26 maggio 2004 par Open-PublishingMigliaia alla Casa Bianca per affermare:
"Bush e Rumsfeld - Colpevoli di crimini di guerra"
(traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)
"Il 5 giugno voglio essere a Washington DC alla dimostrazione per la pace.
Marceremo dalla Casa Bianca di Bush fino alla casa di Rumsfeld e mi auguro
che tutti coloro che in questa nazione si preoccupano per la pace si
uniranno a noi"
Michael Berg
Michael Berg, il padre di Nicholas Berg, ucciso in Iraq, il 5 giugno sarà
uno degli oratori al comizio "Verità al Potere" durante la dimostrazione di
massa e parlerà davanti alla Casa Bianca. Questa dimostrazione rifletterà le
voci popolari di tutti coloro che hanno sofferto e stanno soffrendo a causa
della guerra dell’amministrazione Bush in Iraq, in Palestina, ad Haiti e qui
negli Stati Uniti contro i diritti del popolo dei lavoratori.
La manifestazione con lo slogan "Verità al Potere" vuole dare spazio alle
voci delle madri e dei padri dei soldati che si oppongono alla guerra; a
quelli delle comunità Musulmane ed Arabe le cui famiglie sono state
sconvolte da irruzioni nelle abitazioni, da detenzioni e da intercettazioni
segrete; ai rappresentanti delle comunità delle classi lavoratrici di
Washington, DC che si trovano in stato di grande difficoltà a causa della
demolizione dei programmi sociali; noi ascolteremo le voci della gente di
Haiti e delle Filippine e della Corea che vivono sotto l’ingerenza e l’
occupazione dell’esercito degli Stati Uniti.
Il 5 giugno è anche l’
anniversario dell’occupazione da parte di Israele della West Bank e di Gaza
ed allora ascolteremo le voci del popolo aggredito della Palestina, che in
questo momento vede i suoi bambini colpiti e le sue case rase al suolo da
una violenza che si intensifica sempre di più con l’appoggio degli U.S.A.
Dopo il Comizio Popolare, migliaia di persone marceranno attraverso i
quartieri della classe operaia, fino ad arrivare alla casa - il palazzo - di
Donald Rumsfeld.
A partire da questo momento, mancano proprio tre settimane
e mezza prima dell’impostura del 30 giugno, del "trasferimento di sovranità"
. La manifestazione e il corteo del 5 giugno diventeranno una potente sfida
da parte del popolo all’amministrazione e ai suoi piani per continuare l’
occupazione. Il 5 giugno, il popolo dei lavoratori e i media di tutto il
mondo potranno vedere che tanta gente si sta sollevando contro le guerre di
aggressione dell’amministrazione Bush.
Abu Ghraib and Vietnam
Lo scopo e la pratica sistematica della tortura, le bastonature selvagge, le
aggressioni sessuali e la nauseante umiliazione dei prigionieri nelle
carceri Statunitensi in Iraq, hanno fatto irruzione nuovamente nelle prime
pagine dei quotidiani di tutto il mondo, assieme alla pubblicazione di
dichiarazioni di detenuti e di nuove fotografie nel Washington Post (21
maggio), e alla tele-diffusione di nuovi video che documentano solo alcuni
degli orrori inflitti ad un popolo occupato. Nessuno dovrebbe avere più
alcun dubbio, nemmeno per un momento, che il popolo di quella nazione sta
sollevandosi in rivolta - tutto il mondo ora conosce che la tortura e le
crudeltà che si vedono applicate sui detenuti dopo gli arresti di massa in
Afghanistan, a Guantanamo ed ora in Iraq, hanno fatto parte di un’operazione
approvata da Bush e da Rumsfeld.
Lo stesso giorno in cui il Washington Post pubblicava le nuove foto orribili
e disgustose, nel nord dell’Iraq l’aviazione Statunitense lanciava bombe su
una festa di matrimonio ammazzando più di 40 persone, compresa la sposa, i
testimoni e tanti bambini. L’esercito degli U.S.A. continuava a terra a
sparare a quelli che ancora vivevano, uno per uno. In risposta all’oltraggio
enorme per questo massacro e in presenza delle immagini dei feriti, dei
morti e dei bambini decapitati, il Maggior Generale James Mattis, comandante
della Prima Divisione Marine, dichiarava ai reporters a Fallujah, "Nelle
guerre avvengono cose brutte. Non posso chiedere scusa per la condotta dei
miei uomini."
Tenuto conto delle ovvie differenze, risulta chiaro che nella sua essenza l’
occupazione Irachena è il Vietnam di George W. Bush. Le fantasie visionarie
di Bush e di Rumsfeld verranno spazzate via, e già da adesso in molti modo
vengono annullate. Questo è ciò che costituisce il loro "Vietnam". Comunque,
se il popolo degli Stati Uniti non entrerà subito in azione, l’assassinio in
Iraq continuerà per anni. In Vietnam l’assassinio e il massacro sono
continuati per anni, anche dopo che gli artefici della politica U.S.A. si
erano resi ben conto che militarmente non avrebbero mai sconfitto i
Vietnamiti.
I leaders U.S.A. politici e militari si erano ben convinti che la guerra in
Vietnam non poteva essere vinta già ben prima del 1968, e però la guerra si
è trascinata per altri cinque sanguinosi anni. I bombardamenti sono
continuati, gli assassini per mano della CIA degli oppositori nel sud
Vietnam si sono intensificati (secondo il Programma dell’Operazione Phoenix)
fra il 1968-1973 fino a qualche decina di migliaia, altri 30.000 soldati
hanno trovato la loro morte durante questi anni, e il numero dei civili
Vietnamiti ammazzati si poteva contare in migliaia ogni settimana. Tutto
questo è stato una devastazione, un crimine, e potrà ripetersi in Iraq, a
meno che il popolo unito non esiga: " Termini l’Occupazione, le Truppe
Tornino a Casa Subito!"
La posta in gioco è alta e la mobilitazione del 5 giugno aprirà la nuova
stagione del movimento contro la guerra - con l’utilizzo di nuove tattiche
dando inizio all’organizzazione di massa a livello popolare in ogni
comunità.
A.N.S.W.E.R. Coalition
Act Now to Stop War & End Racism
www.ANSWERcoalition.org
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Washington 202-544-3389
New York 212-633-6646
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