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Lettera aperta a chi ha voglia di leggerla e anche a sergio segio da una
particella infinitesima delle moltitudini del movimento dei movimenti:
Ieri sera stavo al tpo. c’era una buffa atmosfera: c’era stata un’assemblea
con i delegati delle fabbriche e una bella cena alla trattoria del san
pietrino e poi un concerto che si era trasformato in una specie di festa da
ballo per pochi intimi. insomma l’atmosfera era un po’ quella della festa
delle medie, però si stava bene. tra un ballo e l’altro e con una birretta
in mano e una sigaretta nell’altra me ne stavo appollaiata su un gradinone e
mi guardavo in giro: c’erano i miei compagni, quelli che riconosco
indubbiamente come la "mia "gente, da quelli quelli che hanno la mia storia
e il mio percorso fatto di centri sociali, di occupazioni, di scuole
autogestite a quelli che invece sono cresciuti nelle fabbriche o negli
oratori, miei compagni comunque. li guardavo e pensavo a sergio segio, li
guardavo e pensavo a quei br entrati in clandestinità e alle loro vite
anonime per restare invisibili e insospettati, li guardavo e pensavo che noi
le facce da br non ce le abbiamo proprio.si è vero a volte alcuni di noi se
la prendono con una vetrina o con una macchina, altri scandiscono slogan
minacciosi o scrivono volantini arrabbiati, ma è paragonabile questo? è
paragonabile a chi scientemente e con scientifica pignoleria pianifica la
morte di una persona e poi la uccide davvero?
Noi abbiamo le facce aperte e chiare di chi mette giornalmente in gioco il
proprio corpo, il proprio lavoro, il proprio tempo e scusate ma anche il
proprio culo visto che spesso le denunce fioccano come neve.abbiamo le facce
allegre di chi lo fa senza pretendere in cambio niente, senza cercare il
potere e sapendo che non ne verrà mai ripagato. nessuno ci darà mai indietro
il sonno perso, la fatica, le incazzature, la paura, ma nessuno avrà mai
indietro le nostre risate e i nostri abbracci e lo stupore di vedere (roma
15 2 03) una suora e un punk che marciano insieme per la pace.non siamo in
movimento per un tornaconto ma perchè non possiamo farne a meno, perchè
altrimenti ci sputeremmo in faccia ogni volta che ci guardiamo allo
specchio, perchè altrimenti non ci sentiremmo esseri umani, profondamente
umani quali invece siamo. e , meraviglia delle meraviglie, mentre proviamo a
cambiare il mondo siamo anche capaci di divertirci e molto anche.
Io a milano durante il corteo della la scritta sul muro di cui parla segio
non c’ero, ma leggo i siti di movimento tutti i giorni e negli spazi open
publishing il coglione che scrive bene delle br lo si trova a volte, però
sotto ci sono sempre parecchi commenti che stigmatizzano, si incazzano o
semplicemente si chiedono se l’autore è uno sbirro o cosa...Personalmente
non ho MAI, MAi e ancora MAi sentito tra i compagni anche un solo
ammiccamento verso le br.
Usare qualche singolo deficente per dire che le br raccattano gente nel
movimento è come dire che farsi le canne porta all’eroina o che se c’è tanta
violenza è colpa della tv. è una immane idiozia.
e non si può fare un paragone tra rompere una vetrina e far fuori qualcuno
insinuando che l’una cosa sia prodromo della seconda. non solo è diverso
intrinsecamente com’è ovvio. é diverso anche proprio per la differenza tra
tipologia di persona su cui le due cose possono avere "fascino": il
ragazzino che improvvisamente si cala il passamontagna e sfascia la vetrina
non è lo stesso tipo di persona che non si fa notare per mesi per pedinare
uno.la ragazza che decide di mettersi un casco in testa e una protezione
addosso parte da un concetto di difesa di sè e non di offesa dell’altro.
Fino ad ora noi siamo quelli che la violenza, quella vera, quella che
uccide, quella contro i corpi e non gli oggetti, l’hanno solo subita e mai
messa in pratica. e non c’è niente di più lontano da noi.
smettetela di chiederci perchè spacchiamo vetrine abbiamo cose ben più
importanti da dire.