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ADESIONE QUEER FOR PEACE MANIFESTAZIONE 8.11: STOP THE WALL
Publie le martedì 28 ottobre 2003 par Open-PublishingMentre la comunità internazionale aspetta inerte la ripresa dei colloqui di pace, Israele continua
nella sua politica di totale destabilizzazione della società e delle istituzioni palestinesi, di
violenza e aggressione di civili e militanti politici e di distruzione di case e infrastrutture. La
costruzuione del muro di accerchiamento dei territori occupati poi, oltre a permettere ad Israele
l’annessione dei territori palestinesi più fertili e delle sue risorse idriche, dimostra
chiaramente quello che i movimenti pacifisti da tempo denunciano: la trasformazione, anche visiva, dei
territori in enormi campi di concentramento sotto il totale controllo israeliano.
Non neghiamo le paure di Israele e il suo diritto ad esistere, ma crediamo che il terrorismo
palestinese trovi nell’occupazione stessa la sua ragion d’essere e che la violenza e l’odio contro
israele possano essere diretta conseguenza della sublimazione della dignità di un popolo oppresso e
imprigionato sulla propria terra.
La politica del terrore di Sharon allontana una possibile soluzione pacifica e pone l’intera
popolazione israeliana in un costante pericolo, tanto che aumenta sia il fronte pacifista che
l’obiezione militare.
L’estrema gravità della situazione impone a tutti e tutte noi un impegno concreto per fermare il
massacro partendo da noi e dalle nostre responsabilità individuali e collettive.
Durante la nostra missione di pace gay e lesbica, lo scorso Giugno, abbiamo potuto constatare la
lontananza che c’è fra la vita reale nei territori e la sua rappresentazione massmediologica.
Mentre in occidente si parlava di Road Map e di terrorismo, in Palestina continuavano gli omocidi
selettivi, le retate notturne, l’abbattimento di case e infrastrutture, la mortificazione e
l’umiliazione quotidiane di un popolo ridotto in schiavitù sulla propria terra. Abbiamo constatato come il
mancato sviluppo sociale, come i percorsi di leberazione sessuale, sia dovuto quasi completamente
all’occupazione piuttosto che ad una reale scelta politico culturale. I luoghi d’incontro gay e i
timidi tentativi di associazione sono stati spazzati via dalla violenza israeliana allo scoppio
della seconda Intifada che ha costretto di nuovo gay e lesbiche alla doppia oppressione sociale e
militare.
Abbiamo visto il muro, il filo spinato, i fossati e i reticolati elettrificati. Abbiamo provato
orrore e sgomento così come lo provammo in passato davanti ai documenti e alle foto di Auschwitz e
Dachau.
Sabato 8 saremo in piazza per dire basta all’occupazione, al muro e alla logica della violenza .
Per la libertà e l’eutodeterminazione dei corpi e dei popoli.
Queer for peace, gay lesbiche trans contro la guerra
QfP: Movimento Omosessuale Sardo (Sassari), circ. Mario Mieli, Queering sapienza (Roma), Azione
gay lesbica (Firenze), circ. Pink (Verona), Antagonismo gay (Bologna), circ. Maurice (Torino),
Movimento Italiano Transessuali naz., circ. Arci Borderline
info tel: 079219024 (MOS), 065413985 (Mieli)
per contatti: Massimo Mele 3473078697