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ASSASSINATI DI MORTE NATURALE
par lucio galluzzi
Publie le lunedì 10 novembre 2014 par lucio galluzzi - Open-Publishing
TORTURA E PENA DI MORTE NELLE CARCERI ITALIANE
Pensate alla scuola primaria, ai vostri figli affidati a noi docenti.
Li portate al mattino e sicuri li venite a prendere in orario d’uscita.
Se lavorate e i vostri turni non collimano con quelli delle attività didattiche, l’Istitututo che frequenta il bambino offre pre e doposcuiola.
Potete lasciarci i vostri piccoli fin dalle 7.30 del mattino e, se avete scelto un tempo pieno, restano con noi fino alle 18.30.
Quando gli alunni sono in classe, quindi a scuola, docenti e collaboratori sanno perfettamente che diventano legalmente e soprattutto eticamente tutori dei minori, in quelle ore siamo noi i "genitori" di quei piccoli e dobbiamo applicare nel nostro operato le regole del "buon/a padre/madre di famiglia".
Questo significa che siamo direttamente responsabili e con noi l’Istituzione scolastica, non solo della preparazione culturale e didattica/strumentale degli alunni a noi affidati, ma pure della loro incolumità e sicurezza.
L’atto didattico è azione di coscientizzato amore e bene, formazione e comprensione di quelle che sono le comunità sociali; e la scuola è la prima comunità dove i piccoli si confrontano e muovono la propria persona verso la crescita positiva.
Se il vostro bambino sta male, il nostro dovere è quello di avvertirvi per primi e, nel caso specifico di malessere serio, concordare velocemente con voi il da farsi.
Abbiamo protocolli, anche etici, da seguire che regolano, pure legalmente, la nostra professsione.
Il docente nella sua funzione è lo Stato e l’Amministrazione e le rappresenta, ed è anche pubblico ufficiale, quindi se ha scelto questo lavoro sa perfettamente che le sue responsabilità non sono quelle di un comune cittadino...
Ora pensate se quando venite all’uscita a prendere vostro/a figlio/a e non c’è, tutti escono e voi rimanete lì, nessuno vi dice alcunché, voi chiedete preoccupati, ma nessuno sa... Poi qualcuno vi dice che il bimbo/a è morto per cause naturali, andate a vederlo e ve lo trovate martoriato, trucidato, in una pozza di sangue... morto per cause naturali.
Pensate se siete al lavoro e vi arriva una telefonata e vi informa burocraticamente che vostro figlio è caduto dalle scale ed è ricoverato da ore in una rianimazione... vi precipitate all’ospedale e lo ritrovate agonizzante, sfigurato di fratture e pugni in viso con il cranio spaccato e lividi ferite per tutto il corpo... muore e i medici certificano che è "per cause naturali".
Ora aumentate l’età anagrafica di quei bimbi, vostri figli, dategli un nome, chiamateli Stefano Cucchi, Marcello Lonzi, Giuseppe Uva, Manuel Eliantonio, Aldo Bianzino, Francesco Mastrogiovani, Riccardo Magherini...
Pensateli intensamente come vostri figli affidati allo Stato, non più ad una Scuola, ma ad un altra Istituzione Statale: il carcere.
Non importa che cosa abbiano fatto, se lo meritano o meno d’essere in galera, di fatto ci sono finiti, sono sotto la tutela dello Stato adesso, ed è come fossero a scuola; seguiti da pubblici ufficiali nel pieno delle loro funzioni e devono usare, per legge, pure loro come i docenti, il codice etico del "buon padre di famiglia"; perché la galera, almeno sulla carta e nella nostra Costituzione è "percorso riabilitativo" e prevede "il reinserimento sociale" del detenuto a fine pena, e voi madri e padri dovreste avere la certezza assoluta e la tranquillità che vostro figlio vi verrà restituito all’orario d’uscita come lo avete consegnato allo Stato, anzi meglio di come era entrato; altrimenti che percorso riabilitativo sarebbe?
Se vostro figlio è innocente, come moltissimi detenuti sono, allora lo Stato ve lo deve ridare subito, per essere ricondotto agli affetti della famiglia ed indennizzarlo per l’errore commesso con tante scuse, pure pubbliche.
Ora andate a cercare con Google le immagini di come è stato restituito vostro figlio Stefano, Marcello. Giuseppe. Manuel, Aldo, Francesco, Riccardo... guardatele bene e non chiudete gli occhi, non giratevi dall’altra parte, perché loro a casa non ci sono più tornati e sono stati restituiti ai loro cari in quelle condizioni, tutti deceduti per "cause naturali".
Pensatevi genitori loro e realizzate che da anni state lottando, nel dolore più totale, abbandonati da tutto e da tutti, perché sia resa verità e giustizia al vostro "bambino" ed in cambio ricevete solo insulti istituzionali, diffamazioni, infamie, minacce e sentenze di assoluzione perché "il fatto non sussiste", una dietro l’altra.
Una mamma non si dà per vinta quando si tratta del proprio figlio.
Maria Ciuffi, mamma di Marcello Lonzi è ricorsa anche alla Corte Suprema dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo avverso le sentenze italiane sulla morte del figlio che lo vogliono dededuto per infarto.
La risposta ottenuta: "il suo ricorso è irricevibile".
Eppure la stessa Corte ha condannato l’Italia, in questi ultimi anni, 2.100 volte per gravi violazioni dei Diritti Umani, la maggior parte avvenute delle patrie galere ed in quegli atti si parla apertamente di tortura.
Non solo: l’Italia è stata "invitata" più e più volte ad adeguarsi al Diritto europeo e introdurre nel proprio Ordinamento il reato di tortura; ed è stata la volta dei vari Governi che si sono succeduti a considerare irricevibili tutti i richiami.
Le gravi violazioni dei Diritti dell’Uomo compiuti dall’Italia sono pure nei Rapporti Annuali Internazionali di Amnesty International... e già quel tizio che faceva finta di fare il ministro degli Esteri, quel tal Frattini, si adirò parecchio quando lo scoprì e attaccò senza mezzi termini Amnesty dicendo che il Rapporto mentiva.
Più o meno come succede in Iran, Libia, Marocco, Afghanistan, Turchia, Sudan... dove Amnesty International è "indesiderata" e i suoi osservatori non possono varcarne i confini.
Ma l’Italia dovrebbe essere un Paese civile no?
Garantista?
Certo che lo è, ci mancherebbe, ne siamo tutti certi: difatti la signora Ligresti è stata seguita amorevolmente e con profonda e amicale dedizione dal ministro Cancellieri che venuta a conoscenza che la sua amica stava malissimo in prigione e non voleva mangiare, è intervenuta in prima persona, l’ha fatta scarcerare, così dopo poche ore quella signora Ligresti, malatissima, era già in giro per boutiques, sorridente, a fare shopping.
L’Italia è civilissima con le nipoti di Mubarak e i Berlusconi, con i Matacena, i Lusi, i Belsito, i Fioroni, la Famiglia Bossi, i 40 ladroni e Ali Babà in testa.
Poi diciamola tutta fino alla fine: ma queste mamme che reclamano verità e giustizia per i loro figli morti torturati dallo Stato, mica di cognome fanno Mancino, Mannino, De Gennaro, Mori, Scajola...?
Se così fosse, allora basterebbe una telefonata ad Alfano e se non basta lui, pure a Napolitano.
APPROFONDIMENTO: Benvenuti nelle celle lisce, ecco come vengono torturati i detenuti italiani
Lucio Galluzzi
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