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"Alberi non antenne"

Publie le mercoledì 14 gennaio 2004 par Open-Publishing

VISSUTE DIFFICOLTA’ DI PARTECIPAZIONE
DAI CITTADINI CHE HANNO CONDOTTO
L’INIZIATIVA POPOLARE SULL’ELETTROSMOG

PER I CITTADINI BOLOGNESI IL PROBLEMA ELETTROSMOG ESISTE! ... ECCOME!!! ...... 3.080 FIRME
RACCOLTE PER UNA DELIBERA DI INIZIATIVA POPOLARE LO CONFERMANO.

Finalmente, in mezzo a troppe difficoltà operative, il 25 novembre scorso abbiamo presentato alla
Segreteria Generale del Comune di Bologna 3.080 firme autenticate (ne bastavano 2.000), raccolte
dai comitati in tre mesi, per una delibera di iniziativa popolare che vorrebbe affrontare in
termini di semplice "buon senso del padre di famiglia" un problema, quello dell’elettrosmog, ritenuto
inesistente.

Atto di partecipazione fortemente voluto "dal basso", quello in cui crediamo, per un tema ritenuto
da alcuni svilente, rappresentato da un logo (elettrosmog) che vuole sintetizzare più una protesta
sociale che una etichetta scientifica, espressione quindi adatta al "basso volgo", in cui ci
sentiamo caldamente ed istintivamente identificati. Nessuna vergogna quindi, ma espressione di forza
semplice e pulita.

L’iniziativa popolare è punto di convergenza di una molteplicità e diversità di presenze ed
adesioni attorno ad un unico obiettivo individuato dai cittadini. Democrazia, insomma!!! .... ma quanto
è difficile la sua attuazione!!!

IL DIRITTO DI PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI HA RISCHIATO GROSSO!

Il diritto di partecipazione poteva essere leso da una interpretazione troppo ristretta del
regolamento comunale che gestisce una materia così delicata, quella che potrebbe consentire al cittadino
di contare nelle scelte che riguardano la vita comune. Regolamento non adeguato alle recenti norme
statali utilizzate per i referendum (direttamente organizzati dai partiti politici, dotati di
maggiori possibilità di intervento).

Enormi difficoltà invece per una iniziativa popolare (cucita a
fatica dai comitati) dove l’autorizzazione per l’identificazione dei firmatari non è consentita ai
consiglieri comunali, ai presidenti di quartiere ecc., comunque figure preposte a far da tramite
tra cittadini e amministrazione. In effetti, evidenzia qualcuno, la loro appartenenza politica
potrebbe conferire una caratterizzazione troppo specifica a proposte che nascono dal basso.

Però sorge un doveroso stupore quando la Segreteria Generale comunica ai dipendenti comunali,
previsti dal regolamento di Bologna, che hanno offerto volontariamente la loro collaborazione ai
cittadini assumendosi l’impegno dell’identificazione, la limitazione di svolgere questa attività nel
loro esclusivo orario di lavoro. Sarebbe risultato impossibile fare quei banchetti che hanno
consentito di portare a termine l’iniziativa, ormai abitualmente utilizzati come forma di normale
comunicazione con i cittadini, strumento di primaria partecipazione unitamente al volantinaggio.