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An se la prende con Indymedia, la rete di giornalisti indipendenti
«Alcune Procure italiane hanno aperto un’inchiesta sul sito www.Indymedia.org». A darne notizia Mario Landolfi, primo firmatario di un’interpellanza urgente «sui deliranti e violenti attacchi contenuti nel web no global nei confronti dei soldati italiani morti a Nassiriya».
Il Portavoce di An cita la risposta del Sottosegretario alla Giustizia, Giuseppe Valentino, che ha annunciato l’apertura di un procedimento penale da parte di alcune procure (tra le quali Bologna, Napoli, Vallo della Lucania, Salerno, Brescia e Bari) per il reato di vilipendio della Repubblica, delle Istituzioni costituzionali e delle forze armate. Il governo non ha escluso l’attivazione di procedure di rogatorie internazionali, rese necessarie dalla ramificazione oltre i confini italiani dei server di Indymedia. Landolfi, che ha ricordato la presenza sul sito di link riferibili ai Ds (Indymedia Italia cita spesso l’Unità on line ndr), ai Comunisti italiani e a Rifondazione Comunista, ha espresso «soddisfazione» per la dichiarata volontà del governo di non sottovalutare nè banalizzare queste «aberranti forme di teppismo elettronico».
Il tutto è iniziato con alcuni articoli di quotidiani nazionali a forte tiratura che hanno monitorato il forum libero del sito di Indymedia dall’attentato di Nassyria in poi. Si faceva riferimento a alcune e-mail che, a partire da sentimenti di rifiuto della guerra in Iraq e dalla repulsione verso la retorica nazionalista utilizzata dagli esponenti governativi dopo la strage, arrivavano a giudizi anche pesanti sul tricolore, il sentimento patriottico ecc.
Ciò che Landolfi - e altri - non sa o fa finta di non sapere è che per sua natura e linea editoriale i forum di Indymedia in tutto il mondo sono assolutamente liberi e non vengono censurati da una redazione centrale, che per altro non esiste neanche, essendo Indymedia per l’appunto un network indipendente.