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Appello urgente per una missione di osservazione in Turchia
Publie le mercoledì 29 settembre 2004 par Open-PublishingAppello a partecipare al processo di Istanbul contro 82 attivisti sospettati dalla polizia turca di "appartenere al DHKP-C". Le udienze si svolgeranno tra il 25 ottobre ed il 5 novembre 2004.
Il 1° aprile scorso, diverse associazioni legali e democratiche sono state prese di mira all’interno di una “operazione poliziesca internazionale che aveva come obiettivo il DHKP-C”.
In un attimo, diverse decine di attivisti progressisti, noti come tali, sono stati dichiarati “sovversivi” e “terroristi” mentre le loro sedi sono state qualificate “cellule operative clandestine”.
Così, il settimanale “Ekmek ve Adalet” (Pane e giustizia), le associazioni della gioventù (Gençlik Dernekleri), l’associazione di sostegno alle famiglie dei prigionieri politici (TAYAD), l’associazione per i diritti e le libertà fondamentali (Temel Haklar ve Özgürlükler Dernegi), il centro culturale Idil, la radio Anadolunun Sesi (Voce dell’Anatolia), l’ufficio del diritto popolare (Halkin Hukuk Bürosu), così come parecchie altre associazioni
completamente legali, sono state dichiarate sovversive.
Per corroborare le sue affermazioni, la polizia turca ha fabbricato dei falsi documenti che ha chiamato “corrispondenze interne dell’organizzazione” e che ha affidato al giudice istruttore.
Ad oggi, sulla base di questi falsi documenti, i magistrati chiedono parecchie decine di anni di prigione per le persone incriminate.
Ora, tutte le persone arrestate erano degli amministratori di associazioni legali oppure dei giornalisti, degli operatori culturali o ancora avvocati ed artisti.
In seguito a questa operazione poliziesca, la stampa ha alimentato un clima di terrore pubblicando delle notizie false e diffamatorie al riguardo di questi attivisti.
E come se non bastasse, la magistratura per redigere il suo atto di accusa si è basata unicamente sui rapporti della polizia che non sono sostenuti da nessuna prova concreta.
I procuratori della Corte di Sicurezza dello Stato (DGM) non sentono, infatti, nessuna necessità di realizzare un vero lavoro di inchiesta.
I verbali della polizia sono stati inseriti nel dossier ed è su questa unica base che è stato basato il processo. I corpi del reato della polizia sono dei dischetti contraffatti. Lo scenario è molto semplice: la polizia ha sequestrato dei dischetti durante le sue perquisizioni e li ha contraffatti in modo da potersi sbarazzare di
attivisti giudicati troppo contestatori.
Il Consiglio di ricerca scientifica e tecnica (TÜBITAK) ha dichiarato che i dischetti non potevano costituire degli indizi sufficienti in un giudizio. Difatti, è estremamente facile contraffare il contenuto di dischetti senza che si possa provare il contrario.
Perché dei dischetti possano servire come prova, bisogna che siano stati sequestrati alla presenza di un giudice e che questo giudice li abbia sigillati in modo da impedire qualsiasi abuso. Il sigillo può essere apposto solamente in presenza di periti, dell’avvocato degli imputati e dei giudici.
Questa procedura non è stata seguita. D’altronde questi dischetti non sono neanche stati visti da nessun giudice.
Mentre vengono ordite tali macchinazioni contro degli oppositori e degli attivisti democratici, alcuni criminali mafiosi come Cakici (recentemente evaso dalla Turchia e poi arrestato in Austria) viaggiano tranquillamente in possesso di documenti falsi forniti dalla Sicurezza turca.
Il costruttore di nome Hakki Süha Sen, conosciuto come uomo di fiducia del mafioso Alaattin Cakici, incontra regolarmente il presidente della Corte di Cassazione Eraslan Özkaya e l’agente dei servizi segreti del MIT di nome Kasif Kozinoglu e, questo, in tutta impunità.
L’agente del MIT Kasif Kozinoglu ha contatto il presidente della Corte di Cassazione per chiedergli la sua benevolenza sulla condanna di Cakici e uno sconto della pena.
Questo esempio dà un’idea chiara sulla parzialità del sistema giudiziario turco.
Nel frattempo, il costruttore di Cakici regala una villa al
presidente della Corte di Cassazione e arreda la villa di suo figlio coi mobili più lussuosi.
L’agente del MIT Kozinoglu non si accontenta di incontrare il presidente della Corte di Cassazione. Si apparta anche col vice-segretario generale della Corte di Cassazione. Kozinoglu ha informato regolarmente Süha Sen e gli sbirri di Cakici con rapporti scritti a proposito sui suoi colloqui privati.
Quando queste collusioni sono venute alla luce del sole, il MIT e la Corte di Cassazione si sono rimpallati le responsabilità.
Le due istituzioni si sono date reciprocamente dei bugiardi. Ma la rivelazione delle loro conversazioni telefoniche ha fatto precipitare ancora di più le cose.
In breve, tutti i mascalzoni come Cakici, Catli e Kirci sono allo stesso tempo degli agenti del MIT.
Trovano sempre il modo di cavarsela nei tribunali.
Circolano e fanno i loro traffici in possesso di un passaporto verde o rosso rilasciato dallo Stato.
Il direttore dei servizi segreti ha recentemente dichiarato “ci siamo incontrati una cinquantina di volte”... E di che cosa hanno parlato?
E con quale diritto? Come è possibile che il presidente della Corte di Cassazione intrattiene dei rapporti “legali” coi servizi segreti?
I propositi di Kozinoglu, durante uno dei suoi numerosi colloqui telefonici con gli uomini di Cakici, illustrano la libertà totale di cui godono i mafiosi che lavorano per conto dello Stato: “Io sono un uomo che è stato capace di rovesciare dei regimi. Che cosa vuoi che sia, alla fine, un dossier in Cassazione? Sono delle cose necessarie
per gli interessi dello Stato. Se lo diciamo noi, credici.
Non c’è molto a cui pensare. Bisogna fare solo il necessario. (...) Nel peggiore dei casi, possiamo guadagnare otto mesi. Per gli altri (dossier), si farà in modo di ottenerne la prescrizione”.
Durante questo colloquio, lo scagnozzo di Cakici avverte Kozinoglu di essere più prudente nel parlare al telefono.
Quest’ultimo risponde così: “Che cosa hai vecchio mio? Lo Stato, siamo noi. Di che cosa hai paura?” Ecco la prova del nove che la Turchia non è un Stato di diritto.
Le decisioni giuridiche sono prese dai servizi segreti.
La polizia può imporre allegramente la sua volontà al sistema giuridico.
In questo contesto, è più facile comprendere gli abusi e le
macchinazioni della polizia avvenute nel quadro dell’operazione del 1° aprile.
Ecco perché è così necessario opporsi alla commedia poliziesca del 1° aprile.
Altrimenti, la polizia turca potrebbe agire in tutta impunità a scapito di qualsiasi associazione o individuo.
In Turchia, le prove e la giustizia, sono la polizia.
Tenuto conto dei rischi incorsi da questi oppositori democratici perseguitati senza tregua, desideriamo mandare una missione di osservatori in Turchia per limitare il più possibile gli abusi della polizia e per denunciare questi metodi illegali.
Invitiamo, dunque, giuristi, avvocati, difensori dei diritti umani, democratici e progressisti, a seguire questa farsa di processo.
Questi udienze si svolgeranno dal 25 ottobre al 5 novembre:
Ecco il calendario dei processi dell’operazione del 1° aprile ed il nome degli imputati.
Lunedì 25 ottobre alle 09h30:
Sadi Naci Özpolat, Gülizar Kesici, Metin Yavuz, Perihan Demirkiran, Mehmet Yayla, Mehmet Dogan, Zeliha Koyupinar, Ferhat Özdemir, Hasibe Çoban, Seval Yaprak, Serkan Onur Yilmaz, Yeliz Türkmen, Yalçin Akar, Alp Yarbas¸ et Yilmaz Kaya.
Mercoledì 27 ottobre alle 09h30:
Rabia Eylül Isccan, Çayan Güner, Kudret Sargül, Gülsen Salman, Ali Araci, Hidir Gül, Münevver Köz, Mehmet Ali Kaya, Ali Uludag, Necla Can, Fadik Adiyaman, Ali Çimen, Murat Yücal, Mustafa Erol et Orhan Eski.
Lunedì 1 novembre alle 09h30:
Sema Koç, Kenan Ustabas, Bülent Solgun, Yeliz Kiliç, Tigin Öztürk, Feridun Osmanagoglu, Sezai Demirtas, Aygün Kumru, Sevda Kurban, Kemal Delen, Aynur Karaaslan et Nihat Özcan.
Mercoledì 3 novembre alle 09h30 (udienza per gli imputati non in stato di detenzione):
Behiç Asçi, Talat Sanli, Kesver Mizrak, Gülten Tekin, Yüksel Alman, Süleyman Sensoy, Hayriye Gündüz, Nadire Çelik, Sehzate Boybas, Güven Ates¸men, Burhan Ates¸men, Muammer Simsek, Alaatin Güler, Niyazi Agirman, Fahrettin Keskin, Ferdi Tikicieri et Savas Dogan.
Venerdì 5 novembre alle 09h30 (questa udienza esaminerà la detenzione degli imputati):
Sadi Naci Özpolat, Gülizar Kesici, Metin Yavuz, Perihan Demirkiran, Mehmet Yayla, Mehmet Dogan, Zeliha Koyupinar, Ferhat Özdemir, Hasibe Çoban, Seval Yaprak, Serkan Onur Yilmaz, Yeliz Türkmen, Yalçin Akar, Alp Yarbas, Yilmaz Kaya, Rabia Eylül Iscan, Çayan Güner, Kudret Sari,
Ali Uludag, Necla Can, Fadik Adiyaman, Ali Çimen, Murat Yücel, Mustafa Erol, Orhan Eski, Sema Koç Kenan Ustabas, Bülent Solgun, Yeliz Kiliç, Tigin Öztürk, Feridun Osmanagaoglu, Sezai Demirtas, Aygün Kumru, Sevda Kurban, Kemal Delen, Aynur Karaaslan et Nihat Özcan.
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