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BOLIVIA: SANCHEZ DE LOZADA FUGGE, SUBENTRA MESA
Publie le martedì 21 ottobre 2003 par Open-PublishingLA PAZ - Costretto da una fortissima pressione popolare ed abbandonato dai
partiti che reggevano la sua coalizione, il capo dello stato boliviano
Gonzalo Sanchez de Lozada ha scelto la strada della fuga, rassegnando le
dimissioni e lasciando il potere ed il compito non facile di uscire da una
crisi sociale infuocata al vice presidente Carlos Mesa. Il presidente a
bordo di un aereo militare ha raggiunto Santa Cruz de la Sierra, 1.200
chilometri ad est di La Paz, e da li’ poco dopo con un volo di linea, ha
raggiunto Miami, in Florida. Le sue dimissioni sono state ratificate dal
Congresso.
Nelle ultime settimane la repressione delle forze dell’ ordine contro le
manifestazioni di piazza di contadini, coltivatori di coca, minatori e
sindacalisti si era fatta sempre piu’ pesante con un bilancio di oltre 150
morti. Anche ieri oltre 100 mila persone si erano raccolte nel centro della
capitale boliviana per chiedere le dimissioni del presidente considerato il
primo responsabile della contestata decisione di vendere il gas boliviano a
Stati Uniti e Messico.
LA PAZ - La Bolivia ha da oggi un nuovo presidente della Repubblica, dopo le
dimissioni di Gonzalo Sanchez de Lozada, 73 anni, ed un voto in Congresso
che ha attivato i meccanismi costituzionali per far accedere alla massima
carica dello stato il vicepresidente, Carlos Mesa. Respinte ripetutamente
dall’interessato, le dimissioni di ’Goni’, cosi’ lo chiamano familiarmente i
boliviani, sono diventate realta’ nel giro di pochi giorni, per lo
sgretolamento della maggioranza governativa sotto i colpi della protesta
popolare e dell’azione dei leader dell’opposizione, fra cui Felipe Quispe
(contadini degli Yungas), Evo Morales (coltivatori di coca del Chapare) e
Jaime Solares, Centrale sindacale Cob.
All’inizio della settimana, Mesa aveva a sorpresa annunciato la sua
decisione di allontanarsi dal presidente e dal suo partito, il Movimento
nazionale rivoluzionario (Mnr), pur mantenendo la carica di vicepresidente.
Deputati e senatori sono dovuti tornare oggi in fretta e furia dai diversi
dipartimenti del paese per ascoltare la lettura della lettera di dimissioni
del capo dello stato e votare l’elezione di Mesa.
Il neo eletto presidente ha sostenuto davanti al Congresso che realizzera’
’’un referendum vincolante’’ sul futuro del gas e applichera’ i meccanismi
costituzionali di una assemblea costituente. Il capo dello stato ha poi
aggiunto che ’’il mio obbligo e’ di guidare un governo di transizione
storica’’ e ’’per questo chiedo al Congresso di valutare la durata del mio
mandato’’. ’’Non intendo inoltre - ha proseguito - avvalermi della
partecipazione attiva di alcun partito nella formazione del mio governo per
avere una indipendenza che mi permetta di prendere decisioni sensate per il
paese’’. ’’La lotta contro la corruzione - ha concluso - sara’ frontale e
permanente’’.
Quando la notizia dell’elelzione di Mesa si e’ diffusa all’esterno, nelle
strade di La Paz, El Alto, Cochabamba, Oruro e Potosi’ sono scoppiate scene
di giubilo e grida di gioia per il risultato ottenuto.