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Berlusconi premier? "Un oltraggio alla democrazia e al capitalismo"
Publie le venerdì 9 gennaio 2004 par Open-PublishingROMA - Ma cosa c’è esattamente all’origine dell’ultimo, clamoroso caso di censura in Rai-Tv, ai
danni questa volta di Enrico Deaglio? L’invettiva di un comunista contro il Cavaliere? Una
scandalosa satira contro il conflitto di interessi? Una inchiesta su Dell’Utri e Previti? Niente di tutto
questo. Quella trasmessa su RaiTre, nella prima puntata dell’"Elmo di Scipio", è stata una
semplicissima intervista ad un conservatore inglese, Bill Emmott, direttore dell’"Economist". Uno che non
può non essere definito di destra.
Vediamo allora, in sintesi, cosa ha detto Emmott in risposta alle domande di Deaglio, scatenando
le ire del Cavaliere, le reprimende del direttore generale di viale Mazzini Flavio Cattaneo, il
nuovo scontro Annunziata-Cattaneo, ecc..
(Estratti testuali da "l’Elmo di Scipio" di Enrico Deaglio, RaiTre)
Emmott: "Credo che la posizione di Berlusconi come presidente sia un oltraggio alla democrazia ma
anche al capitalismo perché usa il suo potere politico per rafforzare i suoi affari con Mediaset
per depotenziare i processi contro di lui e quindi per danneggiare i concorrenti sul piano
economico e questo mi offende...
Il mio concetto di libertà consiste nella libertà di agire nel rispetto della legge e di poter
prendere liberamente una decisione in campo economico sapendo che gli altri attori agiranno anche
loro nel rispetto delle stesse regole. Berlusconi rappresenta la violazione delle libertà di mercato
e in questo senso se io fossi un imprenditore o comunque una persona che sta cercando di fare
affari nel mercato dei media italiani, la mia libertà di impresa verrebbe penalizzata dal suo
strapotere. Questa è la prima cosa. Da un altro punto di vista il suo potere viola i diritti di tutti,
anche dei singoli, perché viola la libertà di stampa. Berlusconi influenza il modo in cui i media e
la stampa riportano i fatti, vuole limitare la libertà di stampa. Per ultimo, danneggia l’immagine
della libera impresa in tutto il mondo perché col suo comportamento mette in cattiva luce il mondo
degli affari. Credo che renda le persone, le persone normali, sospettose nei confronti di quello
che fanno gli imprenditori che si mettono in politica...
Gli imprenditori cercano di fare il loro meglio in qualsiasi situazione si trovino e Berlusconi
influenza l’attuale situazione. La maggior parte degli imprenditori teme che parlare male di
Berlusconi o di quello che ha fatto possa danneggiare i loro affari. Così penso che credano che sia più
prudente non compromettere i loro affari... Devono riuscire a trovare un modo di vivere in
sintonia con Berlusconi, non opporsi a lui. Conosco comunque molti imprenditori italiani scandalizzati da
quello che sta succedendo e che si lamentano - per esempio alcune persone che ci hanno aiutato per
i nostri articoli erano imprenditori italiani molto arrabbiati per come vanno le cose. Comunque
anche lei ha ragione, noi siamo supportati dalla sinistra, ma questo solo perché egoisticamente le
fa gioco. Ma questo non mi da fastidio.
Penso che in altri paesi, in Europa, in America, in Asia, ci siano molti imprenditori pieni di
soldi e con un buon controllo sui media che vedono in Berlusconi un possibile modello da imitare. In
Thailandia il primo ministro assomiglia a Berlusconi. In Russia si può sostenere - anche il
presidente Putin potrebbe sostenerlo - che l’uomo che è appena stato arrestato - Khodorkowoski, padrone
della più grande società petrolifera del paese - è un Berlusconi e anche gli altri oligarchi
potrebbero essere come lui. Credo che ci sia un pericolo per la democrazia quando gli imprenditori
condizionano coi loro soldi le campagne elettorali e quando manipolano l’informazione a vantaggio dei
loro affari. E sono principi che valgono per il Regno Unito, per l’America, per tutto il mondo...
Penso che sia un grande handicap andare a votare in una situazione del genere. Non bisognerebbe
mai avere lo strapotere di una sola forza politica, perchè ciò costituisce un ostacolo molto
difficile da scavalcare. E questo non è libertà".
LIBERAZIONE