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Eppur si muove
Scorrendo i quotidiani locali usciti tra la fine del 2003 e questo inizio del 2004 c’è da restare
stupiti per l’effervescenza degli avvenimenti che hanno scosso il sonnolento tran tran di Bologna.
Città dove va sempre tutto bene e i giochi veri li giocano nell’ombra personaggi schivi e poco
noti. Invece nel giro di un paio di settimane è capitato praticamente di tutto e ogni cosa è in
accelerazione. Vediamo alcuni casi.
Fa molto rumore la mossa unilaterale della Questura che sgombrare manu militari gli spazi
inutilizzati da anni dell’ex dopolavoro dei Monopoli di Stato e occupati da gruppi di giovani e
associazioni che intendono realizzare in quella sede un Media Center. L’antico sogno di alcuni poteri di
gestire Bologna attraverso la polizia segna un punticino a suo favore. Ma si è sottovalutata la
reazione degli attivisti riuniti intorno alla sigla Vag 61 (abbreviazione del civico 61 di Via Azzo
Gardino) che mettono in moto una serie di iniziative. L’ultima: rivendicano il diritto alla libertà
di informazione fasciando con uno striscione di 80 metri il famoso Infobox di Piazza Re Enzo voluto
dal Sindaco Guazzaloca e che decanta con una mostra permanente i progetti della Bologna futura.
Altro avvenimento di rilievo: dopo venti anni il Cardinale Giacomo Biffi lascia la città delle Due
Torri e celebra l’ultima omelia in occasione del Te Deum di fine anno. Lo sostituisce Monsignor
Carlo Caffara. Nel corso di tanti anni Biffi non si è dimostrato certo un progressista ma la sua
verve polemica ha fatto scuola. La definizione della nostra terra come di una realtà <sazia e
disperata> è indimenticabile. Ovviamente neanche il nuovo porporato è un progressista. Ci mancherebbe
altro. Ma nel caso specifico il dilemma è: Monsignor Caffara avrà la stessa capacità di sintesi del
suo predecessore ora che Bologna è sempre meno sazia e sempre più disperata?
Gli anarcoinsurrezionalisti sono stati assoluti protagonisti delle ultime settimane. Hanno inviato
via posta libri-bomba all’abitazione bolognese di Romano Prodi e ad altri personaggi istituzionali
dell’UE. Lasciano un po’ perplessi le dichiarazioni di magistrati che si occupano di
antiterrorismo. Ogni tanto sembra che si sappia chi sono, quanti sono e dove sono ’sti bombaroli: di sicuro
risiedono a Bologna, di sicuro sono una trentina. Ogni tanto sembra che si brancoli nel buio: ad oggi
di anarcoinsurrezionalisti non ne è stato acchiappato neanche uno. Risultato: manca personale, si
aprano nuove assunzioni per agenti speciali, ultraspeciali, paraspeciali. A me sembra che a
Bologna di divise ne circolino anche troppe. Più che di altra polizia sotto le Due Torri c’è bisogno di
una nuova politica.
E una nuova politica sembra alle porte, almeno si spera. E’ di questi giorni la notizia che Sergio
Cofferati, candidato sindaco alle prossime amministrative, sarà appoggiato sin dal primo turno da
tutta l’opposizione. Il sagace Francesco Cossiga ha affermato che gli anarcoinsurrezionalisti
voteranno sicuramente per lui. L’ex Presidente della Repubblica è un gran reazionario a cui si deve
riconoscere un gran senso dell’umorismo. Ma stavolta ha toppato: per scelta gli anarchici non
votano.
"il Domani di Bologna"