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Br, altri due fermi a Roma e a Firenze

Publie le domenica 2 novembre 2003 par Open-Publishing

Due nuovi fermi a Firenze e a Roma sono
le principali novità delle inchieste per gli omicidi di D’Antona e Biagi. Il nono arrestato, da venerdì scorso, si chiama Simone Boccaccini e si sarebbe immediatamente dichiarato prigioniero politico. Dal suo fermo il pm titolare dell’inchiesta bolognese, Paolo Giovagnoli, si aspetta nuovi sviluppi sulle indagini per l’agguato di Via Valdonica del 19 marzo 2002. Dieci giorni dopo l’assassinio, Boccaccini, 42 anni, fu fermato per controlli sull’Appennino toscoemiliano mentre era in auto sulla Porrettana con Roberto Morandi, il primo "prigioniero politico" di questa vicenda. Il suo arresto è avvenuto durante un interrogatorio in Procura e ora sarebbe accusato di banda armata e di una rapina avvenuta a Via Torcicoda, sempre a Firenze. Oggi gli investigatori fiorentini saranno alle prese con i materiali elettronici sequestrati a Morandi e a Cinzia Bannelli. Le indagini bolognesi (ieri sono stati riascoltati tutti i testimoni), secondo le agenzie punterebbero anche su un personaggio di Bologna che avrebbe fornito appoggio logistico al commando formato da non più di sei persone, a detta degli inquirenti, e che si sarebbe mosso su vie scarsamente trafficate tra le Due Torri e l’Apennino.

Mentre andiamo in stampa, intanto, nella Questura di Roma i pm Ionta e Saviotti stanno ascoltando un’infermiera quarantenne legata a Marco Mezzasalma, anche lui arrestato nell’ambito dell’inchiesta D’Antona perché ritenuto responsabile logistico delle Br-Pcc. La donna, Luana Mancino, impiegata nell’Oftalmico, sarebbe stata fermata nel corso dell’interrogatorio e la sua abitazione di Primavalle (nordovest della Capitale), è stata perquisita alla ricerca dei materiali traslocati a giugno da Via Maia, nel quartiere romano del Quadraro (periferia sud est). L’appartamento di Mezzasalma alla Magliana (a sud ovest del Campidoglio) è stato visitato di nuovo ieri per trovare elementi che conducano a un covo "caldo", ossia in uso, dove sarebbero stati trasportati armi e archivi proprio nei primi giorni di ottobre. La digos ha individuato un deposito nella zona di Portonaccio, a est del centro, ma lo ha trovato vuoto. Per Pisanu, il quadro «si sta consolidando».

http://www.liberazione.it/giornale/031030/LB12D6B7.asp