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“Brucia le banche, bruciane tante”. Addio Freak!

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Publie le mercoledì 12 febbraio 2014 par # - Open-Publishing
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Addio a Freak Antoni
la voce degli Skiantos

L’artista bolognese avrebbe compiuto sessant’anni il prossimo 16 aprile

di LUCA BORTOLOTTI e LUIGI SPEZIA

BOLOGNA - E’ morto stamattina a Bologna Roberto “Freak” Antoni, lo storico leader degli Skiantos. L’artista bolognese avrebbe compiuto sessant’anni il prossimo 16 aprile, dopo una lunga malattia. Nel 2012 Freak Antoni lasciò gli Skiantos dopo 35 anni assieme, per dedicarsi alla carriera da solista.

“Se non altro la malattia mi ha fatto smettere con la droga”, scherzava un anno fa Freak Antoni. L’eccesso, l’eroina, la provocazione, sono stati la cifra stilistica di una vita sempre vissuta di corsa, ma anche sempre con grande autoconsapevolezza e ironia. Del resto, è stato il primo vero punk italiano. Quando nel 1977 nacquero gli Skiantos, furono qualcosa a cui il pubblico nostrano non era preparato, troppo semplicistico derubricarli a band demenziale. Nel ’79, in un concerto al PalaDozza rimasto nella storia, salirono sul palco senza suonare, e si misero a cucinare spaghetti. Mentre gli spettatori, infuriati, gli lanciavano di tutto, Freak Antoni rispondeva con l’ormai celebre frase: “Questa è avanguardia, pubblico di merda”.

Gli Skiantos erano quelli che lanciavano ortaggi sulla platea, che confessavano il proprio amore per le “sbarbine” prima che tutto ciò venisse sdoganato dalle alte cariche del governo, ma anche quelli che già 20 anni fa dicevano fosse inutile pretendere qualcosa “da un paese che ha la forma di una scarpa” o che gridavano “Brucia le banche, bruciane tante”.

E Freak Antoni ne era il bardo e cantore, un simbolo del rock italiano, ma che ha sempre conservato la convinzione di meritare di più di quel che poi il mercato discografico ha riservato a questi “35 anni di grandi insuccessi”, come li definiva lui. “Di questi anni ricordo grande sbattimento, la voglia di pretendere più considerazione da pubblico e critica, e una grande fatica per nuotare controcorrente”, confidava dopo il suo ultimo concerto con la band, a maggio 2012 a Bologna. Da quel giorno Freak aveva iniziato una nuova sfida musicale, un progetto solista assieme alla pianista Alessandra Mostacci.

In curriculum anche nove libri, come il suo manifesto “Non c’è gusto in Italia ad essere intelligenti”; e la partecipazione a film, come “Paz!” e “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”. Sulla sua vita hanno scritto anche un fumetto, “Freak”. Di lui, nella storia di Bologna e del rock italiano, resterà un ricordo indelebile, di una delle ultime rockstar di casa nostra capaci nello stesso tempo di fare ridere, riflettere e cantare.

Articolo ed un paio di video al link :

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2014/02/12/news/addio_a_freak_antoni_la_voce_degli_skiantos-78355521/?ref=HREC1-1

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Messaggi

  • Giovedì 13 Febbraio 2014

    Mamma, è morto un ribelle. Ciao Freak! [con video inedito]

    E’ davvero difficile riuscire a racchiudere in poche righe ciò che Roberto Freak Antoni ha significato per la città di Bologna. Precisiamolo fin da subito: la Bologna di cui stiamo parlando non è “la dotta”, quella dei salotti, dei baroni della gloriosa Università, dei baretti alla moda in centro. La Bologna di Freak Antoni è “la rozza”, quella dei dementi, degli scantinati improvvisati a club, della fantasia al potere, delle radio libere, del fermento politico e culturale del Movimento del ’77.

    Ed è proprio nel 1977 che, con l’uscita di “Inascoltabile”, prende il via l’avventura discografica degli Skiantos. “L’avanguardia alternativa non fa sconti comitiva – l’avanguardia è molto dura e per questo fa paura”: niente di meglio di questa rima partorita dallo stesso Freak per descrivere il genio e l’irriverenza della band felsinea. Si sono da sempre descritti come i padri del cosiddetto “rock demenziale”, ma la realtà è diversa, e ben più profonda: nel 1978, quando il punk in Italia non era nemmeno in fase embrionale, gli Skiantos registravano per la Cramps Records (etichetta storica degli anni ’70, che produceva anche Area ed Eugenio Finardi) “MONOtono”, con schitarrate distorte, rullate veloci, sax ubriachi, e, soprattutto, i surreali, (volutamente) dementi testi di Freak Antoni.

    Fu una rivelazione – e anche una rivoluzione. Negli anni d’oro del cantautorato italiano, gli Skiantos si presentavano sul palco insultando il pubblico (rigorosamente “di merda”), tirando verdura marcia e, piuttosto che suonare, cucinandosi un bel piatto di spaghetti . Nulla di più demenziale, nulla di più avanguardistico. Freak Antoni, con la sua malinconica ironia, ha seguito la storia del paese Italia dalla fine dei ’70 fino al primo decennio del 21mo secolo, tra problemi adolescenziali (“Sono un ribelle mamma”), austerità (“Gelati”), analisi sociologica (“Italiano terrone che amo) .

    E ce lo ha descritto alla sua maniera, seguendo un doppio binario, quello “demente” e quello “avanguardistico”, come dichiarò lui stesso: "Nelle nostre canzoni abbiamo sempre mescolato due livelli, quello alto, escatologico, di impegno politico, e quello basso, scatologico, gergale... Ma la poesia ci insegna che non ci sono parole proibite, è solo la retorica che le divide in auliche o di basso livello. Ed è proprio la retorica, intesa come atteggiamento di supponenza ed ipocrisia, che rende volgari le cose.”

    Video inedito dell’ultima esibizione di Freak Antoni, a Bologna, in via Zamboni 38 durante un’iniziativa organizzata dal Collettivo Universitario Autonomo :

    https://www.youtube.com/watch?v=q4cExuICHFQ

    Un’altra bellissima esibizione di Freak al Lab.Crash! di via della Cooperazione 10 (appena occupato, era il 1 marzo 2009) con Alessandra Mostacci, dal titolo "Metropolis" :

    https://www.youtube.com/watch?v=jND1LtS21JU

    https://www.youtube.com/watch?v=V-T4Rg7gMJc

    La poesia di Freak Antoni non ha solo riempito libri ed album, ma, fedele alle parole dello stesso Roberto, ha attraversato i momenti di lotta e di occupazioni che da sempre hanno scandito la storia della Bologna ribelle, della sua Bologna. L’ultimo live degli Skiantos prima del loro scioglimento al Laboratorio Crash, la sua performance teatrale lo scorso 11 dicembre in Facoltà di Lettere occupata in via Zamboni; questi ed altri momenti resteranno indelebili nei ricordi di chi c’era e nella memoria viva di questa città. Di seguito un breve poema di Antoni che, meglio di noi, ci parla della sua arte. Largo all’avanguardia!

    PREGHIERA AL DIO ENFATISTA

    Signore dell’Enfasi, noi ti preghiamo: suggerisci la giusta iperbole e sostieni il nostro sforzo creativo, rendendolo enfantastico, sarcastico, bombastico.

    Sorreggi la nostra arte, partorita nella grande immaginazione ed arricchisci i nostri sogni, esaudendo bisogni e indispensabili Utopie.

    Estendi a noi tutti la tua stimolante e salvifica protezione.

    Degnati di sorreggere l’Avanguardia e ponila al riparo delle insidie del Mercato che degrada progetti, idee e novità, lusingando l’inventiva, irretendola nella subdola retorica dell’iperprofitto!

    Oh Signore dell’Enfasi, dispensatore di geniali intuizioni, noi ti preghiamo di trasmetterci il senso della giusta distanza dal Buon Senso Comune e da ogni forma di retorica: passata presente e futura!

    Conservaci eternamente permeabili al dubbio e all’autocritica ed accetta la nostra umile devozione per Te, creatore dell’Enfarte, il pianeta dell’Enfasi che si fa arte.