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CO.CO.CO.: UNA DOMANDA PUBBLICA A FAUSTO BERTINOTTI

Publie le domenica 3 ottobre 2004 par Open-Publishing

Ho letto su Liberazione la risposta di Fausto Bertinotti ad un lettore sul problema dei diritti dei lavoratori co.co.co. e mi ha fatto piacere che egli abbia ribadito la netta contrarietà al proliferare di queste forme di contratti precari, flessibili e, in generale, alla legge 30.

Attraverso Bellaciao, vorrei fare pubblicamente una domanda collegata che a me appare una contraddizione del PRC: A Roma ci sono migliaia di lavoratori che lavorano in associazioni e cooperative sociali che gestiscono servizi alla Persona. In questo settore proliferano a dismisura, da tempo, contratti co.co.co., co.pro., a tempo determinato e occasionale.

Nei servizi socio-educativi la relazione di aiuto tra operatore sociale e utente/famiglia dovrebbe in teoria fondarsi su un minimo di stabilità, di serenità e benessere di tutti i soggetti della relazione.

La precarietà di un operatore, la sua frustrazione, i frequenti turn-over degli operatori sui beneficiari dei servizi non depongono certo per un alto livello e qualità dell’assistenza.

Allora, chiedo: perchè il Comune di Roma dove la delega assessorile al Lavoro è affidata al PRC, pur avendone la possibilità regolamentare, non modifica la delibera sull’accreditamento degli Enti gestori? Basterebbe mettere dei paletti sui requisiti per chi fa domanda di accreditamento.

Invece, si continua ad affidare servizi ad Enti, associazioni e cooperative che abusano, incontrollate, di questi contratti flessibili, che licenziano, che fanno strazio dello Statuto dei lavoratori e del CCNL.