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CROCIFISSIONI IN NOME DI ALLAH
par lucio galluzzi
Publie le giovedì 24 luglio 2014 par lucio galluzzi - Open-Publishing1 commento

Avete presente l’Iraq?
Proprio quello dove noi italiani siamo andati a fare la guerra.
Sicuramente avete anche presente l’Afghanistan, anche lì, facendo finta d’essere umanitari, abbiamo mandato truppe.
Ai tempi dei talebani noi ci si sconvolgeva.
Quanto orrore mostrato al mondo "civile": i turbantati bombardarono pure i Buddha di Bamiyan, patrimonio dell’umanità, era il 2001; nonostante gli appelli internazionali, portarono i carrarmati nella valle e le gigantesche statue sparirono.
Ci si dimentica sempre che nelle guerre iconoclaste non solo spariscono intere popolazioni, sterminate, ma con loro la Civiltà, i Capolavori dell’Arte, siti archeologici, biblioteche, la Conoscenza tutta.
Di esempi ce ne sono a decine.
Dal 1950 la il governo Cinese, scientemente, sta cancellando il Tibet, i suoi monasteri, gli archivi storici del conventi, uccide monaci e monache, li deporta, i soldati di Pechino stuprano religiose e poi le inchiodano ai portali dei Templi, rubano tutto quello che possono dai luoghi sacri e rivendono la merce all’occidente, che si compra tutto, perché fa così arredamento avere in casa un oggetto rituale, una statua del Buddha, un japamala insanguinato.
La Comunità Internazionale che ha fatto e che fa?
Nulla, assolutamente nulla.
L’Italia però si è distinta e negli anni scorsi ha esportato le sfilate di Armani, comprese pellicce, e le ha esibite proprio nei monasteri; come dire: al genocidio del popolo tibetano regaliamo pure la violazione profonda dei loro luoghi sacri.
E’ così che è fatta l’Umanità, quella che non soffre, se ne strafotte di tutto e di tutti.
Così sta accadendo quello che viene tenuto nascosto da tutti gli organi di informazione: monaci e monache giovanissimi si bruciano vivi, pubblicamente, per far sì che si parli della condizione terribile del Tibet.
Neppure questo ci interessa.
Come ci lascia indifferenti la pulizia etnica praticata in Siria: in due anni e mezzo di violenze indescrivibili sono state uccise 250 mila persone.
La Siria, piena di tesori acheologici, artistici, di meraviglie uniche, ora è ridotta a cimitero, una rovina unica.
Nessuno è intervenuto e tutto continua nel disinteresse mondiale.
Così come successe alla fine degli anni 80 in Kosovo o in Bosnia.
Così come sta accadendo oggi sotto gli occhi di tutti in Palestina.
L’Iraq, dove avremmo dovuto esportare la pacificazione e il progresso su ordine degli USA, da poco tempo è diventato, per autodefinizione dei soliti turbantati talebani, il Califfato dell’ISIS e giorno dopo giorno i crimini commessi da questi "fedeli" dell’orrore sono in continuo crescendo.
Hanno emanato leggi tali da far ripiombare quello Stato nel buio completo della Ragione, sono sedici punti, uno più orribile dell’altro: pena di morte per chi non aderisce all’Islam, pubbliche scuse e punizioni corporali in piazza ai militari che hanno fatto parte dell’esercito della Coalizione, obbligo per tutte le donne di starsene chiuse in casa e non uscire se non per necessità motivate e sempre accompagnate da un maschio della famiglia, per il resto "le femmine" possono e devono solo occuparsi "del focolare domestico e dedicarsi ad esso a tempo pieno", esecuzione capitale per tutti gli infedeli poveri e per quelli che possiedono una casa e qualche bene c’è la confisca e la cacciata senza appello [è successo già a tremila cristiani a Mosul].
E’ di oggi una immagine che risale al 6 giugno, immessa nei circuiti internazionali dal Comitato per il Califfato che ha un suo centro in Belgio: un uomo crocifisso vivo nella provincia di Aleppo, è stato inchiodato per otto ore ad Al-Bab, confine turco, punito così perché avrebbe profanato il Corano.
Il 20 giugno otto crocifissi come Gesù ed esposti nelle piazze, prima sono stato torturati e uccisi e poi messi in croce e lasciati per tre giorni a Deir Hafar, parte occidentale della provincia di Aleppo: accusati di non essere jihadisti.
Lo sceicco Abu Bakr Al-Baghdadi si è dichiarato Califfo, Amir Al-Mu’minin – Capo dei Credenti, comanda tutto questo scempio, si è spinto anche oltre e ha ordinato "l’infibulazione [mutilazione genitale, NdA] per tutte le donne da Aleppo a Mosul".
Sono già trenta le bambine sottoposte al "trattamento".
Crocifissioni si erano viste in Kuwait al tempo dell’invasione irachena: lunghe file di inchiodati al lati delle superstrade che portavano verso l’aeroporto della capitale.
L’ONU sempre zitta, sorda cieca e muta, inutile e bla bla bla.
Sordi, ciechi e muti i paladini USA delle Libertà, i putiniani che si distraggono cacciando tigri siberiane e festeggiando con tutto il mondo Sochi2014 e la Cina felice per il giochi olimpici assegnategli.
Ma in che cazzo di mondo viviamo?
Lucio Galluzzi
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Messaggi
1. CROCIFISSIONI IN NOME DI ALLAH, 24 luglio 2014, 21:32
in politica estera vale sempre il vecchio adagio: il nemico di oggi può essere il tuo amico di domani ed il tuo amico di oggi può essere il tuo nemico di domani! La realtà è che oggi i talebani sono "amici" perché combattono in Libia, Siria ed in Afghanistan contro i nemici degli SU. L’Iran sta " passando dalla lista dei nemici a quella degli amici e con Al Quaeda gli SU sono in profondo amore perché sono nemici di frange ancora più estremiste in Africa. In Siria sono stati arrestatisvariati agenti della CIA e del Mossad che addestravano guerriglieri di Al Quaeda a lanciare missili antiaerei( che un giorno saranno usati contro aerei occidentali)moderni.Basti pensare al governo iracheno che è composto da sciiti ed il presidente Al Maliki è uno sciita cioè proprio quelli che pochi anni fa gli americani facevano tranquillamente bombardare ed avvelenare dall’"amico" Saddam Hussein
michele