Home > Cari amici, aiutatemi a diffonderla
Caro amico, cara amica,
ti scrivo questa lettera perché negli ultimi tempi alcuni malintenzionati,
per lo più comunisti, hanno cercato di seminare zizzania tra me e voi,
amatissimi sudditi. Vanno dicendo in giro che io voglio taglieggiare
le vostre pensioni.
Non c’é niente di più falso. Io voglio, al contrario, valorizzare le vostre
vite, arricchirvi spiritualmente, e al tempo stesso voglio affrontare il
problema gravissimo delll’invecchiamento della popolazione.
Andiamo con ordine. Come sapete quando le culle sono vuote la nazione
invecchia e decade. E da quando le italiane si rifiutano di mettere al mondo
una bella nidiata di bambini, abbiamo visto che la nazione ha iniziato a
invecchiare e a decadere.
Qualcuno insinua che non ci dovremmo preoccupare visto che ci sono altri
paesi in cui la popolazione é in eccesso, e molti di loro vengono a lavorare
per noi, a sgobbare nei lavori più faticosi che noi non abbiamo voglia di
fare. Qualcun altro osserva che la ricchezza non é affatto diminuita,
nonostante l?invecchiamento della popolazione, anzi negli ultimi decenni la
ricchezza non ha mai smesso di aumentare grazie agli incrementi di
produttività che la tecnologia rende possibili. Ma queste sono questioni
marginali. La questione centrale é che il nostro paese ha bisogno di
aumentare la sua competitività. E competitività significa che chi lavora
deve lavorare sempre più a lungo e guadagnare proporzionalmente sempre di
meno. L?avete capito o no? Su questo punto molti nella sinistra, che pure
seminano zizzania nella speranza di portarmi un giorno via la poltrona, la
pensano esattamente come me, ma non hanno il coraggio di dirvelo. D?altra
parte non si chiamano forse riformisti? E la riforma per eccellenza non é
forse questa, la riduzione del costo del lavoro e l?allungamento illimitato
del tempo di lavoro?
Sono passati i tempi spensierati in cui si lavorava il tempo necessario per
sopravvivere e poi si faceva all?amore, si andava un po? a giro a
chiacchierare con gli amici e si covavano pensieri pericolosi. Ora siamo
diventati tutti più grandi, abbiamo capito che la vita non é mica uno
spasso. Si lavora ogni giorno dalla mattina alla sera, e quando si arriva a
casa con il cervello cotto, la mente può finalmente aprirsi ai vasti
orizzonti che brunovespa vi illumina dal tubo catodico. Si lavora dalla più
tenera età fino alla tomba.
I giovani sono disoccupati e le grandi fabbriche licenziano..Ma i vecchi
debbono continuare a lavorare. Cosa c’é di più bello che poter rimanere
attivi fino a settanta, settantacinque ottant’anni, magari novanta? Vedete
com’é felice la giornata di un lavoratore? Egli si alza alle sei di mattina,
sale in macchina e respira anidride carbonica per un’ora, arriva in ufficio
dove lavora a ritmi infernali fin quando é ora di tornare a casa, e là si
addormenta sulla sedia mentre il telegiornale gli mostra me che sorrido
allegramente a reti unificate.
Del resto cosa fareste se non ci fosse da lavorare? Pensate che noia.
Sareste costretti a svegliarvi quando vi pare, potreste leggere romanzi e
andare al cinema, magari potreste anche scoprire che si può fare l’amore
anche a settant’anni invece di perdere le vostre energie a lavorare per un
padrone. E pensate ai giovani che non trovano lavoro, poveretti. Se voi
andaste in pensione loro troverebbero forse un posto di lavoro, ma ci
toccherebbe pagare un salario a loro e la pensione a voi. E io chi sono,
babbo Natale? I giovani possono fare dei lavori precari sottopagati e
ipersfruttati, e voi rimarrete a lavorare fin quando sarete pronti per un
bell’infarto, o magari un bel cancro ai polmoni graziosamente provocato
dalle emissioni venefiche respirate in officina durante trenta,
trentacinque, quaranta, no, quarantadue anni... come se fosse l?ergastolo.
Ma la cosa più importante che io voglio fare per voi, cari cittadini, é la
valorizzazione del vostro TFR. Come sapete ciascuno di voi versa una parte
del suo reddito in contributi per avere una liquidazione a conclusione del
rapporto di lavoro. Ma il governo che io ho l’onore di rappresentare ha
avuto un’idea fantastica. Noi non vi diamo più la liquidazione, la mettiamo
nelle casse di agenzie di assicurazione della cui onorabilità posso
garantire personalmente anche perché guarda caso spesso appartengono a me.
Insomma, voi versate contributi per tutta la vita, io li intasco, li faccio
fruttare, e quando sarete morti vi spedisco la liquidazione in paradiso. A
meno che succeda quello che successo alla ENRON, dove i fondi pensione sono
evaporati perché l’azienda é fallita e i suoi dirigenti si sono intascati
tutti i soldi che c’erano nelle casse...
Quando si dice la sfortuna.
Amati sudditi con queste parole sono certo di avere conquistato i vostri
cuori e soprattutto la vostra mente. Non lasciamoci fuorviare dai discorsi
fumosi di certi sindacalisti che vogliono sempre contraddire. Il lavoro
rende liberi, perché smettere?
Vi ringrazio sentitamente per tutto quello che avete fatto per me.
Continuate a farlo, e vi ritroverete in Argentina, senza nemmeno dover
pagare il biglietto.
Il Presidente (di tutto)