Home > Che cosa sta succedendoci?
Se ripensiamo agli anni del fascismo e a quelli della guerra, rischiamo di vederli in un’unica
luce fosca, carica di tensione e di disperazione.
Invece una certa quotidianità rassicurante dava anche allora l’impressione della continuità, nel
ritornare in famiglia, nella pur difficile spesa, nell’accoppiarsi ascoltando canzonette.
Eppure le cose non solo non andavano per il meglio, e questo era chiaro a molti, ma prendevano una
piega sempre più tragica.
Come ora? Non ancora, perché non siamo ancora (e spero non lo saremo mai) in pieno fascismo né in
piena guerra; ma stiamo già per essere risucchiati in una malata quotidianità miscelata da un tot
di canzonette e da un crescente di intimidazioni .
Vado per definizioni succinte, ma credo che ci si intenda.
Dunque nella discesa agli inferi abbiamo già percorso diversi suoi scalini.
Di questo ne sono sicuro, senza cadere in alcun eccesso drammatico.
Non sono scalini infernali quelli della giustizia manipolata (siamo ancora in una torbida
tradizione delle democrazie "reali") e fino ad un certo punto nemmeno quelli dell’informazione
unidirezionale.
Infernale è l’annullamento della funzione parlamentare, quella fondante dalle sue origini, cioè la
capacità di decidere sui bilanci preventivi e di emendarli, per far corrispondere la spesa agli
input della società tentandone una sintesi.
Infernale è la costrizione per un intero popolo in una guerra di aggressione, con la
militarizzazione di 1500 siti sensibili, ai quali non ci si può avvicinare e nei cui paraggi tanto meno
manifestare; e con la stessa militarizzazione del bilancio di previsione.
Cose di questi giorni.
E non è solo il governo nel quale geneticamente si riproduce il target fascista a introdurre nella
quotidianità riconoscibile le metastasi della inversione; il fascismo si rimanifesta quando un
questore dispone che a un leader di movimento sia vietato per tre anni l’ingresso in due città, che
ora sono Padova e Monselice... dalle quali, se decidesse di entrarvi, sarebbe espulso con foglio di
via.
Cari compagni, un regime regressivo non si può affidare ad un consenso determinato dalla libertà,
spera di poter servirsi impunemente di altre pressioni: l’allarme, il nemico potente ed occulto,
il dinamitardo disumano a cui si affiancano nei programmi a getto continuo sfilate di uomini in
arme, quei "bravi ragazzi" che si sacrificano per i buoni cittadini che si recano al consueto lavoro,
al consueto mercato.
E che cos’è tutto questo se non una ulteriore discesa nell’abominio?
Siamo dunque ad uno snodo. E’ indispensabile che cosa? La solidarietà tra tutte le articolazioni
del movimento pacifista, nonviolento e antagonista per isolare con grandi eventi di popolo le
manipolazioni di questo ridispiegato fascismo, per individuare negli atti di questo regime la minaccia
allo stesso "quieto vivere" della gente comune e farne capillare propaganda. Si dovrebbe far
defluire lo stagno delle maggioranze silenziose, convertirle in contrasto, questa volta nei confronti
della minaccia reale.
E attenti alle trappole.
Spero di essermi fatto capire e con questo vi saluto e vi abbraccio.
Vincenzo Simoni
segretario nazionale
Unione Inquilini