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Comunicato Stampa del Comitato per il ritiro dall’Iraq

Publie le lunedì 27 settembre 2004 par Open-Publishing

COMUNICATO STAMPA

Con l’articolo pubblicato questa mattina dal quotidiano "l’Unità" aumenta il numero di coloro che mettono in discussione la matrice islamica, ex-baathista o comunque legata alla resistenza irachena del rapimento di Simona Pari, Simona Torretta e dei due collaboratori iracheni.

Pur con la formula dubitativa, il giornalista dell’Unità Maurizio Chierici accredita la tesi, ripresa da un articolo del ricercatore statunitense Patrick Boylan, secondo cui alcuni recenti rapimenti in Iraq sono da attribuire a degli squadroni della morte, addestrati e attivi in Medio Oriente allo scopo di agevolare il governo ad interim di Baghdad nominato dagli Stati Uniti.

A conferma dell’ipotesi le strane circostanze del rapimento, il fatto che i rapitori non hanno nè rivendicato il gesto nè fino ad ora hanno intavolato una trattativa allo scopo di ottenere un qualsiasi risultato, il fatto che ad essere rapiti sono stati operatori umanitari appartenenti ad una ONG contraria alla guerra e alla occupazione militare dell’Iraq.

Nel paese mediorientale sarebbero quindi all’opera degli squadroni della morte impegnati a minacciare e a colpire "pacifisti ficcanaso, giornalisti non allineati, ONG incontrollate", sul modello di quelli attivi per anni nei paesi del Centro e del Sud America.

E’ un caso che il nuovo ambasciatore degli Stati Uniti in Iraq sia da alcuni mesi quel John Negroponte che per anni ha diretto le strategie golpiste e di controinsorgenza dell’amministrazione statunitense proprio in America latina?

Valutazioni simili a quelle di Maurizio Chierici e di Patrick Boylan sono state finora formulate da un elevatissimo numero di giornalisti e osservatori: da Noam Chomsky a Michael Chossudouvsky, da Naomi Klein a Gino Strada.

Eppure il Governo Berlusconi continua alternativamente e confusamente ad accusare del rapimento o presunti gruppi islamici o gruppi di ex collaboratori di Saddam Hussein, senza fornire prove di ciò che afferma e senza aver ottenuto, in più di due settimane, nessun elemento certo sulla sorte dei rapiti.

Al tempo stesso invece insiste nel collaborare con un Governo iracheno ad interim che, se fossero confermate le accuse riportate oggi dall’Unità, potrebbe essere sospettato almeno di connivenze con i rapitori dei cooperanti.

"Il Comitato Nazionale per il ritiro dei militari italiani dall’Iraq" ribadisce la propria richiesta di una fine immediata della collaborazione italiana all’occupazione dell’Iraq. Prima le truppe italiane tornano a casa e meglio è. Per il popolo iracheno e anche per gli ostaggi italiani.

"COMITATO NAZIONALE PER IL RITIRO DEI MILITARI ITALIANI DALL’IRAQ"

viadalliraqora@libero.it

tel. 348 7213312