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Con Berlusconi:...la vecchia Spagna di Franco appare più libertaria dell’Italia di oggi

Publie le mercoledì 3 dicembre 2003 par Open-Publishing

Con Berlusconi che stringe sempre più la sua presa sulla TV
italiana, la vecchia Spagna di Franco appare più libertaria
dell’Italia di oggi

di John Hooper

ROMA ? Vivendo in Italia, capita di dover guardare una vetrina di
computer o un’autostrada, per ricordarsi di essere davvero in un
Paese sviluppato e progressista.

La settimana scorsa uno dei legali del primo ministro è stato
condannato per aver corrotto un giudice con denaro proveniente da un
conto aperto da un alto dirigente della società capofila dell’impero
imprenditoriale del primo ministro. Era la seconda volta in questo
stesso anno che il legale veniva condannato per aver comprato giudizi
favorevoli ai suoi clienti.

In questi giorni il Parlamento dovrebbe approvare una legge che
annullerà una sentenza della Corte Costituzionale la quale avrebbe
indebolito ? sia pur leggermente ? l’onnicomprensivo dominio del
primo ministro su ciò che i suoi elettori possono vedere in
televisione. Silvio Berlusconi possiede tutti e tre i maggiori canali
privati e la sentenza della Corte l’avrebbe costretto a spostarne uno
sul satellite.

Ma si può affermare che la maggior preoccupazione deriva da quel che
è accaduto questa settimana, in quanto ha portato alla luce come mai
prima il modo in cui i dipendenti ed i seguaci del primo ministro
possono limitare ciò che appare sugli altri canali maggiori, di
proprietà statale. Il suo gruppo, Mediaset, ha annunciato che
chiederà venti milioni di Euro di danni al servizio pubblico
televisivo, la RAI, ed ai produttori del programma satirico condotto
dall’attrice comica Sabina Guzzanti.

Mediaset pretende di essere stata grossolanamente diffamata nella
prima ed unica puntata di quella che avrebbe dovuto essere una serie,
affermando di averne sofferto un danno commerciale.

Anche molti politici di destra che appoggiano il governo si sono
detti oltraggiati dall’umorismo di Miss Guzzanti, accusandola di aver
fatto una becera tirata di sinistra.

Tipica la reazione del ministro degli esteri Franco Frattini, il
quale ha dichiarato di essere "a favore della satira, ma non di
quella che dà adito all’insulto personale".

La sola minaccia d’una causa da parte della potentissima Mediaset è
stata sufficiente a convincere il direttore generale della RAI,
Flavio Cattaneo, a rottamare lo show di Miss Guzzanti. "Io adoro la
satira", ha detto, però aggiungendo: "Ho detto `satira’, non comizio
politico".

Va detto che i dirigenti della RAI sono in una posizione
insostenibile. Il Parlamento, al quale devono rispondere in ultima
istanza, è dominato dai seguaci del proprietario della concorrente
diretta, il quale, in quanto capo del governo, può farsi fare su
misura leggi favorevoli agli interessi del suo gruppo ai danni del
servizio pubblico.

Tuttavia, la presidente della Rai, Lucia Annunziata, ha criticato
apertamente il suo direttore generale per essersi ritirato di fronte
al nemico.

Bandita dal piccolo schermo, Miss Guzzanti ha portato il secondo
episodio del suo show davanti al pubblico dell’Auditorium di Roma e,
attraverso un collegamento satellite, a molti telespettatori in tutto
il paese. Risultato? Un’altra azione legale, questa volta promossa
non da Mediaset ma dalla RAI.

Mister Cattaneo le ha fatto inviare un’ingiunzione legale per
violazione dei suoi impegni col servizio pubblico. Nel secondo show,
aveva usato materiale di proprietà della RAI facendolo trasmettere da
un canale satellite concorrente della RAI.

Il direttore generale "ha assunto le funzioni di buttafuori per conto
del primo ministro", osserva un parlamentare d’opposizione.

Resta da vedere dove Miss Guzzanti ed i suoi produttori potranno
portare il loro prossimo show. Comunque, è chiaro che li si sta
obbligando a presentare la loro satira ? o propaganda, se si vuole ?
ad un numero sempre più piccolo di persone. Il prossimo proscenio, se
ve ne sarà uno, sarà probabilmente un circolo privato o qualche
canale TV di provincia, di quelli che fanno televendite tutto il
giorno.

Viene alla mente un impressionante parallelo da un paese non lontano.
Nei giorni in cui la Spagna era governata dal generale Francisco
Franco, si potevano sorprendentemente vedere sfacciate prese in giro
del suo regime sui palcoscenici di Madrid e di Barcellona. I censori
franchisti se ne infischiavano di teatri e cabaret ? erano
frequentati da borghesi spagnoli evoluti, già alienati alla causa del
regime. L’audience di massa della statale Televisiòn Española era
un’altra cosa, e quella era rigidamente controllata onde non
trapelasse neanche un alito di critica.

L’Italia non è ancora arrivata a questi estremi. Non ancora. Si
possono ancora sentire aperti e vigorosi dibattiti, perfino sui
canali dello stesso Silvio Berlusconi. Ma in questo periodo in cui
molte nazioni dell’Europa centrale ed orientale si stanno convertendo
in società aperte, proprio come accadde in Spagna, l’Italia sta
invece slittando nella direzione opposta.