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DAL CARCERE UNO SCRITTO DI MASSIMO LEONARDI

Publie le domenica 14 dicembre 2003 par Open-Publishing

UN ASPETTO DELLE COSE

Vengo tratto in arresto all’alba del 18 ottobre scorso.

Perquisizione prima, arresto poi. Tradotto nel carcere di Regina Coeli a Roma dove resto in
isolamento per una settimana.

L’accusa contestatami consta in violenze ai danni di un carabiniere infiltrato nei
cortei-mobilitazioni del 4 ottobre a Roma in occasione della riunione intergovernativa preparatoria alla firma
della costituzione europea.

Comproverebbero la mia partecipazione al pestaggio due foto scattate da qualche sciacallo infame,
guardone di professione. Durante la perquisizione vengono sequestrati indumenti considerati
interessanti al fine della comparazione con quelli indossati dai soggetti fotografati all’atto del
pestaggio.

L’operazione è curata dal pm Vitello unitamente a digos e ros romani coadiuvati dalla digos
viterbese che da anni "produce" accuse nei miei confronti.

Risultato della perquisa: pantaloni, scarpe, bandana, attrezzi per arti marziali, frammenti di una
molletta da bucato, lampadine a basso voltaggio, pile usate, un’agenda di lavoro.

Ad oggi questo è bastato a convalidare l’arresto.

Il 5 novembre il tribunale della libertà (contraddizione in termini) ha rigettato l’istanza di
scarcerazione.

TUTELARE DIGNITA’ IDENTITA’, NON HO NIENTE DA VENDERE

Sono anarchico, un rivoluzionario, antiautoritario per idee e pratica. Come tante/i mi impiego nei
varii ambiti: solidarietà con i prigionieri di ogni genere, nell’anticarcerario, nelle lotte
sociali, territorialmente attivo con altre/i compagne e compagni.

Vivo, amo, odio, come tutti gli esseri umani.

DOVE MI CHIEDI CORREZIONE...

Nell’ordinanza di custodia cautelare mi si descrive come un "soggetto dalla personalità violenta a
ogni occasione, incline a manifestazioni di violenza e intolleranza contro le istituzioni dello
Stato (...) ricorrendo a volte alla guerriglia urbana". Dov’è il nesso fra il pestaggio dell’infame
infiltrato e l’insinuazione di essere autore o comunque legato ai recenti pacchi bomba?, perchè è
su questo che tv e giornali hanno insistito!

Sono forse una molletta da bucato, una comune custodia vhs (prelevata da un mucchio di altrettante
piene e vuote) e delle lampadine, classificabili come oggetti interessanti al fine delle indagini
sui pacchi bomba? Chi potrebbe non averne nella propria abitazione? O è forse che in anni di
intimidatorie perquisizioni i suini in borghese non abbiano mai trovato nulla di valido?, tormentandosi
per questo, attendendo il capo della digos influente e il pm coglione per potermi ingabbiare...
...vergogna, cretini!

O è forse che i ros ci hanno messo lo zampino (di porco)?

Qualcuno si è scordato che il generale Ganzer, attualmente sotto inchiesta insieme ad altri
ufficiali per la falsificazione e la "produzione" di prove e per associazione a delinquere, continui a
tirare i fili dell’antiterrorismo?!

...Vergogna, bastardi!

UN COPERCHIO PER MOLTE PENTOLE

Un arresto esemplare quindi. Un volto e un nome da sbattere in prima. E domani toccherà a un
altro/a.

NE’ COLPEVOLE NE’ INNOCENTE

Innocenza e colpevolezza: due concetti tanto cari agli amministratori del giusto di Stato. Parole
vuote, di paternità della classe dominante.

Sono anarchico, ostile all’autorità, alla miseria, allo sfruttamento, al privilegio, alle guerre
del capitale che provocano fame e morte, all’assoggettamento dei popoli che reclamano
autodeterminazione.

IO SOLO SO DI ESSERE NEL GIUSTO, POICHE’ NON C’E’ BONTA’ O GIUSTIZIA ALL’INFUORI DI ME

Qual’ora gli appassionati del giusto borghese riescano a dimostrare che sia stato io il tale che
ha dato una lezione a un imbecille mal travestito, beh, vorrà dire che me ne assumerò le
responsabilità. unitamente anche la borghesia forcaiola dovrà assumersi le responsabilità, in quanto serva
del capitale, per le compagne e i compagni arrestati e ammazzati e per la miseria e la repressione
della classe proletaria.

NON UN PRIGIONIERO POLITICO

La fame, lo sfruttamento e la repressione sono causa della politica. La riforma pensionistica: una
beffa a chi ha fatto lo schiavo per una vita. E l’insulto ai "malati di amianto"? Tutti a casa o a
lavoro con un calcio in culo e senza un euro in tasca.

E il bombardamento-assassinio di migliaia di iracheni seguito dall’occupazione della loro terra; e
l’eccidio dei palestinesi; e i morti nelle miniere russe; e il rastrellamento di ultras nelle
curve; e i migranti morti in mare; e i compagni "legittimamente" ammazzati; porcherie legali; politica
del capitale.

E in tutto questo ecco perchè dico che ogni prigioniero è politico. Perchè vittima di una classe
cui lo priva della dignità e della libertà. Simili che si chiudono in gabbia per tutelare le
borghesie di ogni dove.

ESISTENTE GALERA

La realtà è che la repressione si manifesta in modo più o meno cruenta dipendentemente
dall’attacco che le è rivolto e dai flussi sociali.

I lavoratori pagano con precarizzazioni e omicidi programmati sul lavoro; i ribelli pagano con la
galera e/o la morte sul campo di battaglia; i migranti con i lager. Tutta la società è
repressione. Carcere fuori, carcere più totale dentro. E a farne le spese sono i proletari migranti, i
lavoratori in lotta contro le scelte di ristrutturazione neo-corporative dei sindacati borghesi, i
settori che lavorano a difesa della classe degli sfruttati.

ISOLAMENTO I

Ciò che scontano i/le rivoluzionari/ie è un grave isolamento dato dalle infamanti campagne
terroristico-mediatiche e da una scarsa internità nelle lotte degli sfruttati. Assenti, esclusi dai
processi di formalizzazione delle istanze proletarie e dai conflitti stessi. Autoreferenzialità
ideologica? Forse.

Difficoltà nell’intervenire a causa delle rivendicazioni miserabili che vengono dal mondo della
produzione? Probabile. Il lavoro è arduo: non un passo indietro.

Il proletariato o è rivoluzionario o è nulla!

NON SEGUIRE IL CARROZZONE

Occorre tentare strade ripide, dare incisività intervenendo efficacemente, evitando lo
scadenzialismo da corteo (la piazza non è centrale proprio per niente), lavorando con metodo e col cuore
uscendo dall’invisibilità.

Così da non essere più "corpo militante" o "ceto politico"... ma corpo sociale nelle masse di
sfruttati... come pesci nell’acqua!

LA RIVOLUZIONE NON E’ UN PRANZO DI GALA

Essere rivoluzionari vuol dire credere che questa società sia vecchia e putrefatta e che solo una
rivoluzione sociale di carattere antiautoritario potrà sollevare l’umanità dal giogo capitalista.
Non salviamo nulla di questo mondo...

"Solo su un foglio bianco si possono scrivere le parole più belle..."

IL NOSTRO NEMICO E’ IL NEMICO DELLA CLASSE DEGLI SFRUTTATI

Nostro nemico è il capitale: causa di guerre imperialiste per il controllo geopolitico,
responsabile del progetto controrivoluzionario di rimodellamento economico-sociale neocorporativo di riforma
dello Stato.

Il nostro percorso è la lotta di classe, fuori dal "fare politica" e dallo specialismo, al fianco
degli individui e dei collettivi in lotta; al fianco delle masse arabe che nel complesso
costituiscono il naturale alleato degli sfruttati d’occidente.

Il capitale non ha nè cuore nè anima. Lo si combatte giorno per giorno, lottando contro sessismo,
razzismo e ogni autorità, mediante la pratica dell’azione diretta, dello sciopero selvaggio, del
sabotaggio della produzione e dei "servizi".

ISOLAMENTO II

Ecco perciò l’infame vendetta di Stato: recluso, subisco dalle 6 alle 8 perquisizioni corporali
giornaliere e 2-3 settimanali alla cella; in trattamento "particolare" in una sezione di comuni, ma
in sostanza una vera e propria "tortura bianca" mirata all’indebolimento emotivo e psicologico.

Questo trattamento deve finire subito!

DETTO QUESTO:

Avanti compagne e compagni fieri/e e coraggiosi/e... il giorno del sole è vicino!

 SEMPRI AINNANTIS, PO SA LIBBERTADE DE TOTTUS E DE DONNIUNU

(SEMPRE AVANTI PER LA LIBERTA’ DI TUTTI E DI OGNUNO)

 ONORE E DIGNITA’ PER TUTTI I COMPAGNI/E CADUTI/E COMBATTENDO CONTRO IL CAPITALE

 PER L’AUTODIFESA, LA RESISTENZA, L’AZIONE DIRETTA

Massimo Leonardi,

prigioniero anarchico sardo

Carcere di Rebibbia, dicembre 2003.

SOSTIENI I COMPAGNI DETENUTI!

 Massimo Leonardi, carcere di Rebibbia via Majetti 70 00156 Roma

Il 3 dicembre è stato arrestato un’altro compagno, Marco, con l’accusa di aver pestato insieme a
Massimo lo sbirro infiltrato nel corteo del 4/10 a Roma.

 Marco Ferruzzi, carcere di Regina Coeli via della Lungara 29 00165 Roma.

uomini e donne contro tutte le carceri.