Home > Dalla Diaz lanciavano sassi
Genova. Ieri mattina negli uffici della procura si è parlato nuovamente del fitto lancio di sassi
da parte dei manifestanti del G8 avvenuti nel luglio di due anni fa. Si tratta di uno degli
episodi maggiormente discussi. A parlarne è stato ieri mattina Carlo Di Sarro, che all’epoca dei fatti
era il numero tre della Digos genovese, e oggi è dirigente del commissariato di Rapallo. Di Sarro è
stato ieri nuovamente interrogato dal pm Enrico Zucca a proposito dell’irruzione della polizia per
la vicenda della Diaz. Vicenda per la quale è indagato di falso, calunnia e abuso d’ufficio. E’
stato lo stesso ex dirigente della Digos a chiedere al magistrato, attraverso i suoi avvocati Gimmy
Giacomini e Piergiovanni Iunca, di essere riascoltato per fornire alcune precisazioni
"rafforzative" a quanto aveva già precedentemente dichiarato. Di Sarro ha dunque ribadito di aver visto
lanciare pietre, mentre lui si trovava vicino al cancello della scuola e di essersi allontanato. Ha
aggiunto che, dopo aver avuto qualche dubbio sulla provenienza della sassaiola, ora è convinto che i
lanci arrivassero dalla scuola. Anche nei filmati, ha ancora spiegato il dirigente di polizia, si
vede che gli agenti alzano gli scudi per difendersi quando stanno per entrare nella scuola. Di
Sarro ha ribadito inoltre di non aver partecipato alle operazioni di polizia svoltesi all’interno
della scuola ma di essere rimasto fuori per accertare che non giungessero nuovi manifestanti. A
difendere Di Sarro è intervenuto Spartaco Mortola, che era suo capo all’epoca dei fatti e oggi è
dirigente della polizia postale ed è assistito dall’avvocato Maurizio Mascia. Mortola ha detto che Di
Sarro era entrato nella scuola solo successivamente all’operazione di polizia e che pertanto non
aveva visto né partecipato agli episodi contestati.
Elisabetta Vassallo