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Discussioni infantili
par Antonio Recanatini
Publie le venerdì 7 febbraio 2014 par Antonio Recanatini - Open-PublishingNoto una diaspora incresciosa tra i comunisti, piccoli gruppetti che si accusano a vicenda, una specie di sommossa all’interno di una stessa ideologia. A volte sembrate dei piccoli borghesi che vogliono portare a casa la ragione, un po’ come quei ragazzini viziati che devono averla vinta. Alla fine si creano partiti, movimenti o associazioni che saranno sempre costole. Lenin non era di sel o del pd, disse e sottoscrisse che esistono due ideologie, una borghese (capitalista) e l’altra socialista. Bene, l’idea di socialismo è immensa, abbraccia intellettuali e barboni con lo stesso spirito. Il comunismo prevede il confronto storico, prevede qualsiasi discussione, qualsiasi scontro, ma il punto cardine è l’idea di anticapitalismo. Stiamo facendo il gioco del potere perché, come cantava Gaber, "qualcuno era comunista perché era più comunista degli altri". Pensate, alcuni partigiani sono diventati comunisti per avere un paio di scarpe, non conoscevano Stalin, non conoscevano Gramsci e non avevamo letto Shakespeare, eppure hanno lottato fino a lasciarci la pelle. Un vecchio professore ripeteva -io sono un comunista rimasto vivo, quelli più comunisti di me sono morti-. Pochi principi base e via di corsa, nazionalizzazione delle banche, rivalutazione del lavoro e dittatura del proletariato. Non ci sono vie di mezzo. Bisogna tornare a pensare alla grande, a porsi grandi obiettivi, tutto il resto lasciatelo ai borghesi, così parleranno da soli.