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ENEL, CIRIO, PARMALAT: LE TRUFFE DELLE IMPRESE NON DEVONO PAGARLE I LAVORATORI
Publie le mercoledì 14 gennaio 2004 par Open-PublishingC’è un silenzio assordante intorno alle vicende giudiziarie che coinvolgono
grandi imprese italiane (Enel compresa), al di là degli "strilli"
giornalistici e dei contrasti tra governo e opposizione su chi doveva
controllare.
Si vuol far perdere di vista il principale imputato, cioè la
liberalizzazione dei mercati e la privatizzazione delle imprese. Quando
sotto la spinta dei gruppi finanziari internazionali, anche quello che
restava della "sinistra" ha sposato questi criteri, per i lavoratori è
cominciato il disastro: riduzioni di personale, peggiori condizioni di
lavoro, flessibilità e precarietà senza fine. In molti, anche tra i
lavoratori, hanno pensato in buona fede che forse qualche buon manager
avrebbe rimediato ai guasti fatti dai boiardi della prima repubblica. Forse
si sono ricreduti e forse no; sta di fatto che di fronte ai sacrifici che
ci sono stati imposti negli ultimi sette-otto anni, il "buon governo" dei
managers è finito nelle aule di tribunale: Enelpower, Cirio, Parmalat solo
per citare i casi più noti.
Di Enelpower si è saputo il minimo che hanno scritto i giornali, che è già
tanto rispetto a quello che hanno fatto i sindacati confederali.
L’inchiesta si è conclusa all’italiana: Giuffrida, Caressa, Caprarotta.e
basta? Ma come, oggi strillano tutti che nel caso Parmalat la colpa è di
chi non ha controllato, e nel caso di Enelpower non vale? Non c’erano forse
al vertice due supermanager di nome Tatò e Testa? E i revisori dei conti? E
la Società Artur Andersen che certificava i bilanci? La Siemens ha
concordato con Enel un risarcimento di 160 milioni di euro, l’Alstom farà
altrettanto e così l’Enel ritirerà la sua costituzione di parte civile: tra
cani non si mordono, ma appena possono azzannano i lavoratori! Il sindacato
non ha voluto neanche farla la costituzione di parte civile: se non si
voleva fare per i danni materiali ai lavoratori (che pure ci sono stati),
almeno sarebbe valsa a tutelarne la dignità.
La Cirio comprava imprese senza avere i soldi: regali come la Centrale del
Latte di Roma (sindaco Rutelli) che poi ha girato a.Parmalat! I soldi
glieli davano le banche che per rifarsi facevano comprare ai risparmiatori
"buoni" di tutti i tipi, compresi quelli Argentini! E Cragnotti dov’è? E la
lista di chi approvava, comprava, rivendeva, certificava?
E poi Berlusconi sostiene che in Italia ci sono le toghe rosse! Ma dove?
Analogo discorso, ma per un valore molto più alto (9-10 miliardi di euro)
vale per la Parmalat (un impero sparso in tre continenti) del
religiosissimo Callisto Tanzi, in cui si cerca -non a caso- di spostare
l’attenzione sui controllori! Eppure il settimo comandamento (uno dei più
importanti) dice di non rubare, altrimenti finisce che chi ruba è un
"dritto" quasi da ammirare, mentre gli altri sono tutti stronzi.
Ma il caso Parmalat ha ripercussioni anche in Enel: la Sestante Viaggi,
scelta all’epoca Tatò come "tour operator" di riferimento per i dipendenti
Enel, fa parte della Parmatour che sta in bancarotta! Figurarsi se qualcuno
lo sapeva, o se gli era venuto in mente di controllare se la Parmatour era
affidabile o se, invece, bastava che fosse di StefaniaTanzi.
Oggi, di fronte a questa enorme truffa, l’ineffabile Corporate Enel manda a
dire che in materia di viaggi (dato il caso Parmalat) i dipendenti devono
avere pazienza e comprensione e pagarsi in proprio hotel, autonoleggi e
biglietti ferroviari. Pazienza dicono, se i managers e i padroni rubano,
se ti vendono come nel caso dei lavoratori Tirreno Power ed ERE; pazienza
se il governo azzera le previdenze per i lavoratori esposti all’amianto
(tra cui tanti nostri colleghi della produzione) e fa i condoni tombali
agli evasori.pazienza dicono CGIL-CISL-UIL agli autoferrotranvieri!
RISPONDIAMOGLI CHE PAZIENZA L’E’ MORTA!!!
Perché non si può tollerare che tre ferrovieri vengano sospesi a tempo
indeterminato per aver denunciato in una trasmissione TV, la mancanza di
manutenzione e di sicurezza di Trenitalia.
Perché non è accettabile che l’adeguamento salariale pari all’inflazione,
concordato e dovuto agli autoferrotranvieri (non una richiesta di aumento)
fin dal gennaio 2002, sia rinegoziato al ribasso in quanto sono tagliati i
fondi agli enti locali e le società sono state privatizzate.
Perché il costo della vita si è fatto insostenibile e non c’è modo di
truccare il bilancio familiare come fanno i padroni con le imprese!
Se vogliamo dare un futuro a questo paese, ai nostri figli e a noi stessi,
dobbiamo riformulare le regole generali del gioco perché quelle attuali
sono a vantaggio dei padroni, e quando potrebbero servire a noi lavoratori
non vengono applicate.
Salario, pensioni, occupazione stabile e non precaria, servizi sociali e
assistenza, diritti e dignità per chi ha un lavoro e per chi ancora non ce
l’ha.
I SOLDI DEI VIAGGI PER SERVIZIO LI DEVE ANTICIPARE L’ENEL E NON I
LAVORATORI!
Cobas Energia - Cobas del lavoro privato
Roma, 13.01.04
Viale Manzoni, 55