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FVG - Contratti a rischio in Friuli per 5mila operatori sociali

Publie le martedì 28 settembre 2004 par Open-Publishing

Contratti a rischio in regione per 5mila operatori sociali
LA REGIONE FVG AZZERI L’IRAP ALLE COOP SOCIALI TIPO A
Lo chiede il presidente della Cooperativa Itaca, Leo Tomarchio

In Friuli Venezia Giulia contratti a rischio per 5mila operatori sociali. La Regione Friuli Venezia Giulia deve azzerare l’Irap alle Cooperative sociali di tipo A. La richiesta della Cooperativa Itaca di Pordenone giunge a margine dell’Assemblea generale dei soci svoltasi venerdì scorso a Udine.

Il nuovo CCNL. "Lo scorso luglio, dopo oltre due anni e mezzo di vacanza, è stato licenziato il nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per i lavoratori delle cooperative sociali -afferma il presidente di Itaca, Leo Tomarchio-. L’accordo prevede una corresponsione degli aumenti, che si quantificano nell’11,8%, suddivisi in tre tranche nell’arco del biennio così determinate: 1 gennaio 2004 (40%), 1 novembre 2004 (30%), 1 novembre 2005 (30%). E’ previsto inoltre che siano riconosciuti, con riferimento al primo biennio di vigenza, arretrati per un importo forfettario quantificato in 375 euro (nel 4° livello) che verrà erogato in rate mensili da luglio 2004 a novembre 2005.
Ancora una volta, come tante altre volte mi è capitato di sottolineare, alla trattativa mancava una delle parti, anzi la parte principale, quella che realmente deve farsi carico del maggior costo che deriva da questo nuovo CCNL. Mancava la rappresentanza dell’ente pubblico, perché è di servizi pubblici che si occupa la cooperazione sociale".

Incrementare i corrispettivi delle prestazioni sociali. Ma i Comuni si trovano con sempre minori fondi per la spesa assistenziale, risparmiando così sui servizi. "A differenza di altri settori, quello della produzione industriale ad esempio, il maggior costo che deriva dall’applicazione del contratto -ricorda Tomarchio- non può essere attutito o assorbito da "innovazioni tecnologiche" che permettono di risparmiare manodopera (mandando a casa di fatto una certa percentuale di lavoratori a fronte di investimenti su macchinari robotizzati), ma solo aumentando i corrispettivi per le prestazioni che ci vengono richieste. Tale aumento non può essere deciso unilateralmente dalla cooperativa ma concordato con la stazione appaltante, con l’ente pubblico per l’appunto. Ente pubblico che, paradossalmente, si trova a cascata (finanziaria del governo - regione - bilancio ente locale) a doversi confrontare con stanziamenti sempre minori per la spesa assistenziale, perseguendo quindi dei tentativi di risparmio sui servizi".

Resta incolmabile la differenza di trattamento economico tra i lavoratori delle Cooperative sociali ed i colleghi del settore pubblico, anche in campo normativo nessuna miglioria. "Essendo dipendenti pubblici hanno un trattamento economico e normativo decisamente superiore a quello che abbiamo noi, differenza di trattamento che anche dopo l’approvazione del nostro nuovo contratto resta decisamente eclatante. Il nostro orario di lavoro resta sempre di 38 ore settimanali -prosegue il presidente di Itaca-, per gli Enti locali di 36. Ci sembrava logico puntare quantomeno a livellare l’orario di lavoro".

Concorrenza scorretta di Cooperative extra-regionali, che inquinano il mercato. "Niente eliminazione del salario convenzionale per le cosiddette zone svantaggiate (vedi Emilia Romagna), con il risultato che continueremo a vedere le coop emiliane venire ad arraffare appalti nella nostra regione -sottolinea Tomarchio-, forti dei grossi guadagni che tale sconto (oggi assolutamente ingiustificato a mio avviso e che, se poteva avere un senso nell’immediato dopoguerra, oggi sfido chiunque a dimostrare che l’Emilia Romagna possa essere considerata una zona povera) dà, e che consente loro di essere competitivi in modo doppiamente scorretto. Doppiamente perché da una parte inquinano un "mercato" con prezzi che non tengono conto di tutti gli oneri previdenziali e dall’altra fa sì che i lavoratori di queste cooperative sociali vadano in pensione con un trattamento economico proporzionale ai contributi versati, pari a circa la metà di quello che un lavoratore normale dovrebbe percepire".

No ai risparmi sulla pelle dei lavoratori. Gli Enti locali adeguino le tariffe in base al nuovo CCNL. "La Cooperativa Itaca, da sempre, ha applicato rigorosamente il contratto di lavoro -dichiara Tomarchio- senza sconti e senza i trucchetti che purtroppo molte cooperative usano per risparmiare sulla pelle dei lavoratori. Anzi, la nostra cooperativa negli anni ha superato verso l’alto il CCNL. Ricordo solo il pagamento dell’indennità domenicale che neanche il nuovo contratto prevede e il pagamento della maternità obbligatoria al 100% per tutte le socie lavoratrici-mamme della cooperativa, mediamente una cinquantina l’anno. Risultato che, con un’applicazione del Contratto così come prevista dall’accordo, sarebbe decisamente compromesso senza un adeguato riconoscimento dell’adeguamento delle tariffe che noi applichiamo ai nostri committenti.

Contro l’applicazione surrettizia del Contratto da parte di alcune cooperative. "Alcune cooperative hanno dichiarato di applicare da subito il CCNL, salvo poi dichiarare lo stato di crisi aziendale e, a fine anno, in sede di assemblea farsi restituire dai soci quanto ricevuto di aumento, incrementato degli oneri sociali".

Chiediamo a viva voce l’intervento della Regione Friuli Venezia Giulia: azzerare l’Irap per le Coop sociali di tipo A. "Da oltre un anno, e purtroppo in una fase iniziale senza l’appoggio della nostra associazione di categoria, chiediamo alla Regione l’azzeramento dell’IRAP anche per le cooperative sociali di tipo A. Le B già godono dell’esenzione in virtù della missione sociale che gli viene riconosciuta. Crediamo che anche le A abbiano un merito sociale -sottolinea il presidente di Itaca-, almeno quelle che investono in risorse umane, professionalità, formazione, servizi e strutture all’interno di questa regione. Lo abbiamo chiesto prima dell’elezione di questo Consiglio regionale ai vari candidati che sono "venuti a trovarci" . Lo abbiamo ri-chiesto dopo la loro elezione e prima che venisse emanata la finanziaria regionale. Lo abbiamo chiesto prima della manovra di assestamento a giugno di quest’anno, poi lo abbiamo chiesto in un incontro avvenuto con l’Assessore Antonucci che si era dimostrato sensibile e possibilista ma che ora non è più assessore alle finanze. Lo chiediamo anche oggi".

La proposta di Itaca: azzerare l’Irap solo per le Coop sociali con sede legale in Friuli Venezia Giulia. "Una manovra finanziaria di questo genere -afferma Tomarchio- non sarebbe particolarmente onerosa per la nostra regione se tale esenzione venisse applicata alle sole cooperative aventi sede legale in FVG, quelle che investono in questo territorio, quelle che operano al di fuori di una logica di puro fatturato".

Azzerare l’Irap è la condizione necessaria per affrontare la prima fase dell’aumento contrattuale. "L’esenzione dall’IRAP avrebbe consentito a tutte le cooperative sociali di questa regione -conclude Tomarchio- di affrontare la prima fase dell’aumento contrattuale senza il rischio di compromettere l’esistenza delle cooperative stesse. La nostra cooperativa nell’anno 2003 ha versato 600.000 euro di Irap. A fronte di un’esenzione avremmo avuto una scorta sufficiente per applicare le prime due tranches e quasi tutti gli arretrati".

Fabio Della Pietra
Ufficio stampa
Cooperativa Itaca - Pordenone
www.itaca.coopsoc.it