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Fascisti e razzisti: Germania in galera, Italia al governo

Publie le domenica 19 ottobre 2003 par Open-Publishing

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Paesi di due pianeti diversi

Germania: neo-nazi in galera - Italia: fascisti e razzisti al governo

DARIO MIGLIUCCI

L’Italia e la Germania sono due Paesi fratelli, sono entrambi membri dell’Unione Europea e,
purtroppo, hanno entrambi un passato di cui vergognarsi alle spalle.

Allo stesso tempo però, sono due Paesi molto diversi.

Qualche esempio? Il ministro tedesco delle Finanze Hans Eichel ha in mente di trasformare il
lavoro in nero da infrazione a reato, se il progetto verrà reso operativo i lavoratori irregolari
rischieranno anche dieci anni di galera.

Giusta o sbagliata, utopica o realizzabile, (probabilmente solo una provocazione per denunciare il
crescente fenomeno) la dichiarazione di Eichel mette comunque la Germania in una posizione anni
luce distante da quella dall’Italia, Paese nel quale il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi
ha recentemente consigliato ai cassaintegrati della Fiat di trovarsi "un lavoretto" provvisorio per
tirare avanti.

Le cronache tedesche in questi giorni ci raccontano anche un episodio singolare, al limite della
barzelletta, che fa però riflettere sulla volontà dell’ex Paese del terzo Reich di cancellare con
tutte le sue forze ogni episodio nostalgico.

Protagonisti del fattaccio sono Roland, un uomo di 54 anni, e Adolph, un pastore tedesco. Succede
che Roland, figlio di un soldato della cavalleria del fuhrer, addestra il suo cane ad eseguire il
saluto nazista. La povera bestia, al comando del padrone ("seduto e saluta"), si accomoda e tira
su la zampa destra, imitando alla perfezione nello stile i gerarchi degli anni ’30. La scena viene
eseguita in diverse occasioni, l’ultima delle quali ha come spettatori due poliziotti.

Non l’avessero mai fatto. I due agenti impacchettano cane e padrone e li accusano di apologia al
nazismo.

Adolph viene trascinato persino in Tribunale anche se, per ovvie ragioni, viene subito
"scagionato".

Roland finisce invece alla sbarra: imputato per aver insegnato il nefasto saluto alla bestia.

Processato inoltre per il suo sconcio abbigliamento (più volte visto con una maglietta con
l’effigie del tiranno coi baffi) e per aver urlato in pubblico "’Sieg Heil" ed "Heil Hitler", rischia
fino a tre anni di galera. Si salva solo per il nome dato al cane, l’averlo chiamato Adolph non gli
costerà un giorno di prigione.

Sarà difficile vederlo veramente dietro le sbarre, ma già allo stato attuale l’episodio, visto con
gli occhi degli italiani, è a dir poco sconvolgente.

In Germania rischi la reclusione fino a tre anni per delle cose che nel nostro Paese sarebbero e
sono normali. Alzi la mano chi non ha mai visto qualche idiota fare il saluto romano e,
soprattutto, batta un colpo chi ha visto uno di questi idioti finire sotto processo.

In fondo l’Italia è il Paese di Alleanza Nazionale, partito ripudiato in Europa perché "estremista
di destra" (come recentemente definito dal presidente del Ppe Wilfried Martens), ma considerato
dall’opinione pubblica italiana un partito a tutti gli effetti democratico.

L’Italia è il Paese dove si esiliano i Savoia per cinquant’anni, ma si tiene in Parlamento
Alessandra Mussolini, nipote del dittatore, che ancora oggi considera il fascismo "una rivoluzione al
positivo, una lunga storia d’amore con gli italiani".

L’Italia è il Paese che offre la vicepresidenza del Consiglio a Gianfranco Fini, che milita sotto
la bandiera con la fiamma, simbolo del fuoco che brucia sulla tomba del duce.

L’Italia è il Paese di Silvio Berlusconi, un Capo di Governo che ritiene "benevola" la dittatura
del ventennio, una dittatura che "non ha ucciso nessuno".

L’Italia è anche il Paese di Mario Borghezio, condannato a sei mesi di carcere da un Tribunale per
aver incendiato volontariamente un accampamento di immigrati, e nonostante tutto ancora gradito
membro della Lega Nord, partito definito xenofobo e razzista in tutta Europa, ma ancora protagonista
nella coalizione di maggioranza nel nostro Paese.

Non è forse un caso che fu proprio un tedesco, Martin Schulz, a mettere alle corde Silvio
Berlusconi il giorno del suo insediamento alla presidenza dell’Ue. Per la Germania, nazione oggi
fortemente antinazista, è davvero difficile accettare l’estremista Cavaliere e i suoi amici neo, post, o ex
fascisti.

Così come, per la maggior parte degli italiani, è molto difficile prendere sul serio un processo
che ha per protagonista un cane incapace di rispondere con il gesto dell’ombrello alla richiesta
del gesto nazista.

In fondo, la storia non fa che ripetersi: il popolo del bel Paese, abituato agli atteggiamenti
poco edificanti della propria classe politica, era rimasto incredulo nel vedere il presidente
americano Bill Clinton messo alla gogna per i suoi peccati sotto le lenzuola.

Italia e Germania, così come Italia e Stati Uniti, sembrano appartenere ad un altro pianeta, o
meglio ancora ad un altro universo.