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Fsm 2004 - I colori di Mumbai

Publie le sabato 17 gennaio 2004 par Open-Publishing

Ero nel Media Center del Nesco impegnato a sistemare il collegamento Internet per il portatile quando Eliane, una brasiliana inviata dall’organizzazione del Forum di Porto Alegre, ha chiamato sul cellulare per avvertire che l’inaugurazione stava per cominciare. Sono partito subito e ho trovato della difficoltà per raggiungere l’enorme spazio all’aperto assegnato per l’apertura e la chiusura del IV Forum Sociale Mondiale.

Il parco del Nesco, tutte le strade, ogni angolo, era coperto di gente di tutti i colori, con striscioni scritti in caratteri giapponesi, cinesi, coreani, pali, hindi, arabi e latini. Il palcoscenico di grosse dimensioni, con il mappamondo e il logo del Forum dietro a un lungo tavolo, sovrastava una spianata dov’erano sedute qualcosa come 20 mila persone. Parlava una donna indiana, Shabana Azmi, in perfetto inglese, per denunciare i crimini degli Stati Uniti in Oriente con eloquenza impressionante.

Per avvicinarmi al palcoscenico ho dovuto attraversare una barriera compatta di poliziotti indiani armati con manganelli lunghi come bastoni da passeggio. Mi sono messo in mezzo ad un battaglione di operatori di cineprese in posizione frontale per potere fotografare l’oratrice ed i membri del tavolo. Era giovane e bella, con lo sguardo di fuoco come un’altra indiana famosa, Vandana Shiva. Dietro al podio dove parlava Shabana Azmi c’erano seduti Shanti Patel (India), Ahmed Ben Bella (Algeria), Arundathi Roy (India), Francisco Whitaker (Brasile) - che già conoscevo perché l’ho intervistato a Porto Alegre - Jeremy Corbyn (Inghilterra), Shirin Ebadi (Iran), Mustafa Barghouti (Palestina) e Abduk al Rekabhy (Iraq).

Oltre le ambizioni di conquista degli Stati Uniti, l’accaparramento di risorse e le violenze contro i poveri costituivano i temi di tutti i discorsi. Alla destra del palcoscenico, illuminato da diversi fari, un dipinto naif ricordava nella sintesi alcuni quadri esposti in una mostra del Forum (realizzati da bimbi tedeschi per protestare contro l’espulsione degli immigrati). Raffigurava il mondo sulla forma di un aereo. Dentro dell’aeronave portiamo le nostre piccole esistenze, sogni e lavori e ci sarà bisogno di lottare per mantenerlo nella ruota del futuro perché ci sono troppi dilettanti prepotenti candidati a pilota.

Alberto Chicayban
delegato Cooperativa Itaca al FSM 2004