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G8, Gratteri si fa interrogare
Sentito ieri in procura a Genova l’attuale numero uno
dell’antiterrorismo internazionale, indagato per i fatti della scuola
Diaz
«Perquisizioni, arresti, sequestro delle molotov: io non c’entro»
Genova. Teste eccellente ieri in procura interrogato per oltre
quattro ore (dalle 12 alle 16,30) dal pm Enrico Zucca. Si tratta di
Francesco Gratteri, attualmente al vertice dell’Antiterrorismo
nazionale, a Roma.
Gratteri è indagato per i fatti avvenuti alla scuola Diaz durante il
G8 di Genova. È stato lo stesso indagato, attraverso il suo avvocato
Luigi Li Gotti del Foro di Roma, a chiedere di essere sentito dal
sostituto procuratore dopo aver ricevuto l’avviso delle conclusioni
delle indagini. Gratteri è accusato di falso, calunnia e abuso di
ufficio.
Il suo legale aveva già inviato nei giorni scorsi alla procura di
Genova una memoria difensiva di 21 pagine e ieri, durante
l’interrogatorio, l’avvocato Li Gotti ha chiesto ai pm che gli
vengano resi noti gli elementi di prova dei fatti che sono addebitati
al suo cliente, tra cui il ritrovamento delle due molotov, la
presunta sassaiola e l’accoltellamento dell’agente romano Massimo
Nucera.
Gratteri ha contestato le accuse che gli sono state avanzate dalla
procura asserendo di non aver partecipato né alle perquisizioni, né
al sequestro delle molotov, né agli arresti. L’indagato ha aggiunto
di non avere commesso il falso «per la semplice ragione - ha detto -
che non ho redatto e sottoscritto nessuno degli atti quali
informativa di reato, verbale di perquisizione e verbale di arresto,
non essendo ufficiale di polizia giudiziaria».
In merito all’episodio del ritrovamento nella scuola delle bottiglie
incendiarie, Gratteri ha ribadito «di aver visto le due molotov
mentre si trovava nel cortile» e di aver avuto «l’impressione che
fossero state portate in quel punto per essere mostrate, senza essere
in grado di precisare se provenissero o meno dall’interno della
scuola».
Il ricordo di Francesco Gratteri, ha scritto il difensore nella
memoria, è confermato da un ripresa filmata che lo ritrae mentre si
avvicina ad un gruppetto di funzionari e dirigenti intenti ad
osservare le due bottiglie e poi si allontana col telefono cellulare
all’orecchio.
L’avvocato Luigi li Gotti, attraverso il suo sostituto genovese Beppe
Gallo, questa mattina presenterà richiesta del trasferimento
dell’inchiesta alla magistratura di Torino allineandosi agli avvocati
Carlo di Bugno e Marco Valerio Corini che rappresentano altri cinque
dirigenti di polizia e la stessa richiesta l’hanno presentata alla
procura di Genova nei giorni scorsi, sostenendo la mancanza di
obiettività di giudizio tra i pm liguri essendo uno di loro in
qualche modo implicato nei fatti.
El. V.