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G8: il difensore dei no global "consulente" del PM

Publie le sabato 22 novembre 2003 par Open-Publishing

dalla prima pagina

Chi ha messo su computer il testo degli interrogatori dei poliziotti indagati per il G8?

Il cd non
racconta bugie e rivela il nome dell’autore: Riccardo Passeggi. Che risulta essere un avvocato che
difende i no global.

La scoperta viene fatta sui dischi consegnati dalla Procura ai funzionari
sotto inchiesta. Possibile che i Pm abbiano affidato a un avvocato «avversario» degli indagati il
compito di trascrivere i verbali? È l’ennesimo giallo di un’inchiesta dai troppi buchi neri.

DIEGO PISTACCHI

A PAGINA I 3

Gli interrogatori dei poliziotti sono stati trasferiti su cd dal legale dei contestatori
Diego Pistacchi
da Genova
Un clic sul mouse del computer. E la Procura di Genova si trova alle prese con un giallo mentre
ancora non riesce a risolveme un altro. È sul G8 che ci sono troppe cose che i magistrati dovrebbero
spiegare. L’ultima domanda è tutta tecnologica: cosa ci fa il nome di un avvocato del Genoa Legai
Forum nel ed che contiene la trascrizione degli interrogatori dei poliziotti indagati? Prima di
rispondere i Pm devono sapere, e lo sanno, che questo nome risulta il creatore del file, cioè colui
che avrebbe materialmente messo su cd il contenuto dell’interrogatorio.

Un caso che esplode mentre
è ancora tutto da chiarire il caso delle telefonate tra il sostituto procuratore Francesco Pinto,
pm che fa parte del pool G8 al lavoro per le indagini sulla polizia, e i dirigenti della Digos
genovese. Telefonate avvenute proprio nei minuti in cui alla scuola Diaz avveniva l’irruzione che ha
portato a 73 gli indagati tra i poliziotti, accusati di aver picchiato gratuitamente i no global
che dormivano nella scuola e di aver falsificato le prove per giustificare il blitz.

E Pinto, già
finito davanti al Consiglio superiore della magistratura che lo ha assolto per aver criticato
pesantemente la polizia il giorno dopo il G8, di telefonate con l’allora capo della Digos Spartaco
Mortola e il suo vice Alessandro Perugini ne ha fatte addirittura dieci. Per un totale di oltre 30
minuti di conversazione. Possibile che in tutte quelle chiamate il pm di turno non sapesse proprio
niente di quel che accadeva?

E soprattutto perché, quando di queste telefonate parlavano gli
indagati, venivano seccamente ammoniti dall’altro pm, Enrico Zucca,, che li avvertiva che «le pietre
lanciate contro il cielo hanno la tendenza a cadere giù»? A palazzo di giustizia non è più tempo di
smentire. Dopo tutti buchi neri di un’inchiesta che il Giornale ha tentato di illuminare, il giallo
delle telefonate costringe il procuratore capo Francesco Lalla ad ammettere che «occorre fare
accertamenti e prendere provvedimenti».

Il pm Zucca svicola le domande. L’interessato, Pinto, precisa:
«Ho sempre parlato solo di una telefonata perché un solo colloquio è stato effettivo, e peraltro
in quell’occasione Mortola mi ha dato risposte approssimative. Volevo informarmi dei feriti». Dieci
telefonate per chiedere a un funzionario di polizia, che non era in ospedale, come stavano i
feriti? In Procura c’è imbarazzo. Così come c’è per la storia dei cd ottenuti da molti funzionari di
polizia che chiedevano di avere copia del loro verbale di interrogatorio. Dalle cassette sono state
«sbobinate» domande e risposte che sono poi finite su file del computer, pronti a essere
duplicati. La tecnologia permette di scoprire, con un semplice clic del mouse, chi ha creato quel file.

I
cd in mano ai poliziotti non sono reticenti e rispondono subito: le trascrizioni risultano create
da Riccardo Passeggi, che a Genova e dintorni risulta essere solo il nome di uno degli avvocati del
Genoa LegaL Forum, cioè del gruppo dei difensori degli antiglobal. Non è un caso isolato su un
dischetto magari prestato per sbaglio da uno studio legale a un pm e poi «riciclato». Lo stesso nome
compare come creatore delle trascrizioni dei verbali di interrogatorio di molti funzionari
indagati. I fatti sembrano dimostrare che le trascrizioni poi consegnate ai poliziotti, siano state
affidate ai legali dei loro avversari. Ma c’è sempre la possibilità di un errore.

Appena la Procura
riuscirà a trovare qual è quello giusto per cancellare qualsiasi legittimo dubbio.